mercoledì 2 gennaio 2013

Inchiesta sull'omicidio di don Mario Del Becaro, si cerca la sua Punto e si attendono i riscontri del Ris. Due le piste seguite. Dalla parrocchia l'invito alla preghiera: Perchè chi ha compiuto questo gesto si converta e capendone la gravità si consegni nelle mani di chi ha l'autorità di giudicarli".

QUARRATA_ Mentre la parrocchia di Tizzana e Catena sta con fatica cercando di reagire alla tragica scomparsa del proprio parroco e di tornare alla normalità, forte anche dell’appoggio del Vescovo che da subito si è mosso per “riattivare una normale vita comunitaria” affidando momentaneamente la guida a don Roberto Razzoli e comunque in attesa di notizie sul fronte delle indagini, le forze dell’ordine stanno continuando le proprie ricerche.
Ci sarebbero al momento piste da seguire e “riscontri da sviluppare” nell’inchiesta sull’omicidio di don Mario Del Becaro.  

Gli investigatori si stanno concentrando in particolare sulla ricerca dell’auto del sacerdote, una Fiat Punto grigia con cui gli aggressori sono fuggiti dalla piazza della chiesa di Tizzana dove era parcheggiata la sera del 28 dicembre scorso (attraverso la ricostruzione di qualche fase del percorso che ha seguito quella notte) ma anche sugli ultimi giorni di vita del parroco attraverso la raccolta di ulteriori testimonianze tra chi gli è stato più vicino.
Finora  - come riportato oggi anche in un comunicato dell’Ansa - sono state due le ipotesi principali formulate dalla Procura e dai Carabinieri. La prima: quella della vendetta di un clan familiare di nomadi a cui apparterrebbe il ragazzo ventiquatrenne (di etnia Sinti, residente in un campo nomadi di Prato) fatto arrestare il 18 dicembre per estorsione dallo stesso don Mario Del Becaro 
Il ragazzo – sembra – che ricattasse da tempo il sacerdote e quella sera venne arrestato dai Carabinieri mentre tentava di sfondare a calci una delle porte della canonica di Catena. Il nomade voleva da don Mario 30 mila euro. I motivi sono al momento ignoti.
L’altra pista che rimane tuttora aperta  è quella di una lite con un romeno, forse ospitato nella canonica della chiesa di Tizzana, con cui  il parroco avrebbe avuto un diverbio sempre per questioni di soldi.
Si è parlato di “spedizione punitiva” camuffata da rapina o anche di rapina finita male fatta da balordi e marginali a cui don Mario Del Becaro dava saltuariamente ospitalità.
Un aiuto alle indagini è atteso comunque dai risultati scientifici del Ris che come noto hanno raccolto numerose prove ed elementi sul luogo del delitto.
Dalla parrocchia arriva intanto  l’invito alla “preghiera” “affinchè chi ha compiuto questo gesto si converta e capisca la gravità consegnandosi nelle mani di chi ha l’autorità di giudicarli. Non spetta a noi dare un giudizio ma solo pregare”..
A.B.

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