QUARRATA-AGLIANA-MONTALE_ Anche la sezione pistoiese del Partito Comunista dei Lavoratori ha preso posizione sul nuovo sforamento dei limiti di diossina all'impianto del Consorzio Intercomunale Servizi di Montale. Lo ha fatto nella giornata di ieri domenica con un comunicato stampa che volentieri pubblichiamo:
"Il Partito Comunista dei Lavoratori denuncia l’ennesimo sforamento dei limiti previsti dalla legge per le emissione di diossine all’inceneritore di Montale (PT) - avvenuto nel dicembre 2010 e colpevolmente sottaciuto per tre settimane, dopo averne avuto notizia dall’ARPAT, dalle Autorità provinciali competenti -, che mette in evidenza l’assoluta, e ormai acclarata a livello medico, pericolosità di questo impianto.
Una pericolosità peraltro diffusa e accertata anche in tutti gli altri impianti di smaltimento che utilizzano la tecnica dell’incenerimento dei rifiuti.
Per parlare soltanto degli ultimi tempi, è da ricordare come proprio l’inceneritore di Montale nell’estate del 2007 fu chiuso, anche se con colpevole ritardo, dall’Autorità per aver sforato in misura notevole i limiti di emissione di sostanze riconosciute gravemente nocive alla salute dei cittadini e all’ambiente, soprattutto le famigerate diossine.
E sempre a Montale, circa due anni fa, furono scoperte rilevanti tracce di diossine, in misura enormemente superiori ai limiti di legge, nel pollame allevato nella zona.
Come nella stessa zona, un anno fa, delle stesse diossine furono riscontrate la presenza nel latte materno di due mamme lì residenti.
Ma problemi di questo tipo vengono riscontrati anche in altre zone, come per esempio a Brescia e, ultimamente, nel mantovano.
E’ comunque e ovunque rilevata la contaminazione del terreno, dei foraggi, delle verdure e degli allevamenti nelle zone di ricaduta degli inceneritori.
Forse proprio per questo, dopo aver introdotto nuove tecniche e modifiche agli impianti, non vengono più chiamati inceneritori, ma con il termine più rassicurante e accattivante di termovalorizzatori, cioè come strutture che, attraverso il processo di incenerimento, producono anche energia elettrica.
Ci vengono presentati come sicuri sotto il profilo sanitario e ambientale e addirittura convenienti sotto il profilo energetico.
Una clamorosa mistificazione, come più volte dimostrato dal dott. Renzo Montanari, unanimemente riconosciuto come autorevole esperto di nano patologie.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, facendosi interprete delle preoccupazioni dei residenti, chiede il perché le Autorità sanitarie pistoiesi non hanno ritenuto opportuno vietare la vendita e il commercio dei prodotti alimentari provenienti dalle zone riconosciute contaminate, un provvedimento che è stato invece adottato in altre zone con problemi similari.
E’ forse per ragioni politiche che non sono stati presi certi provvedimenti, cioè per non allarmare ulteriormente la popolazione, già molto infuriata e nettamente contraria alla presenza di questi impianti nel proprio territorio.
Infuriata anche per il fatto di vedersi aumentare in continuazione le bollette della TIA, a fronte di servizi sempre più scadenti.
Anche dall’ultimo bilancio disponibile, quello del 2009, si ricavano dati allarmanti circa la situazione economica e finanziaria del CIS Spa e della sua controllata CIS Srl, rispettivamente proprietario e gestore dell’impianto di Montale.
Un buco di bilancio di oltre un milione e mezzo per la Spa e circa mezzo milione per la Srl, giustificato dal non aver potuto utilizzare l’impianto al massimo delle sue potenzialità.
Ma questo, come rilevato da Legambiente, è in contraddizione con la dichiarata volontà, da parte delle Autorità comunali di Montale, Agliana, Quarrata - proprietarie del CIS Spa – di diminuire la produzione e il conseguente incenerimento dei rifiuti, attraverso la diffusione della raccolta differenziata.
Politiche palesemente contraddittorie condotte in totale spregio delle esigenze, soprattutto sanitarie e ambientali, della popolazione.
Ormai siamo all’assurdo. Paghiamo per ammalarci, e più paghiamo e più aumentano i rischi di contrarre malattie gravissime e letali.
Il Partito Comunista dei Lavoratori ritiene che la situazione non sia più ulteriormente sostenibile e che sia sempre più evidente e necessaria una nuova politica sui rifiuti, rivedendo tutta la catena di produzione e smaltimento.
Fare di questa necessità un’occasione da cogliere che possa, nell’immediato garantire la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, ma in prospettiva creare nuove professionalità e conseguentemente nuovi posti di lavoro.
Da subito il Partito Comunista dei Lavoratori pretende dalle Autorità competenti controlli molto più frequenti e svolti con meno disinvoltura, accompagnati da provvedimenti drastici e misure radicali, fino alla confisca, per tutte quelle aziende private o semipubbliche che non rispettano le norme.
PCL Sez. Pistoia
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