ROMA- PISTOIA. Si identifica nell'araucaria, una pianta di origine sudamericana che si è ‘integrata’ benissimo a Pistoia, ed il suo principale fornitore è il bosco. Darlington Osayemwenre Idahoragbon, 28enne nigeriano e vivaista pistoiese, ha raccontato la sua storia di integrazione all’Assemblea di Coldiretti Giovani Impresa dal titolo: 'L’Italia è il futuro', tenutasi questa mattina, martedì 21 maggio, al Parco della Musica a Roma, dove oltre duemila giovani, provenienti da tutte le regioni italiane hanno messo in campo la loro voglia di costruire il loro futuro in Italia, nonostante le grandi difficoltà.
Darlington è uno dei quasi 20mila lavoratori stranieri che hanno trovato un lavoro, o hanno creato una propria impresa in agricoltura in Toscana (Dati Caritas – Migrantes).
“Darlington è uno dei tanti esempi di integrazione, imprenditorialità e intraprendenza -ha commentato Paolo Giorgi, Delegato Giovani Impresa Toscana e della Provincia di Pistoia-. L’agricoltura è stata un’opportunità non solo lavorativa, ma anche umana. La sua vita è fatta di abbandoni e di ricongiungimenti, di amore per la terra che lo ha accolto, Pistoia, e passione per le piante”. Di fronte ai duemila ‘colleghi’ imprenditori agricoli Darlington ha raccontato gli inizi della sua “carriera” come imprenditore agricolo: “Appena arrivato in Italia, nel 2003, sono rimasto subito colpito dal verde intenso delle piante e dalla ricchezza di acqua di Pistoia -ha detto Darlington Osayemwenre Idahoragbon nel corso dell'intervento alla presenza del Presidente della Coldiretti Sergio Marini, al Delegato Coldiretti Giovani Impresa Vittorio Sangiorgio e al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo-. Da quasi un anno, dopo lungaggini burocratiche varie, finalmente sono diventato un imprenditore agricolo a tutti gli effetti. Il mio vivaio è in altura a Maresca, sull'Appennino Pistoiese. Produco abete bianco, normandiano, faggio, criptomeria, araucaria”.
Proprio l'araucaria ha un significato particolare per Darlington: è una pianta che viene da lontano (Sudamerica) che si è adattata benissimo alla terra pistoiese. Proprio come il giovane nigeriano che ha realizzato il proprio sogno sulla montagna pistoiese, e che ha una particolare tecnica per approvvigionarsi. “Produco piante partendo dai semi che recupero direttamente dal bosco, che è il mio principale fornitore -ha spiegato la sua particolare tecnica Darlington alla platea dell'assemblea-. Mi arrampico sulle piante che intendo riprodurre, dove in cima alle stesse trovo il guscio del seme, che getto a terra. Poi seleziono e copro con foglie di faggio. Da quel momento inizia il miracolo spontaneo della natura e del ciclo della vita che mi dà le piante da vendere”.
“Darlington è uno dei tanti esempi di integrazione, imprenditorialità e intraprendenza -ha commentato Paolo Giorgi, Delegato Giovani Impresa Toscana e della Provincia di Pistoia-. L’agricoltura è stata un’opportunità non solo lavorativa, ma anche umana. La sua vita è fatta di abbandoni e di ricongiungimenti, di amore per la terra che lo ha accolto, Pistoia, e passione per le piante”. Di fronte ai duemila ‘colleghi’ imprenditori agricoli Darlington ha raccontato gli inizi della sua “carriera” come imprenditore agricolo: “Appena arrivato in Italia, nel 2003, sono rimasto subito colpito dal verde intenso delle piante e dalla ricchezza di acqua di Pistoia -ha detto Darlington Osayemwenre Idahoragbon nel corso dell'intervento alla presenza del Presidente della Coldiretti Sergio Marini, al Delegato Coldiretti Giovani Impresa Vittorio Sangiorgio e al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo-. Da quasi un anno, dopo lungaggini burocratiche varie, finalmente sono diventato un imprenditore agricolo a tutti gli effetti. Il mio vivaio è in altura a Maresca, sull'Appennino Pistoiese. Produco abete bianco, normandiano, faggio, criptomeria, araucaria”.
