sabato 5 febbraio 2011

La partecipazione al bilancio secondo Agorà. Formazione all'impegno politico e alla conoscenza critica del funzionamento delle Istituzioni


QUARRATA_ L’iniziativa del circolo di cultura politica Agorà su “Partecipare al bilancio. Lo strumento, la missione, il risultato” svoltasi giovedì sera nei locali de “La Civetta” ha avuto il pregio- diciamo il “valore aggiunto”- di offrire un esempio di partecipazione e di confronto su un tema “trasversale” ai partiti, ostico perché estremamente tecnico, ma di grande importanza per la vita pubblica: il bilancio, appunto.
Basti solo pensare alle ricadute di questo strumento di programmazione sulla comunità locale ma anche sulla normale attività politico-amministrativa.
Il merito di questo incontro- la prima uscita pubblica a Quarrata del circolo di cultura politica nato per iniziativa di un ristretto gruppo di cittadini interessati a promuovere iniziative di formazione all’impegno politico ed alla conoscenza critica del funzionamento delle istituzioni che reggono e governano la cosa pubblica, è stato quello di avere convogliato – alla vigilia dell’iniziativa di sintesi di pseudo-percorso partecipativo su “Contiamo Tutti”, fortemente voluto e difeso dal sindaco, dalla giunta e dal Pd, gli interessi di quasi tutti i partiti e comitati di cittadini presenti sul territorio con l’unica eccezione del Partito Democratico di Quarrata. Sempre più distante dai cittadini e dalle occasioni di confronto volte a costruire un reale e condiviso ambito di riflessione su un progetto per la città capace di mobilitare anche i cittadini delusi, distratti o distanti dalle esperienze politiche vissute.
Per l’occasione sono arrivati a Quarrata e sono intervenuti al dibattito anche esponenti di centrosinistra dalla Valdinievole.
A rendere interessante un argomento di difficile comprensione per i non addetti ai lavori, le “cinque provocazioni” di Mauro Galigani affrontate in modo empirico, utili comunque a puntualizzare che dinanzi a modelli diversi di bilancio occorre sempre avere chiare quali finalità si intenta perseguire e che non tutti i modelli sia di bilancio che in tema di partecipazione hanno la stessa valenza. Galigani ha parlato tra l’altro del ruolo del consiglio comunale in ordine ad indirizzo e controllo dell’azione amministrativa ma anche del rapporto tra i componenti della giunta e il sindaco.
Importante poi è stato il riferimento al collegamento del programma elettorale alla formulazione del bilancio. Un decisivo ribaltamento di visione. “Invece di partire dalla dittatura dei capitoli bisognerebbe partire dalle esigenze della gente. Mentre la dittatura dei capitoli fa riferimento ad una economicità triste quella dei risultati ottenuti da un percorso condiviso con la gente porta a sbocchi ben diversi: ad una economicità positiva”.
Gli interventi di Alessandro Cialdi sull’esperienza di consigliere comunale di opposizione e di Franco Burchietti per quanto riguarda il punto di vista dell’ (ex)assessore hanno portato un contributo di freschezza, di vivacità proprio perché legata ad esperienze dirette. Sono state messe a fuoco sinteticamente le aspettative e le criticità incontrate nell’espletamento dei rispettivi ruoli .
“Ora anche a Quarrata nella formulazione delle scelte di bilancio – ha detto Alessandro Cialdi (capogruppo Udc)- si tende spesso a rinunciare alla visione di città prospettata nel programma elettorale e nella formulazione del bilancio si parte dalle risorse disponibili senza tenere in dovuta considerazione il rispetto del programma elettorale . Per questo condivido la provocazione di Galigani auspicando davvero che il bilancio partecipativo non diventi la rinuncia ad una visione della città“.
Assai interessante il limpido intervento di Franco Burchietti “tra l’incudine-apparato e il martello-giunta/sindaco”.
Da esponente del Pd, da ex amministratore locale, da uomo di sinistra, ha invitato il suo partito ad una riflessione maggiore sulla partecipazione.
“Devo dare atto che interessi nuovi stanno venendo fuori e spero che questo aiuti il mio partito ad essere meno chiuso”.
“Mi reputo un uomo di sinistra – ha esordito Burchietti - ma ho voglia di costruire più collegamenti possibili nell’area del centrosinistra. Dopo l’esperienza di 2 anni e mezzo come assessore ho ricominciato a fare vita politica di base perché ho l’ambizione di riavviare rapporti su valori condivisi per creare un modo di gestire la politica finalizzata al bene pubblico”. E riferendosi in particolare al suo partito ha loro ricordato che “quando si parla dei problemi di vita, dei problemi della gente le risposte si danno con strumenti di carattere operativo. Proprio per questo servono occasioni di confronto con tutti. Invece in consiglio comunale ho notato posizioni (di contrapposizione tra maggioranza ed opposizione, ndr) prese perché doveva essere così”.
Burchietti è stato particolarmente critico sul modo del sindaco e dei colleghi di giunta nell’approcciarsi al tema della partecipazione.
“ Quando mi fu chiesto di fare l’assessore mi venne anche spiegato che era giunto il momento per il Comune di avviare un lavoro sulla partecipazione. Pensai subito di mettermi in moto per una esperienza anche a Quarrata, ma quando mi permisi di presentare una proposta la risposta che ottenni (dai colleghi di giunta e dal sindaco) fu: Ma chi ce lo fa fare? Non ci possiamo esporre; va portata la gente verso il nostro consenso. Ciclicamente non ho mollato la situazione e tutte le volte ho riproposto il percorso per crescere su procedure partecipate e fare il bilancio entro la fine dell’anno: nel primo anno il bilancio venne approvato a marzo e ciò significava da subito il dover decidere di non fare alcune cose. Nel secondo anno furono messe insieme 3-4 assemblee andando a scegliere posti in modo non condiviso. Si trattava di occasioni preparate in fretta e furia dove si parlava come si fosse a veglia. Si fecero poi successivamente altri 3-4 incontri parlando di argomenti specifici”.
“Il regolamento comunale sulla partecipazione – ha quindi aggiunto l'ex assessore alle finanze del Comune di Quarrata - non lo ritengo esaustivo rispetto ai bisogni per il bilancio. Andrebbe bene per scegliere un’opera pubblica. Madornale è stata poi la scelta effettuata dal sindaco per il percorso partecipativo ultimo e lo dico da esponente del Pd. Il consiglio comunale dovrebbe essere chiamato a fare sintesi e non solo a ratificare”.
Gli interventi succedutisi - Luigi Catalano e Andrea Bagattini (CittàPerTe), Claudio Di Vincenzo (Sel), Alessio Mazzoni, Domenico Pagliaro (Idv), Guglielmo Bonacchi (Pdl), Ivano Bechini, Riccardo Musumeci(Sel) autodefinitosi “consigliere di maggioranza indeterminante” hanno permesso di dare voce ad una varietà di espressioni (personali e/o di parte politica) e arricchito di stimoli il confronto protrattosi fino a mezzanotte.
“E’stata l'occasione, preziosa e da tanto tempo mancante – ha commentato Renata Fabbri che ha coordinato la serata - di un dialogo a più voci: la riscoperta della possibilità di confrontarsi liberamente e liberamente esprimere il proprio sentire senza acrimonia e contrapposizione strumentale. Aldilà dei contenuti, ottimi, e degli effetti che potranno esserci, come esordio pubblico non mi è parso poco”.
a.b.

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