QUARRATA_ A seguito dei recenti eventi criminosi verificatisi sul territorio quarratino e dopo il consiglio comunale aperto ai cittadini durante il quale erano assenti le autorità preposte all'ordine pubblico, Anna Ciervo, capogruppo consiliare del Gruppo Misto di Quarrata ha posto di nuovo al centro della politica quarratina la questione della Sicurezza urbana attraverso la presentazione al prossimo consiglio comunale di una mozione che come abbiamo ricevuto volentieri pubblichiamo:
GRUPPO MISTO Quarrata -Capo Gruppo Anna Ciervo
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
AL SEGRETARIO COMUNALE
DOTT. PAOLO CAMPIOLI
PREMESSA
Il nostro capoluogo, come tutti i maggiori centri urbani, è
soggetto a pressioni nuove e inaspettate fino a qualche anno fa: criminalita’, crisi economica, crisi del lavoro,
precarieta’, nuove esigenze di lavoro , una crescente domanda dei servizi nei
diversi settori, i mutamenti sociali legati principalmente all’immigrazione,
rischi di porre in difficolta’ lo standard di qualita’ della vita raggiunto in
questi anni.
Di fronte a questi mutamenti, la politica non puo’ abdicare
al proprio ruolo ma anzi, deve ora piu’ che mai adoperarsi affinchè la citta’
sia luogo dove è desiderabile vivere,
trascorrere il proprio tempo, crescere i nostri figli.
Gli intollerabili fatti di violenza, avvenuti a Quarrata in
quest’ultimo periodo, rappresentano l’apice di una serie di episodi di
criminalità, che sollecitano nuovamente
l’intervento della politica su questi temi con maggiore determinazione, dato
il susseguirsi di gravi episodi e un clima di allarme generale dei cittadini,
che nella politica ricercano risposte e rassicurazioni.
Alla luce di quanto successo dopo la morte del parroco don
Mario del Becaro.
CONSIDERATO CHE
Altri episodi criminosi sono seguiti dopo il CONSIGLIO
COMUNALE aperto ai cittadini, e che le forze dell’ordine, LE AUTORITA’ CUI COMPETE LA SICUREZZA ERANO
ASSENTI ANCHE SE INVITATI DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE, e dal momento che si sono verificati - un grave ed altrettanto efferato episodio di rapina, sfociato
in una violenza tale da ridurre una giovane persona di 35 anni in gravi
condizioni di vita, nella frazione di Buriano.
- Il tentativo di rapina a scapito di una giovane donna nel
pieno centro cittadino, fortunatamente sventato dall’arrivo casuale di persone .
Il Gruppo MISTO, ritiene che la sicurezza urbana dei
cittadini, sia un obiettivo importante, che merita di essere di nuovo
riesaminato in un ‘ottica complessiva :-
Non solo nella ricerca di misure che favoriscano la
convivenza con le comunità degli stranieri, ma anche attraverso diverse
strategie che tengano conto delle diverse problematiche che possono minare la vivibilità
del territorio e della città.
Il GRUPPO MISTO propone l’adozione di strumenti specifici
alcuni dei quali si pongono in linea con il Piano per l’Integrazione nella
sicurezza “ identità e incontro “ approvato dal Consiglio dei Ministri il 10
giugno 2010
A tali misure , mirate ad agire primariamente nel contesto
ambientale e sociale, al fine di evitare l’esclusione,l’isolamento e la
vulnerabilita’, si affianca naturalmente, la necessità di presidio del
territorio da parte delle forze dell’ordine e dei corpi di polizia municipale,
al fine di contrastare, con decisione, forme di criminalità: un territorio
soggetto a sistematici controlli nelle
diverse frazioni della citta’, scoraggia le attività illecite e incrementa il
senso di sicurezza dei cittadini.
Tuttavia, si deve tenere presente che un territorio non
diventa piu’ sicuro solo perchè si installano nuove telecamere o recinzioni;
anzi, poiché uno spazio è pubblico, in quanto accessibile a tutte/i,
probabilmente la citta’ completamente sicura non esiste, pur potendo attuare
misure come quelle esposte che riducono i rischi e la percezione degli stessi.
