QUARRATA_ Avvocato penalista del Foro di Firenze, chitarrista e cantante rock ed ora anche scrittrice.
Paola Pellegrini,33 anni, di Quarrata approda alla scrittura con la sua prima opera “Rime vaganti in un cielo spezzato, bruciato, smarrito”.
Edito da La Riflessione, 2010,162 pagine, 12 euro il libro raccoglie tre racconti : ‘Coriandoli‘, ‘Il bicchiere è mezzo vuoto e mezzo pieno‘ e ‘Il Giullare‘, “ tre storie – scrive l’autrice - debitrici dei miei due mondi (l’interesse per la musica rock e l’impegno per la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti di ogni individuo, ndr) ed espressione del lato più profondo e complesso dove la tensione materiale e spirituale nell’eterno contrasto fra bene e male morde e fonde il cuore, nella ricerca di una via d’uscita, più che di una semplice via di fuga”.
E’ la stessa Pellegrini a raccontarsi sulle pagine del proprio sito: “La scrittura, una attitudine che ho sempre avuto, finora utilizzata per il mio lavoro e per comporre i testi delle canzoni della mia band adesso è approdata alla pubblicazione del mio primo libro”.
Tre racconti di grande forza immaginifica, scritti con un linguaggio poetico teso e intenso, musicale e incalzante. I personaggi sono tratteggiati con efficaci pennellate, ma è soprattutto il complesso e ricco mondo interiore che viene indagato fin nei meandri più oscuri e sconvolgenti. Così, le azioni di Ghilbert, del Giullare o della protagonista di "Coriandoli" sorprendono il lettore, mentre vengono narrate in sequenze noir e fantasmagoriche, sempre sospese fra Terra e Cielo, nel flusso continuo della coscienza che si materializza in parole concrete e allusive, concatenate da allitterazioni, assonanze e metafore di denso inquietante simbolismo. Il libro sarà presentato presso i locali de “La Civetta” (in via Corrado da Montemagno) a Quarrata venerdì 15 ottobre alle ore 21.
Insieme all’autrice sarà presente Luca Bonistalli, il critico letterario pistoiese che ne ha curato la prefazione.
“Chi ha detto che non si sperimenta più con la lingua? La nuova letteratura – scrive Bonistalli - va cercata lontana dal cono di luce dell’accademia, con la certezza di trovarla là dove si trova: nei territori tracciati da chi prova a spostare più in là i confini conosciuti, usando l’unica arma a disposizione del narratore, cioè la lingua”. “Paola Pellegrini – continua - lo fa mescolando i generi, lavorando su ogni frase, cesellando le assonanze e le allitterazioni: una lingua spessa, materica, da leggere ad alta voce per sentire le parole crepitare in bocca. È una scrittrice rock, nel senso più esteso e ricco del termine, dove l’esperienza di musicista si riflette nel ritmo teso e veloce, parente stretto della poesia, debitrice, per citare un nome, del lavoro di Dorothy Porter, autrice capace di scrivere componimenti brevi in versi liberi incatenati l’uno all’altro con la forza narrativa di un romanzo in prosa. Qui non ci sono poesie ma tre racconti scritti con grande forza immaginifica. È poesia in prosa, e come tale va letta. Per fermarsi improvvisamente e rimanere stupiti dei debiti stilistici”.
Paola Pellegrini è figlia della professoressa Alessandra Covizzoli, insegnante all’istituto Capitini di Agliana, autrice tra l’altro del libro “Dallo sciopero delle trecciaiole al canto del Biancofiore”, studiosa della figura di don Dario Flori detto “Sbarra” ed una delle fondatrici del centro culturale “Sbarra” di Quarrata.
a.b.
Nessun commento:
Posta un commento