lunedì 25 ottobre 2010

L'associazione "San Martino de Porres" ricorda don Patrizio Guidi


PISTOIA – Un’occasione per ricordare don Patrizio Guidi, il parroco di Valenzatico scomparso il 24 agosto scorso a 72 anni, la offrono i volontari dell’associazione “San Martino de Porres”.
Giovedì 28 ottobre (ore 18) presso la sede nel centro storico di Pistoia (via de’ Magi 5) viene celebrata una Santa Messa “in cui faremo comunitariamente memoria del nostro assistente spirituale”, sottolinea la presidente Paola Bellandi. Don Patrizio svolgeva infatti questo ruolo a servizio di una associazione che da molti anni si occupa di povertà e di solidarietà per le persone immigrate.
Di carattere molto riservato e assai determinato nei valori in cui credeva, ha sperimentato nella sua parrocchia – ricorda Paola Bellandi, presidente dell’associazione San Martino de Porres – “esperienze pastorali di notevole interesse, sulla scia del Concilio Vaticano II, anche con il coinvolgimento delle famiglie e sempre legato a una sincera dimensione missionaria e socio-educativa. Amava, in particolare, la continua tensione verso una forma di comunità ecclesiale sempre condivisa dal basso”.
Molto legato in termini di amicizia e di identità di valori ad alcuni missionari pistoiesi nel Sud del mondo, per don Guidi è stato naturale, circa 10 anni fa, assumere l’incarico di assistente della San Martino de Porres, l’associazione che – in stretto collegamento con Caritas diocesana – opera con le persone immigrate nella realtà pistoiese.
Fra i “mondi” di don Guidi anche l’associazione “Il pozzo di Giacobbe” di cui è stato guida spirituale e anche consigliere.
Nel passato don Guidi è stato, a lungo, assistente della Coldiretti pistoiese. Molto impegnato anche nella pastorale sociale e del lavoro, al parroco di Valenzatico non sono mancati incarichi in diocesi come, ad esempio, quello per il sostentamento del clero.
Ha pubblicato due volumi di poesie (“Cantando l’erica” e “Dai silenzi”, questi i titoli) e amava questa specifica forma di comunicazione. “Aveva certo – sottolinea Bellandi – altri testi nel cassetto”. Coerente con la sua riservatezza “ha sempre cercato, fin da ultimo, di non far pesare agli altri la sua malattia".
a.b.

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