PISTOIA_ A Pistoia si
ricorda la Liberazione del settembre 1944. A questo proposito riceviamo e
volentieri pubblichiamo un intervento di Roberto Daghini, consigliere comunale
a Serravalle Pistoiese.
“Con la l’anniversario della
liberazione di Pistoia non è possibile non pensare ai numerosi misteri che ancora oggi non trovano
risposta.
A differenza delle altre
città toscane, a Pistoia dai primi
anni trenta alla caduta del fascismo gli antifascisti locali godettero di una
relativa libertà.
Questa fu possibile per la
natura stessa della città, dove i fascisti e antifascisti vivevano in simbiosi
anche nelle stesse famiglie. Silvano Fedi |
Questo clima di quieto
vivere continuò con la caduta del fascismo
e l’occupazione, a tal scopo fu
stipulata un intesa non scritta, in cui gli antifascisti furono lasciati liberi
di agire in cambio di evitare scontri sanguinosi e epurazioni a fine guerra. (ciò
è poi effettivamente avvenuto)
A quest’ intesa aderì la
direzione del PCI stalinista no gli anarchici, gli azionisti di Manrico Ducceschi e la componente
comunista Troskista di Agenore Dolfi.
Durante la resistenza non è
chiaro l’assalto alle carceri di Pistoia, di cui ancora oggi non si conoscono tutti i
nomi dei liberati da Silvano Fedi e Licio Gelli. Questo perchè
alcune pagine del registro matricolare risultano mancanti, tolte
perché non si conoscesse chi era stato
imprigionato e poi liberato.
Altro mistero l’uccisione di
Agenore Dolfi forse ucciso da
partigiani avversi perché non in linea con l’ideologia staliniana . L’eliminazione
del vice questore Scripelliti ucciso
probabilmente da partigiani perché non
rivelasse i nomi dei collaboratori della Questura ex fascisti passati nelle file della resistenza.
Il funerale di Manrico Ducceschi |
L’agguato a Silvano Fedi che quasi sicuramente si
doveva incontrare a Montechiaro con
qualche persona molto importante.
A liberazione avvenuta il fallito attentato a Italo Carobbi progettato
nella montagna pistoiese nel dicembre 1945.
La sparizione del primo
verbale del CLN redatto a Campiglio
, nascosto dentro una bottiglia di vetro.
La denuncia da parte di un
partigiano della Formazione Bozzi di un progetto di assalto alla sede ANPI pistoiese a fine del 1945.
Roberto Daghini |
Il successivo processo
intentato a due carabinieri si concluse con l’assoluzione di questi.
Presunti vagoni di banconote
o di oro scomparsi, persone tra cui
anche appartenenti alle forze partigiane che si sono improvvisamente arricchiti
con una serie di rapine alle banche locali e di altri caduti in disgrazia o
scomparsi.
In ultimo i misteri sul
dopoguerra di Manrico Ducceschi lasciato
solo e l’oblio in cui è caduto, dopo la sua morte e non in ultimo la vicenda
della sua mancata attribuzione di una medaglia al valore.
A mio parere la conoscenza
di alcuni di questi misteri aiuterebbe a capire molti avvenimenti accaduti
negli anni a seguire del dopoguerra, per
questo motivo non è escluso che sapremo poco o nulla.
Roberto
Daghini
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