Proprio l'araucaria ha un significato particolare per Darlington: è una pianta che viene da lontano (Sudamerica) che si è adattata benissimo alla terra pistoiese. Proprio come il giovane nigeriano che ha realizzato il proprio sogno sulla montagna pistoiese, e che ha una particolare tecnica per approvvigionarsi. “Produco piante partendo dai semi che recupero direttamente dal bosco, che è il mio principale fornitore -ha spiegato la sua particolare tecnica Darlington alla platea dell'assemblea-. Mi arrampico sulle piante che intendo riprodurre, dove in cima alle stesse trovo il guscio del seme, che getto a terra. Poi seleziono e copro con foglie di faggio. Da quel momento inizia il miracolo spontaneo della natura e del ciclo della vita che mi dà le piante da vendere”.
Candidato all'Oscar Green (15 le imprese pistoiesi candidate), il premio nazionale patrocinato dalla Presidenza della Repubblica Italiana organizzato da Coldiretti Giovani Impresa, Darlington “rappresenta la multiculturalità di cui il settore agricolo è ricco –ha concluso Giorgi–. La sua storia è di insegnamento non solo per i giovani immigrati e stranieri ma per tutti i giovani che oggi sono alla ricerca di un futuro. Lui è un esempio che questo futuro è possibile e che le difficoltà possono essere superate con buona volontà, coraggio e umiltà”.
La storia di Darlington Osayemwenre Idahoragbon. L'intervento integrale all'Auditorium della Musica a Roma, nel costo dell'assemblea organizzato da Coldiretti Giovani Impresa: 'L'Italia è il futuro'.
La storia di Darlington Osayemwenre Idahoragbon. L'intervento integrale all'Auditorium della Musica a Roma, nel costo dell'assemblea organizzato da Coldiretti Giovani Impresa: 'L'Italia è il futuro'.
Ciao a tutti, mi chiamo Darlington e vengo da Pistoia, sono nato in Nigeria 27 anni fa, a BENIN CITY cittadina di circa 800.000 abitanti situata a circa 1500 km da Lagos, primo maschio e terzo figlio di una famiglia composta da babbo mamma e 1 fratello e 2 sorelle.
Mio padre ci ha lasciato ben presto per cercare lavoro in America come carpentiere, io sono rimasto con mia madre lavorando e aiutandola a vendere per strada prodotti alimentari, friggeva “akara’ (farina di fagioli) e cercavamo di sopravvivere.
Al compimento del mio diciottesimo anno ho raggiunto mia madre in Italia a Pistoia dove era venuta qualche anno prima a cercare fortuna e lavoro.
Sono rimasto subito colpito dal verde intenso delle piante e dalla ricchezza di acqua di questa terra e dopo un piccolo periodo di adattamento ho iniziato ad avvicinarmi al mondo del vivaismo osservando i gesti ed apprendendo le tecniche vivaistiche. Mi sono messo a studiare, ho imparato la lingua italiana e appreso le nozioni andando a lavorare con il compagno di mia madre. Mi sono appassionato in particolar modo ad una pianta, l’araucaria, infatti essa viene da lontano come me ma si è adattata al clima e ai terreni pistoiesi, crescendo in maniera maestosa ma le sue foglie spinose ricordano a tutti la sua origine sud americana. Nel 2011 il compagno di mia madre ha deciso di ritirarsi dalla sua attività e mi ha ceduto la sua azienda vivaistica e dopo lungaggini varie (permessi soggiorno-licenze- e quanto altro) sono diventato un imprenditore agricolo a tutti gli effetti. Produco ABETE BIANCO, NORMANDIANO,FAGGIO, CRIPTOMERIA, ARAUCARIA e la maniera nella quale riesco anche a produrre ciò che vendo è particolarmente moderna, e innovativa: infatti il mio “rivenditore” principale dove opero i miei approvvigionamenti di materie prime, è il bosco!!!! Infatti salgo sulle piante che intendo riprodurre, dove in cima alle stesse trovo il guscio del seme, che getto a terra, per poi recuperare, e lavorare passandoli al vaglio setacciando e ottenendo i semi che interro e copro con foglie di faggio o castagno.
