PISTOIA – “Il diritto al lavoro
non può rimanere deciso solo dai dinamismi economici e finanziari: esso è un
bene fondamentale per la persona, la famiglia, la società; tocca la dignità
della vita, perciò ha un fondamento non solo economico ma anche etico e
spirituale che non può essere snobbato, pena il massacro sociale soprattutto
dei giovani e dei più deboli”.
Un'omelia dai forti connotati “politici” quella
del vescovo di Pistoia, mons. Mansueto Bianchi, in occasione della Giornata
della Pace, celebrata anche a Pistoia nella chiesa cattedrale, il cui testo è
stato diffuso solo oggi (integrale sul sito della diocesi: www.diocesipistoia.it).
Nel
dare il suo “benvenuto” ai fedeli riuniti in una cattedrale “austera e
splendida”, il vescovo ha sottolineato come la parola ascoltata nelle letture
del primo giorno dell'anno racconta “la storia di un sorriso”: quella del
“volto sorridente di Dio” e questo, per il vescovo, è l'inizio d'anno 2013
(“quando la nube della preoccupazione per il presente incupisce il cuore e la
mente di tante persone e soprattutto tarpa le ali del volo e della speranza di
tanti giovani”). Bianchi ha invitato a “non rassegnarci” perché “non possiamo
accettare che il cammino della vita, per le nuove generazioni, debba svolgersi
sotto il cielo opaco e basso della precarietà e dell'ansia nata dalla
incertezza”.
Mons. Mansueto Bianchi |
C'è
dunque un forte bisogno “di incontrare il sorriso di Dio, di esserne
contagiati, di scambiarcelo reciprocamente, di farlo emergere dal di dentro
delle cose” e con questa premessa mons. Bianchi ha indicato tre particolari
“finestre” sotto le quali “i menestrelli della pace, i cantori del sorriso di
Dio devono sostare affinché la luce si accenda e la porta si apra”.
La
prima finestra il vescovo l'ha indicata nella “vita umana” (“Far affiorare il
sorriso di Dio nella vita umana vuol dire rispettarne la dignità”) osservata
non solo nei punti estremi (“il concepimento e la morte naturale”) ma anche
lungo l'arco intero del suo svolgimento (“il diritto all'alimentazione, alla
informazione, alla formazione, alle cure, all'accesso sui mercati globalizzati,
alla libertà, all'autodeterminazione, alla convivenza pacifica fra popoli,
etnie, religioni diverse”).
L'altra
finestra (“dove il menestrello della pace deve fermarsi a cantare perché essa
si accenda e si apra”) è quella riguardante “il diritto al lavoro”.
Parole
molto chiare, dal vescovo Mansueto Bianchi, nella vita di una Italia oggi
indirizzata verso una consultazione elettorale così delicata. “Non possiamo
accettare che il lavoro venga considerato una variabile dipendente dei
meccanismi economici e finanziari perché questo significa – ha spiegato - che
scelte operate da pochi, nelle stanze alte e spesso incontrollabili
dell'economia e della finanza mondiale, si scaricano poi sulla gente, sulle
famiglie, vengono pagate dalla vita delle piccole aziende, delle persone, della
base dei lavoratori”.
Decisamente
sociale (in una diocesi che nel prossimo maggio ospiterà la prima “Settimana
Sociale dei cattolici toscani”) anche la terza “finestra” indicata dal vescovo
Bianchi: “il nuovo modello di economia e di sviluppo” che significa “una
economia amica della persona, amica della vita; un sistema economico dal quale
non dobbiamo difenderci, sospettare, temere; una economia che non pone sé
stessa al vertice della piramide ma ci mette la persona, la famiglia, il
diritto dei più deboli”.
Per
Bianchi “non possiamo continuare in un sistema economico che per funzionare produce
emarginazione, ricorrente disoccupazione, crescita delle diseguaglianze
scaricate sullo Stato Sociale, sulle organizzazioni civili e di volontariato
che fanno i barellieri, raccolgono e curano la massa di feriti che il sistema
economico inevitabilmente produce”.
Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Pistoia- Mauro Banchini
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