martedì 21 gennaio 2014

"Il padre di mia figlia, un quarratino doc, ha saputo reinventarsi ma non come essere umano". Il racconto-denuncia di una nostra lettrice.. "Nonostante una sentenza del Tribunale dei minori gli imponga doveri economici e morali risulta totalmente inadempiente".


QUARRATA_ Una lettrice.. una storia da raccontare ma soprattutto il riassunto “in poche parole” di “sentimenti che valgono una vita”, quelli di una figlia.
Ad aprirsi è una giovane madre, che si è rivolta al nostro blog per denunciare una storia di abbandono di minore.
Volutamente non vengono rivelati nomi ma si porta alla luce una storia che vede “un minore privato non solo del suo genitore naturale (il padre) ma anche dei suoi diritti in quanto figlio". “Il genitore a cui mi riferisco – ci scrive la lettrice - è ovviamente un quarratino".


Ecco il racconto così come ricevuto

 
“La piacevole conoscenza, l’inizio della storia che sarebbe potuta diventare s’infrange quando scopro di essere incinta e scopro che il padre di mia figlia non è quel che si era dimostrato fino ad allora.
L’ho conosciuto nella veste di giovane imprenditore che cercava di sopravvivere alla morte di un padre, alla malattia della madre, e al vedersi negato il diritto di essere padre dall’ex compagna…ed invece lo scopro un imprenditore che sta facendo i conti con il fallimento dell’azienda paterna, ma soprattutto un padre che gioca ad essere ancora marito di una famiglia che non c’è più.
Il mondo crolla: la cattiverià con la quale si nega e minaccia me e la bimba, non ancora nata, non mi impediscono di portare avanti la gravidanza; la pancia cresce e con orgoglio porto dentro di me sua figlia.
Sono passati tre anni dalla nascita della bambina, una sentenza del Tribunale dei Minorenni lo dichiara padre e gli impone doveri economici ma anche morali nei confronti della figlia. Doveri verso i quali risulta totalmente inadempiente: non ha mai provveduto al mantenimento della bambina ne tantomeno si è mai interessato dei suoi bisogni primari, affettivi ed emotivi.
Ogni tanto mi capita di passare dalla vecchia azienda, trasformata in un’altra attività. Ha saputo reinventarsi ma non come essere umano.
Lo osservo mentre chiacchiera con i clienti, mentre elargisce consigli e sorrisi,e, banalmente, mi chiedo come si comporterebbe davanti all’unica interlocutrice che meriterebbe la sua attenzione.
Tutto questo è M. P. , un quarratino doc! “.

Una lettrice

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche io sono una mamma sola, una mamma single che ha letto con tenerezza ed ammirazione le parole della vostra lettrice: una donna coraggiosa che ha avuto il coraggio di racocntare la sua storia ai suoi consittadini.

Ci sono donne che si trovano sole a seguito di una breve storia finita male, di un inganno, di una pasisone fuggitiva o di una lunga storia conclusa nella difficoltà di assumersi le proprie responsabilità da parte di eterni Peter Pan. In un caso o nell'altro una donna rimane sola con la sua pancia gonfia, le sue scelte, le sue paure, le sue speranze le sue gioie. In un caso o nell'altro sembra che la cosa riguardi solo quella donna ed il suo bambino. Il padre è ancora troppo spesso tutelato, celato, coperto da facili giustificazioni: "é stato incastrato", "lei voleva un figlio", "non lo sapeva che era sposato?", "deve proteggere la famiglia!", "è la donna che deve avre il controllo del proprio corpo." "si sa che gli uomi sono più immaturi." Troppo spesso amici, colleghi, conoscenti stringono le spalle, compiangono, se va bene confortano ma considerano la vicenda una questione puramente personale. I diritti di un bambino passano in secondo piano. La pari responsabilità fra uomo e donna sembrano irrilevanti. E la donna continua la sua strada sola con il suo bambino, spesso senza chiedere nulla, per paura, per dignità, per indipendenza. Quelle volte che si ha il coraggio di uscire allo scoperto ed esigere giustizia si entra nelle maglie di un ingranaggio lungo, incerto ed al quale un uomo astuto può sottrarsi, latitando indefinitamente ai propri doveri morali e materiali. Si tratta solo di una questione privata?

In questo momento storico non passa giorno senza leggere le tristi storie di padri separati che lamentano scarso riconoscimento del proprio ruolo, ingiustizia, perdita del legame con i figli, indigenza materiale, false accuse da parte di madri malevole. Chissà perchè non si alza mai il velo sui tanti figli dimenticati, trascurati, allontanati da padri senza scrupoli, sulle tante donne che da sole lottano quotidianamente per difendere la propria dignità e quella dei propri figli?


Lettera firmata





Anonimo ha detto...

Non posso che sottoscrivere ed esprimere tutta la mia comprensione. Una certa ipocrisia omertosa continua a coprire di indifferenza troppe di queste vicende che riguardano bambini e donne. E' frequente leggere le storie di padri ingiustamente tenuti lontano dai figli. Ed è giusto mobilitarsi per esse. Poco si legge e si scrive invece di questi altri padri trascuranti, abbandonici, pavidi che rifiutano di farsi carico delle conseguenze dei propri atti. Ci sono donne ricche di risorse che riescono a vivere queste situazioni con slancio, creatività e serenità ma ce ne sono altre che finiscono schiacciate, con i loro piccoli, da un sistema che non aiuta a recuperare giustizia e non sostiene socialmente lo sforzo delle, sempre più numerose, famiglie monoparentali. Un abbraccio alle amiche di rete che si confrontano ogni giorno con il compito di crescere un figlio da sole.

R.N.