QUARRATA_ Su iniziativa della rivista - a cadenza mensile-
“Traveller” edita dalla casa editrice
Condé Nast ha preso il via l’iniziativa “Una firma per l’Italia”, una
campagna per sostenere l’inserimento di
14 ville e giardini medicei nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Tra le 14 ville candidate- come noto - c’è anche la villa medicea “La Magia” di
Quarrata.
La campagna è stata lanciata sul numero di agosto e con un blog per
raccogliere le firme di adesione. La petizione è on line
all’indirizzo http://traveller.vanityfair.it/petizionevillemedicee/#
.
Il sito di
Traveller ( http://www.vanityfair.it/viaggi-Traveller)
poi, aggiornerà settimanalmente sullo
stato dell'iniziativa il cui esito sarà noto per la primavera del 2013.
Per
allora la commissione del Centro per il patrimonio mondiale avrà visitato i
luoghi candidati e preso una decisione.
“È stata – scrive il direttore di Traveller Roberto Delera - un'emozione breve ma ha lasciato il segno. Non
avevo mai visto la villa dei cento camini, Villa Artimino vicino a Prato, e non
sapevo che, con altre tredici ville e giardini medicei della Toscana, è
candidata per entrare nel Patrimonio dell'Unesco. Unica candidatura italiana
per il 2013. Così mi è sembrato giusto scendere in campo, anzi chiedere a
Traveller di scendere in campo per aiutare i 14 siti che la Regione Toscana e
il ministero per i Beni e le Attività Culturali chiedono di porre sotto la
«protezione» dell'Unesco. Come? Utilizzando la sua arma migliore: voi, i
lettori di Traveller. Invitandovi, dunque, a firmare un appello in sostegno
della candidatura delle ville toscane...Firmate, e dite di firmare!”.
L’appello viene lanciato dalla nota rivista milanese
che si occupa principalmente della “ricerca” e del “godimento nell’esperienza
del viaggio”.
Al momento le firme sono oltre 600 provenienti da ogni
parte d’Italia ma anche dall’estero. Tra
queste- al momento in cui scriviamo- non ci risultano presenti firme di quarratini.
Hanno aperto la raccolta firme: Angelo Riccaboni rettore
dell’Università degli Studi di Siena, Paolo Galluzzi direttore del Museo
Galileo di Firenze, Fabio Barluzzi presidente Odine degli architetti di
Firenze, Alessandro Angelini Università degli Studi di Siena, Giuseppe Barbera
Università degli Studi di Palermo, Paolo Inglese Università degli Studi di
Palermo, Lorenzo Finocchi Ghersi Università Iulm di Milano, Angelo Turco
Università Iulm di Milano, Pier Luigi Sacco Università Iulm di Milano, Anna
Delera Politecnico di Milano Scuola di Architettura e Società.
“ È importante – spiegano dalla rivista - preservare e
valorizzare il patrimonio artistico italiano e aiutare le istituzioni che si
adoperano per farlo. È importante perchè sono una ricchezza di tutto il popolo
italiano e sulla quale è possibile tentare di rifondare il nostro Paese. È
importante che alle voci ufficiali si aggiungano le voci di tutti noi
cittadini. Più siamo, più la nostra voce sarà forte”.
Nell’appello vi si legge:
Le Ville Medicee sono dei complessi
architettonici rurali entrate nel patrimonio della famiglia Medici tra il XV e
il XVII secolo. Oltre che luoghi di piacere e svago, le ville rappresentavano
la «prefettura» sul territorio amministrato dalla famiglia dei Medici, oltre al
centro delle attività economiche agricole dell’area in cui si trovavano. Le
prime ville medicee sono quelle del Trebbio e di Cafaggiolo, di
severo aspetto fortificato trecentesco e legate esclusivamente al controllo dei
fondi agricoli nella zone del Mugello, della quale erano originari i Medici.
Nel Quattrocento Cosimo il Vecchio fa edificare a Michelozzo le ville di Careggi
e Fiesole, edifici ancora severi nelle forme, ma dove iniziano ad essere
presenti degli elementi di svago: cortili, logge, giardini. Lorenzo de’ Medici
era solito risiedere per lunghi periodi a Careggi, qui soleva far riunire
l’Accademia neoplatonica e il Cenacolo di Marsilio Ficino, e sempre qui lo
colse la morte nel 1492. Gradualmente i Medici “accerchiarono” Firenze con le
loro ville, mentre nel periodo granducale, di pari passo con lo svilupparsi dei
loro interessi in tutta la Toscana, si assiste a una costellazione di queste
strutture architettoniche anche in zone lontane dalla capitale del Granducato.
Il sistema delle ville medicee costituisce un vero e
proprio microcosmo attorno al quale si sono svolgevano i rituali della corte
medicea. Spesso sorte al posto di antichi castelli, tali ville esprimono al
massimo l’alto livello di architettura rinascimentale e barocca raggiunto in
Toscana, permettendo confronti sull’evoluzione degli stili. Alla fine del
Cinquecento il sistema territoriale delle ville, dalle forti valenze economiche
e strategiche, contava almeno 17 tenute principali secondo un profilo
storico-artistico. La stagione delle ville medicee si concluse con Ferdinando I
che acquistò Montevettolini e Artimino, mentre ampliava anche
l’Ambrogiana, la Petraia e Castello. Ogni membro della
famiglia Medici possedeva una sua tenuta come luogo di piacere e di
rappresentanza, mentre il Granduca si spostava da una villa all’altra: per la
caccia si reca a Pratolino, al Trebbio e a Cafaggiolo, in primavera soggiorna
all’Ambrogiana, mentre ad Artimino, che si trova in collina, passava le
giornate di luglio in frescura. I giardini per le quali le ville sono famose
hanno un primo esempio nella villa di Castello, dove Cosimo I fa
realizzare quello che è il prototipo di giardino all’italiana da Niccolò
Tribolo, l’autore in seguito anche del Giardino di Boboli.
È per questo
che noi salutiamo con piacere la decisione dell’Unesco di esaminare il dossier
presentato dalla Regione Toscana in collaborazione con il Ministero per i Beni
e le attività culturali per la candidatura a patrimonio dell’Umanità di 14 siti
– il giardino di Boboli e quello di Pratolino, le ville di Cafaggiolo, Il
Trebbio, di Careggi, di Fiesole, di Castello, la Petraia, di Cerreto Guidi, di
Poggio Imperiale (Firenze); Villa di Poggio a Caiano (Prato); Palazzo di
Seravezza (Lucca); Villa La Magia (Quarrata, Pistoia); Villa di Artimino
(Carmignano, Prato) – e auspichiamo una risposta positiva da parte del Centro
per il patrimonio mondiale per assicurare a questo simbolo della cultura
italiana un posto rilevante nella storia.
Ecco come viene presentata Villa La Magia di Quarrata:
L'antica villa trecentesca fu restaurata
dall'architetto Bernardo Buontalenti su volere del granduca Francesco
I e trasformata in un'elegante residenza di caccia. Era il perfetto punto
d'appoggio per le battute nel Barco Reale, l'ampia riserva al centro
delle altre proprietà Medici di Poggio a Caiani, di Artimino, dell'Ambrogiana e
di Montevettolini. Gli interni sono decorati da affreschi, stucchi e arredi
neoclassici voluti dalla famiglia Attavanti. Ora la villa, di proprietà del
comune, è aperta alle visite e ospita eventi e manifestazioni culturali.
Informazioni e visite: sul sito,
e al numero 0573 774500.
Andrea Balli
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