sabato 12 febbraio 2011

La straordinaria storia del "Santo" che piantava croci. A Colle presentazione del volume di Santino Gallorini con Claudio Rosati


QUARRATA – Nel marzo 1843, di croci, Baldassarre ne innalzò, solo ad Agliana, ben 24.
Questo Baldassarre era un personaggio davvero singolare. Di cognome faceva Audiberti, era nato in quel di Vercelli (pare nel 1760) e morì dalle parti di Arezzo nel 1852.
Visse da umile e da povero pellegrino. La sua caratteristica per cui anche oggi merita un ricordo? Collocava “la Santa Croce di Cristo” - quella con i simboli della Passione: chiodi, scala, lancia, spugna, canna, corona di spine, cartello con INRI e gallo di san Pietro - sulle strade e sui monti, sui crocicchi e nelle aie, dovunque gli fosse possibile.
Ne collocò un numero enorme: soprattutto in Toscana, ma anche in altri territori confinanti.
Lo chiamavano in tanti modi: Buon Uomo, Grande Penitente, Divoto Pellegrino, Santo delle Croci o, più semplicemente Balsassarre.
Su di lui, su una figura davvero così singolare, è appena uscito un bel volume (“Pellegrino verso il cielo”) scritto da Santino Gallorini per le “Edizioni Effegi” (Arcidosso, Grosseto) con prefazione del cardinal Angelo Comastri.
Un volume che verrà presentato nella parrocchia del Colle (a Quarrata) venerdì 25 febbraio 2011 (ore 21) con l’intervento di Claudio Rosati.
“La campagna toscana è unica per tanti aspetti – sono le prime righe del Gallorini – e uno di questi, citato da scrittori, immortalato in quadri e fotografie, è rappresentato dalla presenza in più luoghi di alti cipressi che circondano una croce in legno con gli emblemi della Passione, su piedistallo in pietra o in muratura”.
Quelle ancora esistenti, spesso sono a rischio di scomparsa. Ma tutte le dobbiamo a lui: al Buon Uomo chiamato Baldassarre Audiberti. Su di lui sono fiorite molte leggende (“famose quanto le sue croci”, sottolinea il Gallorini): c’era chi lo dipingeva come un ex ufficiale napoleonico che aveva preso parte alla decisione di ghigliottinare il re francese Luigi XVI mentre altri dissero che era un ex vescovo francese comunque implicato nella morte del re.
In ogni caso, Baldassarre innalzò centinaia e centinaia di queste croci: ovunque in ogni parte della Toscana, ma anche in Umbria e nell’Alto Lazio.
“Ci ricorda – commenta il card. Comastri, arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano – che siamo tutti pellegrini e che, nel viaggio della vita, c’è una luce che illumina il cammino: è la croce di Cristo”.
Santino Gallorini, nel suo singolare volume non solo racconta Baldassarre ma riporta anche – provincia per provincia - una catalogazione delle sue famose croci informando anche su come avvenivano le cerimonie di innalzamento.
Nel pistoiese l’elenco parte da Agliana per raggiungere Lamporecchio, Montale, Montecatini, Pistoia e Quarrata.

Santino Gallorini è un attivo cultore di archeologia e storia locale, che si interessa da anni delle vicende del passato della Valdichiana aretina.
E’ socio dell'Accademia Petrarca di Arezzo, dell’Accademia Masoliniana di Panicale ed è fra fondatori della Società storica aretina. Collabora con testate giornalistiche locali ed ha al suo attivo la pubblicazione di numerosi saggi, fra i quali si ricordano: “La Battaglia del Trasimeno, riesame della sua localizzazione” (vincitore del XV premio del libro di storia “Gustavo Grifoni”), “Castiglion Fiorentino, dalle origini etrusco-romane al 1384”, “Rigutino, l’antica Bricianum”, “La Primavera del “Viva Maria”, “Viva Maria e Nazione Ebrea. I fatti di Monte San Savino e Siena”.

Non poteva mancare, nel volume, “la vita del celebre eremita Baldassarre Audiberti” narrata in ottava rima.

Ecco due delle 19 strofe

Giunto che Baldassarre fu in Toscana
Alzò diverse croci nel Fiorentino
Girò tutti i paesi in Valdichiana
Il senese, il Pisano e il Pesciatino,
Passò per la provincia maremmana
Pistoiese, Pratese e l’Appennino,
Di dove egli passò vi pose il segno
Innalzò delle croci il santo Legno.
All’arrivo di quel santo eremita
Correva in folla numerosa gente
Di campagnoli quantità infinita
Con inni e canti processionalmente
Vecchi canuti, e gioventù fiorita
Cantavan tutti insieme santamente;
Quando arrivò quest’uomo pio e giocondo
Pareva, o figli, rinato il mondo



Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia

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