sabato 12 gennaio 2013

L'assenza "ingiustificata" delle autorità preposte alla sicurezza. La "commemorazione laica" sulla tragica fine di don Mario Del Becaro. La profonda amarezza dei cittadini. La cronaca di un consiglio comunale ad alta tensione. Gli interventi del pubblico.



QUARRATA_ Senza risposte. Così dopo circa tre ore di interventi (16 in tutto quelli da parte dei cittadini a cui si sono aggiunti quelli dei capigruppo consiliari, del vicecomandante del Corpo di Polizia Municipale, del vicesindaco e del sindaco) sono usciti dalla sala consiliare i tanti cittadini (circa cento) intervenuti al consiglio comunale sulla sicurezza indetto ad unanimità da tutti i gruppi consiliari dopo l’efferrato delitto di don Mario Del Becaro e il susseguirsi di furti e aggressioni sul territorio della Piana.
Con la promessa del presidente del consiglio comunale Giovanni Dalì che tutte le istanze saranno raccolte e trasmesse a chi di dovere.
Cittadini senza risposte, arrabbiati e soprattutto rammaricati dalla totale assenza all’assemblea da parte delle istituzioni preposte a dare risposte e rassicurazioni alla popolazione.
Sono state definite “ingiustificate” le assenze del prefetto, del questore di Pistoia e del comandante della stazione dei Carabinieri di Quarrata. Una presenza che sarebbe servita almeno a dare un segnale di rassicurazione in un momento particolarmente difficile, a stemperare gli animi “feriti”, a dare una rassicurazione. Sarebbe bastata anche una silenziosa presenza.


Per alcuni cittadini la serata è stata “inutile perdita di tempo”; per altri è stata l’occasione per ricordare la figura del parroco di Tizzana-Catenaabbandonato anche dai propri fratelli (la Curia, ndr”); per altri ancora un modo per sfogare la propria rabbia ed esprimere la propria paura.
C'è stato un momento di raccoglimento e di silenzio. Ci sono stati anche momenti di vera e propria “baruffa” che avevano poco a che fare con la tanto “richiamata” ricerca della coesione sociale, individuata da tanti come una delle possibili “soluzioni”.

All’escalation di furti e rapine, in risposta a quanto successo nella canonica di Tizzana ma anche alle rapine nella villa del vivaista Chiti a Chiesina Montalese che hanno destato grande allarme nella comunità in questi giorni sono seguiti diversi controlli anticrimine da parte della Polizia di Stato in collaborazione con il Reparto prevenzione crimine di Firenze.
Nonostante ciò i cittadini di Quarrata non si sentono sicuri, si sentono privati del “diritto alla libertà”, non si sentono “tutelati”: qualcuno addirittura ha minacciato di “difendersi da solo” imbracciando pistole e fucili nel caso non siano presi provvedimenti.

“Ci sentiamo tutti più fragili dopo quanto è successo nella nostra comunità – ha dichiarato in apertura del consiglio comunale aperto il presidente dell’assemblea Giovanni Dalì. Nonostante l’assenza delle autorità preposte alla nostra sicurezza abbiamo l’obbligo come amministrazione di accogliere le istanze dei cittadini e di inviarle alle forze dell’ordine perché ci diano delle risposte”.

“L’impoverimento a cui stiamo assistendo, la mancanza di lavoro- ha aggiunto – e l’aumento dei reati sono scollegati tra di loro.. Ci troviamo di fronte a furti giornalieri nelle nostre aziende, intere strade vengono prese d’assalto anche con modalità terrificanti con furti mirati, con l’utilizzo di armi. Alla fine di tutto questo giro di terrore il nostro territorio ha assistito anche alla tremenda uccisione di don Mario Del Becaro, un uomo di Dio che per scelta aveva rinunciato al possesso dei beni”.
 
La serata è quindi proseguita con la commemorazione “laica” da parte di Marco Spinelli, uno dei parrocchiani (vista l’assenza da parte dei rappresentanti della Curia Diocesana) il quale si è soffermato sulla “solitudine dell’ultimo periodo” del parroco.
“Sapevamo che riteneva il suo lavoro esaudito visto che aveva espresso il desiderio di andare via”. 
 
