QUARRATA_ Su iniziativa del circolo
di cultura politica Agorà di Quarrata l’auditorium della Bcc di Vignole ha
ospitato mercoledì sera l’incontro-dibattito: “Le tasse nascoste: quando lo
Stato di mette le mani in tasca due volte”.
Alla serata che ha visto la
partecipazione di Giuseppe Bertolussi,
direttore dell’associazione Piccola e Media Impresa-Cgia di Mestre e del suo
prestigioso Centro Studi, autore del libro “Tassati e mazziati" (2011, Sperling
& Kupfer), di Marco Baldassarri, vice presidente del Consiglio di
Presidenza della Giustizia Tributaria (ruolo istituzionale poco conosciuto ai
più ma assai rilevante sulla materia dei tributi e delle tasse, soprattutto in
un momento così grave) e di Piero Meucci, giornalista esperto di tematiche
economiche, direttore del giornale online “StampToscana” e già corrispondente
da Firenze del quotidiano “Il Sole 24 ore”, hanno preso parte una ottantina di
persone, tra cui rappresentanti delle associazioni di categoria, artigiani,
liberi professionisti nonché i candidati a sindaco alle elezioni amministrative
Flavio Berini (Pdl), Tommaso Pieragnoli (CittàPerTe) e Alessandro Cialdi (Udc-Fli).
“Oggi – ha dichiarato il presidente
di Agorà Renata Fabbri - vogliamo regalarci uno spazio per parlare, con
autorevoli personalità, di un tema quanto mai scottante e di grande attualità
che coinvolge tutti indistintamente. Abbiamo avuto la possibilità di
organizzare questa iniziativa pubblica anche grazie alla disponibilità di Palma
Ecologia e della BCC di Vignole che ci ospita, ai quali va il nostro sentito
ringraziamento. Tante le domande stasera che possono scaturire da questo viaggio ragionato all’interno del
fisco, delle tasse e dei tributi; nella complessità e nelle
contraddizioni di un sistema che propina prelievi conosciuti e altri occulti, aggiunge tributi a tributi,
tassa le stesse tasse che impone. Abbiamo pensato che potesse essere un tema di grande,
stringente attualità aldilà dei tragici fatti di cronaca, sia per le
famiglie che le imprese. Non abbiamo soluzioni. Vogliamo però capire meglio quanto sta accadendo e
soprattutto chiedere a chi vede da un osservatorio privilegiato la complessità
del sistema, quali possono – potrebbero -
essere le strade per uscirne”.
Nel portare il proprio saluto il
presidente della Bcc di Vignole Giancarlo Gori ha affermato tra le altre cose: “
Nei compiti di uno stato democratico c’è anche quello di far pagare le tasse a
tutti ed è nell’interesse di tutti dare il proprio contributo secondo le
proprie necessità. Dall’altra parte va precisato anche che la situazione sta
diventando sempre più intollerabile”.
Piero Meucci e Giuseppe Bortolussi |
Gran parte della serata si è svolta sotto forma di
intervista. Il dottor Bortolussi, fra i maggiori esperti di finanza pubblica e
del sistema fiscale italiano, ha affrontato il tema sotto vari punti di vista: in un momento in cui i cittadini si stanno
vuotando le tasche è necessario che come
contribuenti siano sempre più consapevoli delle tasse che pagano così da
adottare comportamenti civici virtuosi che lo stesso Bortolussi ha riassunto
nel motto “vedo, pago, voto” e cioè "prendo atto di quello che devo pagare; faccio il mio dovere; pretendo che anche gli altri lo facciano, e poi con il voto premio l’amministratore che ha lavorato in modo equo e trasparente o punisco “il prestigiatore” che riesce a farmi dimenticare cosa e quanto pago, imponendomi addirittura tasse sulle tasse. Nel corso della serata il dottor Bortolussi ha parlato di “tasse sulle tasse”- poiché paghiamo imposte la cui base imponibile è formata da altri tributi; del paradosso dell’Iva sulle accise, di “Project Financing”, dell’atteggiamento passivo degli italiani verso la tassazione, della poca trasparenza dei meccanismi con i quali- nell’attuale sistema fiscale italiano- avviene il prelievo.
Quindi avvalendosi di dati concreti ha ricordato che la
pressione tributaria (vale a dire la quantità di tributi che paghiamo rispetto
al reddito nazionale) è ben superiore a quella degli altri Stati Europei (in
primis la Germania) ma non lo sono le
prestazioni in termini di servizi pubblici offerti.
