domenica 29 gennaio 2012

La morte di Oscar Luigi Scalfaro. Quando nel marzo del 1999 venne accolto a Quarrata da una folla festante e invocò "L'impossibile per la pace". Fu il primo Capo di Stato a visitare la città.


QUARRATA_ Il 23 marzo del 1999 l’ex presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro, scomparso nella notte a Roma, venne, accolto da una folla di ragazzi delle scuole del territorio in piazza Risorgimento alla presenza del sindaco Stefano Marini e delle autorità provinciali e regionali, in occasione della inaugurazione del Monumento alla Pace di Agenore Fabbri.

Quella fu la prima volta della visita di un presidente della Repubblica alla città del mobile. Una visita già programmata dalla seconda metà del 1997 quando l’allora sindaco Stefano Marini scrisse una lettera per invitare la massima autorità dello Stato Italiano a Quarrata. “Quarrata- ci disse in una intervista Marini – è una città che rappresenta, credo con onore, il nostro paese in tutto il mondo e ospitare il massimo rappresentante istituzionale sarebbe di grossa importanza". L'incontro fu reso possibile anche dall'interessamento personale di Renzo Benesperi che in quel periodo curava per conto del Comune i progetti sull'agricoltura e il vivaismo.
Personalmente come rappresentante della stampa seguì quell’incontro da vicino, su un palchetto montato a lato del monumento della piazza centrale di Quarrata. Ricordo che tutta via Montalbano era stata addobbata di bandiere tricolori ed era stata chiusa completamente al traffico sin dalle prime ore del mattino per una questione di sicurezza.

Un mio articolo del 1997 preannunciava già la visita
Era presente anche la banda comunale Giuseppe Verdi, una moltitudine di alunni con in mano la propria bandierina tricolore, rappresentanti delle associazioni di volontariato. A Scalfaro, che firmò tra l’altro il libro d’onore del Comune, vennero offerti anche alcuni doni – se ben ricordo  tra cui una bicicletta di legno dell'artigiano Vinicio Magni e prodotti locali mentre alcuni alunni lessero dei messaggi.

A Quarrata Scalfaro proprio davanti al monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre fece un richiamo diretto alla crisi nei Balcani. “Oggi è una giornata delicata: i  venti di guerra – disse tra l’altro - diventano sempre più forti e insistenti, ma il nostro compito è quello di fare tutto il possibile e poi l’impossibile perché la guerra non ha mai risolto nulla. Perché le armi non hanno mai risolto nulla».
Lanciò un accorato richiamo alla pace, all’impegno  a “sanare la pena immensa dell’odio” e per contrapporsi “a coloro che non vogliono che trionfi la pace e l’amore” invitò tutti  “a pensare ad un enorme impegno collettivo, globale che va fatto fino in fondo”.
La conferma dell'allora sindaco Stefano Marini
Per dare poi forza alle sue parole, quasi a monito per un incerto futuro determinato allora dal comportamento di Slobo Milosevic, Scalfaro citò anche l’assurda situazione creatasi nel Corno d’Africa”.
Prima di arrivare a Quarrata Scalfaro fece tappa a Gavinana dove aveva fatto visita al centro “Turati”per poi proseguire la visita ai vivai Vannucci (la cui sede è situata sempre nel Comune di Quarrata, ndr) dove incontrò i vivaisti pistoiesi.  Da lì la visita proseguì a Firenze per il pranzo e nella seconda metà del pomeriggio a Forlì..

Davanti agli anziani del “Turati” aveva invocato la pace per il Kosovo e chiesto ai governi occidentali di prodigarsi in tutti gli sforzi possibili (e anche oltre) per evitare l’uso delle armi mentre ai vivaisti aveva lanciato l’invito a “infiorare quest’Europa che ha ancora voglia di far guerre”.
Contro i guerrafondai che affollano ancora il pianeta («Al mondo ci sono persone che non amano la pace »), il presidente della Repubblica non usò  toni belligeranti, ma si augurò che qualcuno «appoggi con lentezza un vaso sulla loro testa, invece di offrire fiori con delicatezza», per poi lasciar fare «alla legge di gravità ». «Perché, per quanto le teste siano dure, un vaso di fiori fatto bene ha sempre un successo .... floreale ».

a.b.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ricordo bene quella giornata. Condivido le parole espresse contro le guerre del momento ma soprattutto rimpiango l'ottimismo diffuso tra la gente, la speranza nel domani per le nuove generazioni. E mi riferisco sia all'economia locale che alle istituzioni. La bella giornata si rifletteva negli occhi dei ragazzi...

Gloria Giusti (da Facebook)

Anonimo ha detto...

Ricordo anche un ragazzo che ha regalato un quaderno di poesie scritte personalmente da lui...infatti lesse qualche riga e prese spunto di quella poesia letta dicendo che tutti abbiamo bisogno d'amore...