foto tratta dal sito www.boniuorquebec.it |
PISTOIA_ L'eccesso di ungulati è un problema per tutta la Toscana, ma a Pistoia cervi
e caprioli in pianura possono compromettere il settore che tiene a galla
l'economia della provincia, il florovivaismo.
“Senza provvedimenti risolutivi,
in poco tempo, cervi, caprioli faranno parte della fauna della piana pistoiese,
al pari delle volpi -spiega Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti
Pistoia-. A differenza delle volpi, però, un cervo può devastare un vivaio
anche molto esteso in poche ore. E continuando a proliferare, presto vedremo
cinghiali e altri ungulati direttamente nei centri urbani”.
Ungulati a passeggio sulle strade statali, che gironzolano nelle campagne
della montagna, in collina ed in pianura. Sembra un fatto ordinario, ma non lo
è. Ritrovarsi alle porte di Pistoia un cinghiale, o nella prima collina un
cervo che attraversa la Porrettana (SS64) o la statale 66 è pericoloso per
la circolazione stradale e danneggia pesantemente le produzioni agricole.
Vincenzo Tropiano,
direttore Coldiretti Pistoia
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Si susseguono le segnalazioni dei danni nei campi dei produttori agricoli
pistoiesi, in alcuni casi la presenza di ungulati non compromette solo il
raccolto stagionale, ma danneggia gli impianti strutturalmente: vivai, vigneti
e uliveti possono subire danni riparabili nel tempo e con grossi investimenti.
“Muretti a secco o
ulivi secolari, vivai anche in pianura sono da anni danneggiati dalla presenza
eccessiva di ungulati come cinghiali, caprioli o cervi -spiega Tropiano-.
Le contromisure sono del tutto inadeguate: i risarcimenti alle imprese
agricole sono insufficienti a coprire i danni e, soprattutto, tutti i piani
di controllo messi a punto sono risultati inefficaci a ridurre il fenomeno”.
A rendere inefficace la pianificazione è anche la confusione normativa, a
cominciare dall'ambiguo ruolo dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione
e la ricerca ambientale). La legge assegna all'Ispra un ruolo puramente
consultivo. Gli enti locali chiedono il parere all'Ispra, senza essere
obbligati ad osservarne pedissequamente le indicazioni.
E invece “nel
concreto, è l'Ispra a dettare legge -continua Tropiano-. L'ambiguità
del suo ruolo genera contenziosi davanti ai Tar e di fatto rende inutile ogni
tentativo degli enti locali di ricondurre il fenomeno dell'eccesso di ungulati
alla fisiologia. Occorre che le zone classificate a densità zero di
selvaggina, lo siano effettivamente. È obbligo degli enti pubblici locali
(e non solo) agire in questo senso. Coldiretti da parte sua metterà in campo
tutta la propria esperienza per aiutare i soggetti coinvolti a percorrere la
strada obbligata della densità zero”.
Fonte: Ufficio Stampa-Coldiretti Pistoia
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