“In Italia – ha detto – le tasse che paghiamo allo Stato sono, in proporzione al reddito più elevate di quelle che versano ad esempio i cittadini tedeschi. Lo Stato Italiano incassa cioè in proporzione alla sua capacità di creare ricchezza più soldi dello Stato tedesco per erogare servizi. In Germania però le cose funzionano bene: altrettanto non si può dire dell’Italia”.
“In Italia – ha detto – le tasse che paghiamo allo Stato sono, in proporzione al reddito più elevate di quelle che versano ad esempio i cittadini tedeschi. Lo Stato Italiano incassa cioè in proporzione alla sua capacità di creare ricchezza più soldi dello Stato tedesco per erogare servizi. In Germania però le cose funzionano bene: altrettanto non si può dire dell’Italia”.
Il presidente della Bcc Giancarlo Gori con Renata Fabbri (Agorà) |
Tra le “giustificazioni” che si adducono per legittimare tale
differenza ci sarebbe l’elevato debito pubblico. “Anche se consideriamo gli
interessi sul debito- ha precisato – allo Stato italiano rimane in cassa un
surplus di risorse che sarebbe sufficiente a garantire buoni servizi”.
Un'altra “illusione” è legata all’elevata evasione fiscale. “Va
detto però che lo Stato anche senza i
soldi dell’evasione fiscale – ha precisato Bortolussi -incassa ogni anno molti
più soldi della Germania. In realtà gli italiani sono anche il popolo che paga
più tasse rispetto agli altri paesi europei. Il problema è che le tasse che
paghiamo alimentano sprechi e inefficienze e i soldi incassati dalla lotta all’evasione
non vengono messi a disposizione dei contribuenti onesti per diminuire la
pressione fiscale ma sono impegnati di anno in anno in manovre finanziarie per
altre finalità”.
Secondo il segretario di CGIA di Mestre - la
soluzione possibile per uscire dal circolo virtuoso e per evitare che si
continuino a fare giochi di prestigio con i soldi dei cittadini è quella del
federalismo fiscale, tema di lunga tradizione che ha visto coinvolti in passato
personaggi come Carlo Cattaneo, don Luigi Sturzo, Silvio Trentin. “Il
federalismo fiscale coniugando efficienza, solidarietà e responsabilità – ha concluso
– è uno strumento tecnico oggettivo di buon governo. E’ una soluzione
istituzionale in grado di stimolare una maggiore efficienza del sistema
pubblico, garantendo la solidarietà tra i territori e aumentando il grado di
responsabilizzazione degli amministratori pubblici. E’ tra l’altro una modalità
che consentirebbe di ridurre la distanza tra chi amministra e chi viene
amministrato generando effetti benefici nella gestione della cosa pubblica in
tutti i livelli istituzionali”.
Marco Baldassarri ha illustrato l’attività del
consiglio di presidenza della Giustizia Tributaria, organismo che si occupa
della parte amministrativa dell’apparato delle commissioni tributarie puntando
l’attenzione sull’aspetto della tassa di accertamento e riscossione e sui costi
elevati dell’accertato.
“Dato che il costo dell’accertato è su un rapporto 1 a
2 (cioè per accertare 100 il costo è 200)- ha detto – e le società di riscossioni come Equitalia
possono contare su un aggio del 9 per cento che appesantisce il sistema di
sanzioni i contribuenti assai spesso si trovano a dover pagare sempre qualcosa
quando sono soggetti ad attività ispettive”.
Gli interventi del pubblico hanno
permesso di puntare l’attenzione anche su altri aspetti della questione quali
il lavoro e l’occupazione giovanile, la crisi dell’economia, la chiusura delle
imprese, il deficit infrastrutturale, il ruolo della pubblica amministrazione,
argomenti di particolare interesse per i candidati sindaco di Quarrata,
presenti all’interessante incontro.
“E’ giusto contribuire alle spesa pubblica-
ha concluso il dottor Giuseppe Bortolussi – ma i contribuenti devono pretendere
che i loro soldi siano spesi bene. Quindi chi paga le tasse deve essere ben
rappresentato poiché questo è l’unico modo per garantire ai cittadini di pagare
il giusto livello di tassazione necessario e sufficiente a garantire adeguati
servizi e questo può avvenire soltanto se riusciamo a invertite lo stato di
cose mettendo al centro il contribuente onesto e i suoi diritti e non più lo
Stato e le sue pretese. La più importante arma di difesa che il contribuente
ha è la consapevolezza della propria situazione. Il monitoraggio è l’unico modo
per sapere quanto e perché pago e per valutare la corrispondenza con quanto ho
in cambio poiché non sempre il gestore riesce ad utilizzare al meglio le risorse
che gli vengono affidate. L’unica regola che vale è quindi il vedo-pago-voto
mandando via effettivamente chi ha gestito male i soldi versati”.
Andrea Balli
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