Gli interventi/ La parola quindi è passata ai cittadini. Dal segretario della Lega Nord Giancarlo Noci è arrivata la richiesta per attivare le procedure per portare a Quarrata un commissariato di Pubblica Sicurezza”. ”C’è la necessità – ha detto invece Rita Fantechi di Catena – di promuovere un censimento reale (su lavoro, tasse pagate, fedine penali.. ecc) sugli extracomunitari che gravitano sul nostro territorio”. “Dove c’è un tessuto sociale forte- ha detto invece Daniele Manetti – i malviventi non hanno scampo”.
Per l’”unico rappresentante della commissione per la partecipazione del Comune di Quarrata” occorre ricreare attraverso il metodo della partecipazione il “tessuto sociale solidale”.
“Anche i problemi della nostra sicurezza – ha detto rivolgendosi direttamente al sindaco Mazzanti – si possono risolvere se c’è la collaborazione di tutti i cittadini. Laddove si fa partecipazione i dati in mio possesso indicano anche una riduzione della criminalità. Dove i cittadini parlano tra loro i criminali sono costretti ad andare via”.
“Attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio- ha dichiarato Vitaliano Manetti (consiglio di frazione di Casini)- Ai funerali di don Mario ho sentito molti discorsi razzisti. Pur essendo leghista ritengo che nella popolazione straniera ci siano persone buone e cattive. Dobbiamo casomai lavorare per creare misure di prevenzione che sono però possibili solo se esiste un legame stretto tra i cittadini e le istituzioni”.
“Quando si parla di sicurezza- ha sottolineato Renata Fabbri (Agorà)- si legano insieme altri termini quali: paura, solitudine, violenza. C’è più violenza di quanto ci si può immaginare, soprattutto verbale. Pensiamo ad esempio ai nostri ragazzi che si sono tolti la vita perché offesi sui social network, pensiamo a quanto sia diffuso il bullismo. Non penso che sia possibile installare commissariati di polizia, telecamere su tutto il territorio o installare uno stato di polizia. Le nostre telecamere sono i nostri occhi che ci fanno vedere chi è accanto a noi. Il problema non è di italiani o extracomunitari. Occorre rimetterci in gioco, vivere il nostro territorio. Vorrei quindi una comunità più libera, più aperta e solidale”. “La mia impressione – ha detto Paolo Fabbri (Avis) – è che a Quarrata la situazione stia degenerando soprattutto per la mancanza di lavoro. Occorre allora lavorare in tale direzione, per ristabilire la legalità”. 
Si è vissuto un momento di “alta tensione” quando il presidente dell’associazione Pozzo di Giacobbe Emiliano Innocenti ha preso la parola ed è stato interrotto da urla di un gruppo di cittadini.
“Alcune cose che ho sentito stasera- ha detto – mi fanno molta paura. Voglio che i miei figli crescano in un ambiente sereno ma non accetto i discorsi fatti sullo straniero, come unico responsabile di questa situazione. Mi piace parlare invece delle persone e dei problemi legati all’integrazione. I clandestini che arricchiscono i padroni forse vanno bene? Quelli sì, per tanti”.
Di “certezza della pena” ha parlato infine Sonia Ciraolo Gonfiantini che per 14 anni ha lavorato a fianco di don Mario Del Becaro: “Credo che il miglior modo di onorare la memoria di don Mario e di mettere un freno a questi reati – ha detto – quando saranno presi i colpevoli sia quello di avere la certezza della pena”.
Sono intervenuti tra il pubblico anche Oreste Vannucci, Grazia Campagni, Massimo Sardi, Barbara Gori, Guido Mantellassi, Marco Gori, Saverio. 
Quindi la parola è passata ai gruppi consiliari (Anna Ciervo, Alessandro Cialdi, Flavio Berini, Gabriele Giacomelli, Fiorello Gori, Giorgio Innocenti), al vicecomandante della Polizia Municipale Marco Bai, al vicesindaco Gabriele Romiti e al sindaco a cui è toccato concludere ma di questo e di altro ne parleremo in un prossimo post.
 
Andrea Balli

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cerchiamo di mantenere la calma , di salvaguardare le nostre case con metodi di sicurezza e di avere fiducia nelle forze dell'ordine

Loretta Cafissi Fabbri (da Facebook)