SERRAVALLE PISTOIESE_ Il 27 gennaio è il giorno della memoria, in cui si ricorda il dramma dello sterminio del popolo ebraico. Questo giorno fu scelto per la liberazione da parte dell’Armata Rossa del campo di sterminio di Auschwitz dove trovarono la morte milioni di persone gasate solo perché erano ebrei, comunisti, cristiani, oppositori del nazifascismo o semplicemente perché considerate razze inferiori.
Nel consiglio comunale di lunedì 27 ricorderò, il dramma di una famiglia ebrea italo turca, Cittone ,deportata da Serravalle a Auschwitz. Questa era immigrata nel 1935 da Istanbul a Livorno, era composta dal capo famiglia Abramo Cittone, dalla moglie Barbout Fortunati e i figli ; Mordechai Max, Raffaele, Nissim e Sol . A Livorno nel 1937 ebbero un'altra figlia di nome Vittoria.
Con il ritorno del fascismo e la costituzione della Repubblica sociale, dal novembre 1943 e il gennaio 1944 iniziarono i rastrellamenti perpetrati dai nazifascisti in tutta la Toscana e in particolare nei comuni della Valdinievole, meta di rifugio degli ebrei stranieri e italiani . In questo frangente i Cittone provenienti da Livorno, si erano rifugiati nel paese di Serravalle. Il 12 gennaio 1944 forse grazie anche a spie locali e su ordine della prefettura, furono tutti arrestati, dal maresciallo dei carabinieri di Serravalle, Luigi Cellai, insieme ad altri vennero internati a Serravalle che oltre a Larciano, erano i centri di raccolta degli ebrei rastrellati nella Valdinievole.
E’ utile ricordare che, in Toscana oltre a questi due comuni fungevano a questo scopo, anche i campi posti nei comuni di: Bagno a Ripoli (FI), Castelnuovo Garfagnana (LU), Bagni di Lucca(LU), Civitella della Chiana (AR) e Roccatederighi (GR).
Dopo una sosta di alcuni giorni, gli ebrei venivano tutti incarcerati, inviati a Fossoli e successivamente nei campi di sterminio.
Sulla vicenda dei Cittone avevo svolto ricerche personali, poi inserite nel libro da me pubblicato nel 2013 che tratta le vicende del fascismo e del conflitto bellico, in provincia di Pistoia.
Sulla vicenda dei Cittone avevo svolto ricerche personali, poi inserite nel libro da me pubblicato nel 2013 che tratta le vicende del fascismo e del conflitto bellico, in provincia di Pistoia.
Il mese scorso mi fu riferito che il sindaco Mungai con l’assessore Santucci che nel riordinare l’ufficio avevano rinvenuto un documento inedito, che riguardava la vicenda della famiglia Cittone. Si tratta del fascicolo “VIGILANZA ANNONARIA 1943” al suo interno vi era un foglio in cui l’agente comunale annonario scriveva al commissario prefettizio del comune Gastone Cappelli ; trascrivo il testo senza alcuna modifica;
Riferisco che la roba di proprieta’ di Cittone Abramo e’ stata accumulata nella stanza assegnata alla di lui famiglia e che e’ stata chiusa .Le tredici coperte in consegna al detto Cittone sono state passate a Caranante Celeste. Ho creduto opportuno prendere in consegna personalmente una bottiglia d’olio di circa kg 0,900 e gr 400 di zucchero .
N.1 tessera annonaria per pasta e pane n.1389 intestata a Barboun Fortunata e con i tagliandi fino al 1° febbraio 1944 .
ADDI’ 10 FEBBRAIO 1944. (firma non leggibile)
Tornando ai Cittone il 31 gennaio furono portati in carcere a Pistoia, l’8 febbraio alle Murate di Firenze a Fossoli e infine il 22 dello stesso mese con il convoglio n.8, composto di 489 persone, quasi tutti di religione ebraica partirono via Austria per Auschwitz, dove vi giunsero il 26 febbraio 1944.
Riferisco che la roba di proprieta’ di Cittone Abramo e’ stata accumulata nella stanza assegnata alla di lui famiglia e che e’ stata chiusa .Le tredici coperte in consegna al detto Cittone sono state passate a Caranante Celeste. Ho creduto opportuno prendere in consegna personalmente una bottiglia d’olio di circa kg 0,900 e gr 400 di zucchero .
N.1 tessera annonaria per pasta e pane n.1389 intestata a Barboun Fortunata e con i tagliandi fino al 1° febbraio 1944 .
ADDI’ 10 FEBBRAIO 1944. (firma non leggibile)
Tornando ai Cittone il 31 gennaio furono portati in carcere a Pistoia, l’8 febbraio alle Murate di Firenze a Fossoli e infine il 22 dello stesso mese con il convoglio n.8, composto di 489 persone, quasi tutti di religione ebraica partirono via Austria per Auschwitz, dove vi giunsero il 26 febbraio 1944.
Qui furono selezionati 95 uomini e 29 donne tutti gli altri trovarono subito la morte compreso la gran parte della famiglia Cittone.
Solo Mordechai Max fu liberato a Auschwitz e la sorella Sol nei dintorni del campo femminile di Ravensbrueck . La Sol rimarrà viva, il fratello morirà alcuni mesi dopo la liberazione.
Questa rientrata a Livorno nei primi anni del dopoguerra cercherà inutilmente di avere giustizia e nel 1991 si trasferirà nella città di HAIFA in Israele.
Ho voluto ricordare questa storia perche’ nei mesi passati, io personalmente, di concerto con il sindaco e gli uffici comunali, abbiamo cercato di rintracciare la signora Sol, per darle un qualche attestato o riconoscimento per il torto che la sua famiglia ha dovuto subire per colpa anche di alcuni nostri concittadini. Ma la ricerca ha prodotto esito negativo. La tragedia della famiglia Cittone non è la sola vicenda,che è stata fino a oggi ignorata, esistono altri fatti avvenuti nel comune di Serravalle, che ancora oggi non vengono ricordati con la dovuta attenzione.
Roberto Daghini
Ho voluto ricordare questa storia perche’ nei mesi passati, io personalmente, di concerto con il sindaco e gli uffici comunali, abbiamo cercato di rintracciare la signora Sol, per darle un qualche attestato o riconoscimento per il torto che la sua famiglia ha dovuto subire per colpa anche di alcuni nostri concittadini. Ma la ricerca ha prodotto esito negativo. La tragedia della famiglia Cittone non è la sola vicenda,che è stata fino a oggi ignorata, esistono altri fatti avvenuti nel comune di Serravalle, che ancora oggi non vengono ricordati con la dovuta attenzione.
Roberto Daghini
Consigliere comunale a Serravalle Pistoiese
1 commento:
Beh non che Auschwitz fosse un bel posto sia chiaro...ma Serravalle Pistoiese comunque è quasi un carcere... un paese del terzo mondo..
Gabriele Massi
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