Le mie aspettative sono di produrre e vendere altri prodotti penso agli ortaggi e frutta ma soprattutto trovare una stabilità sia di vita che economica che nel passato mi è mancata. In Campagna Amica ho trovato un marchio che identifica i miei prodotti e la loro storia legata alle mie origini, a come li produco, e anche in questo la COLDIRETTI, mi è vicina.
Da otto mesi sono in Giovani Impresa e per me è motivo di orgoglio, ho conosciuto tanti ragazzi che lavorano in agricoltura e stanno nascendo progetti di interscambio molto interessanti.
Insieme ci troviamo a discutere di problemi e proviamo a trovare soluzioni, sempre insieme e senza alcuna distinzione di età, esperienza o colore della pelle, tutti insieme per dare forza e amore alla costruzione della nostra filiera agricola tutta italiana.
Mio padre ci ha lasciato ben presto per cercare lavoro in America come carpentiere, io sono rimasto con mia madre lavorando e aiutandola a vendere per strada prodotti alimentari, friggeva “akara’ (farina di fagioli) e cercavamo di sopravvivere.
Al compimento del mio diciottesimo anno ho raggiunto mia madre in Italia a Pistoia dove era venuta qualche anno prima a cercare fortuna e lavoro.
Sono rimasto subito colpito dal verde intenso delle piante e dalla ricchezza di acqua di questa terra e dopo un piccolo periodo di adattamento ho iniziato ad avvicinarmi al mondo del vivaismo osservando i gesti ed apprendendo le tecniche vivaistiche. Mi sono messo a studiare, ho imparato la lingua italiana e appreso le nozioni andando a lavorare con il compagno di mia madre. Mi sono appassionato in particolar modo ad una pianta, l’araucaria, infatti essa viene da lontano come me ma si è adattata al clima e ai terreni pistoiesi, crescendo in maniera maestosa ma le sue foglie spinose ricordano a tutti la sua origine sud americana. Nel 2011 il compagno di mia madre ha deciso di ritirarsi dalla sua attività e mi ha ceduto la sua azienda vivaistica e dopo lungaggini varie (permessi soggiorno-licenze- e quanto altro) sono diventato un imprenditore agricolo a tutti gli effetti. Produco ABETE BIANCO, NORMANDIANO,FAGGIO, CRIPTOMERIA, ARAUCARIA e la maniera nella quale riesco anche a produrre ciò che vendo è particolarmente moderna, e innovativa: infatti il mio “rivenditore” principale dove opero i miei approvvigionamenti di materie prime, è il bosco!!!! Infatti salgo sulle piante che intendo riprodurre, dove in cima alle stesse trovo il guscio del seme, che getto a terra, per poi recuperare, e lavorare passandoli al vaglio setacciando e ottenendo i semi che interro e copro con foglie di faggio o castagno.
Le mie aspettative sono di produrre e vendere altri prodotti penso agli ortaggi e frutta ma soprattutto trovare una stabilità sia di vita che economica che nel passato mi è mancata. In Campagna Amica ho trovato un marchio che identifica i miei prodotti e la loro storia legata alle mie origini, a come li produco, e anche in questo la COLDIRETTI, mi è vicina.
Da otto mesi sono in Giovani Impresa e per me è motivo di orgoglio, ho conosciuto tanti ragazzi che lavorano in agricoltura e stanno nascendo progetti di interscambio molto interessanti.
Insieme ci troviamo a discutere di problemi e proviamo a trovare soluzioni, sempre insieme e senza alcuna distinzione di età, esperienza o colore della pelle, tutti insieme per dare forza e amore alla costruzione della nostra filiera agricola tutta italiana.
Fonte: Coldiretti
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