sabato 10 marzo 2012

"Si ad una legge contro le dimissioni in bianco". L'intervento del presidente diocesano del Movimento per la Vita Tommaso Braccesi sulla iniziativa intrapresa dalla Regione Toscana. "Anche a Pistoia casi inaccettabili"



PISTOIA_ "Bene ga fatto il presidente del governo regionale, Enrico Rossi, e bene hanno fatto le consigliere regionali di tutti i gruppi politici ad annunciare una legge toscana contro la pratica delle dimissioni in bianco".
Interviene così Tommaso Braccesi, presidente diocesano del Movimento per la Vita, dopo l'annuncio che entro un mese sarà presentata in consiglio regionale una proposta di legge per contrastare un fenomeno di inciviltà: la pratica di far firmare, a lavoratori e lavoratrici, un foglio con dimissioni in bianco (prive, cioè, di data) da far valere a piacimento del datore di lavoro. Una pratica che riguarda in prevalenza le lavoratrici.
“Sembra impossibile – prosegue Braccesi - ma capitano spesso, anche in Toscana, anche a Pistoia, situazioni di donne costrette a firmare dimissioni in bianco oppure impegni a non partorire, così come non mancano casi di donne diventate vittime di mobbing solo per aver comunicato di essere in attesa di un figlio.
Tommaso Braccesi  (nella foto) è anche presidente del Centro Aiuto alla Vita
“Come presidente della locale sezione del Movimento per la Vita – aggiunge Braccesi - sono stato informato di vicende del genere: vicende per fortuna denunciate e poi risolte con il reintegro e il risarcimento del danno anche grazie alla collaborazione con la Consigliere di parità della Provincia di Pistoia. E’ del tutto evidente l’esistenza di un sommerso che mortifica la donna e il desiderio di maternità.  Tali eventi, incivili e inaccettabili, ci devono far riflettere su come la nostra società non sia ancora preparata a conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro. Troppi, ancora, gli ostacoli contro il grande dono della vita che nasce.  E’ necessario anche chiedersi quante di queste donne, per mantenere il posto di lavoro, sono di fatto condotte e/o costrette a percorrere la strada dell’interruzione di gravidanza. Un dramma collettivo, vissuto però in solitudine e nell’indifferenza della collettività".
" Dunque - conclude - ben venga questa legge toscana ma ben venga, da parte del Parlamento nazionale, anche una norma più generale: bisogna restituire vita alla legge ingiustamente cancellata dal governo precedente. Prima che politica, è una questione di evidente civiltà”.

Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Pistoia


1 commento:

Anonimo ha detto...

Vista con i miei occhi la fotocopia di una lettera di dimissioni firmata, senza data, di un ingegnere la cui società ha un appalto per noi. Quando l'appalto finisce l'ingegnere va a casa! Prodi a suo tempo fece un legge per impedire cose del genere (le dimissioni dovevano essere presentate tramite Comune o altri enti). Berlusconi giudicò la procedura troppo complessa ed abolì la legge per "farne una migliore". La stiamo ancora aspettando.