PISTOIA-QUARRATA_. Avete assaggiato il
pecorino prodotto in Romania? Non il “brânza de oaie” (formaggio di pecora, in
rumeno), ma un formaggio chiamato pecorino, con l'aggravante che chi lo produce
ha ricevuto finanziamenti da una società controllata dal Governo italiano, la
Simest.
Ovviamente nulla ha a che fare il formaggio
rumeno con il pecorino a latte crudo della montagna pistoiese o con quello
romano o sardo.
Per tutelare il Made in Italy
agroalimentare giovedì 15 Marzo 2012,
a partire dalle ore 9,30 in piazza Montecitorio a Roma, si terrà un sit in a
cui parteciperà una folta rappresentanza di Coldiretti Pistoia, che presenterà
alla politica romana la forte sensibilità delle istituzioni locali al tema.
Hanno approvato (o lo stanno per approvare) uno specifico ordine del giorno 20
dei 22 comuni della provincia: all'appello mancano Pistoia città e Montecatini.
Da Pistoia partirà una nutrita delegazione.
Saranno presenti assessori e consiglieri dei comuni di Quarrata (per
Quarrata ci sarà il consigliere comunale Pd Simone Niccolai, ndr), Cutigliano e
Pieve a Nievole.
“Siamo in attesa di ulteriori adesioni istituzionale per
questa che è una battaglia sacrosanta contro un atteggiamento masochistico
dello Stato. È come pagare qualcuno perché ti dia martellate sulle ginocchia
-ha dichiarato Francesco Sossi, direttore di Coldiretti Pistoia-. A Roma
porteremo le delibere approvate dai comuni pistoiesi, che ringraziamo anche per
la sensibilità e tempestività”.
In tutta Italia sono state approvate
delibere in 12 Regioni, in 26 Province, in 41 Camere di Commercio e in ben
2.214 Comuni.
Il 'Pecorino' prodotto completamente in
Romania con i soldi dello Stato italiano, è l'ennesimo esempio del cattivo
servizio che la Simest rende all'Italia. Un esempio emblematico di come in
questi casi lo Stato favorisca, non l'internazionalizzazione delle imprese o le
joint venture, ma la mera delocalizzazione, sfruttando il valore evocativo del
Made in Italy; favorendo la concorrenza sleale alle imprese italiane. Posti
di lavoro all'estero, sfruttando la tradizione e la qualità che la lingua
italiana evoca nei consumatori di tutto il mondo: il cosiddetto Italian
sounding. Altri casi già denunciati da Coldiretti hanno riguardato vari
insaccati dal nome marcatamente italiano (culatello, finocchiona, salame
calabrese, ecc.) prodotti rigorosamente nel continente americano.
Organizzata da Coldiretti hanno aderito
alla manifestazione romana agricoltori, cittadini, ambientalisti, associazioni
dei consumatori, insieme a Sindaci e rappresentanti delle Istituzioni a livello
nazionale, regionale e locale.
La manifestazione sarà l’occasione per affermare
la centralità del settore agroalimentare, una delle poche leve competitive di
cui il Paese dispone per ricominciare a crescere, ma anche un modo per
denunciare gli ormai troppi casi di disattenzione e sottovalutazione nei
confronti di un settore che è patrimonio del Paese.
Oggi Coldiretti Pistoia si chiede:
- perché dopo tante denunce il Ministero
dello Sviluppo Economico non vieta per legge il finanziamento di prodotti
realizzati all’estero che imitando il vero Made in Italy uccidono il futuro
delle nostre imprese?
- perché chi con la terra ci lavora e ci
vive si è visto aumentare l’IMU in maniera maggiore di chi la terra la usa per
divertirsi o speculare?
- perché al tavolo del lavoro tra Governo e
forze sociali, il nostro settore che occupa 1,2 milioni di lavoratori
dipendenti oltre agli autonomi è l’unico a non essere stato invitato?
- perché dopo due leggi nazionali
sull’etichettatura per fare sapere agli italiani quello che mangiano nessuno si
è preso la responsabilità di applicarle?
L'agricoltura italiana è la prima a livello
mondiale per valore aggiunto ad ettaro, il cibo è il più apprezzato e imitato
nel mondo, l'export agroalimentare cresce a due cifre. Agricoltura e cibo sono
un patrimonio economico, sociale, ambientale, paesaggistico e culturale che il
mondo ci invidia. Sono un patrimonio di tutti gli italiani! Tutto questo la
gente lo sa ed è ora che anche la politica ne prenda atto.
Le ragioni della
mobilitazione saranno illustrate dal presidente della Coldiretti Sergio Marini
a partire dalle ore 9,30 in piazza Montecitorio a Roma con
migliaia di manifestanti che presidieranno anche il Ministero dello Sviluppo
Economico in via Veneto 33 e la sede della Simest in Largo Ottavio Tassoni.
Fonte: Ufficio Stampa Coldiretti Pistoia
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