A seguito dell’entrata in vigore della riforma previdenziale Monti-Fornero
oltre 270.000 famiglie italiane sono oggi nella condizione di restare da 1 a 10
anni senza alcun reddito e senza la legittima pensione.
Infatti la legge di
riforma prevedeva la salvaguardia dei lavoratori ed ex-lavoratori che erano in
prossimità della pensione. Ma il successivo Decreto Attuativo della legge di
riforma firmato dal Ministro Fornero imponeva pesanti condizioni capestro per
tale salvaguardia che è stata, di fatto, limitata a soli 65.000 pensionandi,
diventati poi 120.000 con il successivo DL 95, su un totale di quasi 500.000
pensionandi interessati. Condizioni che prevedono: avere la decorrenza della
pensione non oltre il 4.12.2014; non aver lavorato ed aver versato un
contributo volontario entro il 4.12.11 per i contributori volontari; avere 20
di contributi (anziché 15) per i cosiddetti “quindicenni” (pensione minima di
vecchiaia) ; essersi dimessi per accordo all’esodo entro il 4.12.11; aver
risolto il rapporto di lavoro con accordo governativo; risultare in congedo
entro il 4.12.11 per i genitori di disabili.
Il ministro Elsa Fornero |
Un Decreto Ministeriale cinico, iniquo ed illegittimo che ha
sostanzialmente previsto una lotteria fra i soggetti interessati gettando i
“non estratti” nella più grave situazione familiare e sociale fortemente
compromessa per anni. Un decreto che ha irrimediabilmente compromesso il futuro
di 270.000 famiglie condannate all’indigenza per numerosissimi anni e senza
alcuna prospettiva sociale.
Contro questo illegittimo ed iniquo Decreto 70 “non
meritevoli” della salvaguardia di tali norme capestro hanno dato mandato agli
avvocati Prof. Proietti Fabrizio del foro di Roma e Francesco Stallone di
quello di Palermo, per impugnare il Decreto.
Tale ricorso è stato depositato il 7 c.m. presso il
TAR del Lazio. Un ricorso con il quale si richiede l’annullamento del Decreto e
la remissione degli atti alla Corte Costituzionale affinché ne dichiari la sua
incostituzionalità.
I 70 ricorrenti (coordinati ed assistiti nell’iniziativa dai responsabili
del Comitato I Quindicenni, Contributori Volontari ed Esodati e Lavoratori
Precoci) hanno dettagliatamente illustrato e documentato i loro casi
individuali di esclusione dalla vera e propria lotteria prevista nel Decreto
comune a tutti gli altri 270.000 esclusi.
70 ricorrenti in rappresentanza di
tutte le categorie dei “non salvaguardati” dalle nuove norme previdenziali: 39
contributori volontari, 13 esodati, 4 mobilitati e 13”quindicenni”, 1 in attesa
validazione di convenzione internazionale - rappresentanti
di tutte le regioni italiane e che rischiano di perdere da 3 mesi a 8 anni di
pensione restando, per tale periodo, senza alcun sostentamento.
Abbiamo atteso invano fino all’ultimo giorno di scadenza dei termini
previsti per la presentazione del ricorso con la speranza che il Ministro o il
Parlamento modificassero la normativa impugnata. Infatti nonostante lo stesso
Ministro abbia più volte riconosciuto pubblicamente l’errore commesso anziché
correggerlo lo ha reiterato con un nuovo DM di ottobre 2012 ed il Parlamento ha
partorito un insufficiente emendamento al DDL sul Bilancio di Stabilità che non
corregge affatto il problema salvaguardando solamente poco più di 10.000 non
salvaguardati su oltre 270.000.
Di fatto il Parlamento ha abdicato il suo potere legislativo ad un Ministro
che ha scritto la peggiore ed iniqua riforma del sistema pensionistico italiano
degli ultimi 40 anni.
Il nostro auspicio ed obbiettivo è quello che il TAR,
con la sua favorevole sentenza, costringa il Ministro ed il Parlamento a
riscrivere l’iniquo Decreto per salvaguardare, oltre ai 120.000 colleghi hai
quali è stato giustamente riconosciuto il legittimo diritto alla pensione,
anche gli altri 270.000 cosiddetti “esodati” e gli oltre 50.000 cosiddetti
“quindicenni”.
Comitato Contributori Volontari Francesco FLORE
Comitato I Quindicenni Evelina ROSSETTO
Comitato Esodati e Lavoratori Precoci Claudio ARDIZIO
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