Il GRUPPO MISTO vuol ribadire che la qualità urbana esige una
piu’ ampia visione, come sottolineato da alcuni interventi nell’ambito del
Consiglio Comunale aperto ai cittadini. Le varie linee di condotta
urbanistiche, sociali, economiche, culturali, commerciali, della mobilità della
sicurezza richiedono nuovi linguaggi e soprattutto di trovare una visione
integrata: non esistono ricette valide in ogni tempo e in ogni luogo- ogni
citta’ ha la propria storia e le proprie caratteristiche- ma è sicuramente da
intraprendere la strada di una ricerca di sviluppo, sia nel progettare che nel
vivere gli spazi, fondata su una rinnovata e piu’ intensa capacità di dialogo
tra le istituzioni, le forze dell’ordine e le diverse agenzie educative e
associazioni ed operatori presenti sul
territorio.
Per quanto detto
IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
1-Sensibilizzare ed intervenire per quanto possibile nel
mondo dell’educazione; la formazione, in particolare nelle scuole di ogni
ordine e grado a partire dalla scuola dell’infanzia poiché essa ricopre un
ruolo fondamentale per la costruzione del “cittadino" rispettoso delle regole.
La scuola è il luogo
dove attraverso l’insegnamento di alcune specifiche materie legate alla
cittadinanza e costituzione, si possono trasferire conoscenze non solo in
termini di apprendimento della lingua , ma anche delle tradizioni e delle norme
vigenti.. La scuola puo’ diventare il luogo dell’inclusione delle famiglie
straniere, in particolare delle madri , per consentire un’alfabetizzazione piu’
ampia con la collaborazione di associazioni presenti sul territorio, con
proposte formative mirate all’integrazione, sottolineando con programmi appositi la conoscenza culturale del
territorio che ospita, tradizioni, usi e costumi, regole, convivenza
sociale, norme .
In questo quadro si reputa opportuna la limitazione dei
numeri di stranieri presenti nelle classi, misura particolarmente utile ai fini
della qualità degli interventi.
2-sensibilizzare, per quanto possibile, intervenire
nel mondo del lavoro al fine di migliorare i meccanismi di incontro di
domanda-offerta di lavoro, in particolare in quei settori in cui maggiormente è
impiegata la manodopera di stranieri. Questo al fine di controllare il flusso
migratorio che non puo’ trovare sbocco occupazionale o forme di lavoro ”sommerso“ collaborando in tal senso con le istituzioni preposte e dando seguito
ad adeguate forme di prevenzione e controllo sul territorio, in particolare nei
settori piu’ a rischio.
3-proporre, almeno inizialmente, e in via
sperimentale, ma comunque organizzata, alla popolazione adulta che beneficia di
sussidi a vario titolo, affinché contribuisca ad una maggiore vivibilità della
città e del territorio, impegnandosi in servizi diversi e riducendo
conseguentemente i costi a carico della collettività (es. assistenza e
vigilanza nei luoghi di maggiore esposizione a rischi, assistenza e vigilanza
ad edifici pubblici, giardini pubblici, piccole manutenzione di spazi
pubblici, servizi utili alla collettività: in caso di eventi atmosferici particolarmente avversi, acqua, ghiaccio, neve,
…)
4- revocare e/o sospendere i benefici concessi a vario titolo da parte dell’amministarzione
comunale, ai soggetti che hanno commesso reati o che in qualche modo non si attengono alle
regole vigenti.
5-introdurre un approccio ambientale ai temi della
sicurezza, partendo dall’assunto che un territorio è tanto piu’ sicuro quanto
piu’ è vitale e vissuto dalle persone, e tanto piu’ queste si identificano con
il territorio che abitano.
Evitare la presenza di edifici fatiscenti e abbandonati di
aree isolate non frequentate o scarsamente illuminate che danno sensazione di degrado e di luoghi facilmente
usufruibili da chi è senza dimora o sprovvisti di permessi regolari.
Realizzazione di interventi che sollecitino relazioni con il vicinato e la
creazione di legami sociali, come luoghi di aggregazione dei giovani e degli anziani. Realizzazione di
progettazioni partecipate dalla cittadinanza, sono alcuni esempi di buone
prassi che si possono adottare. In particolare in quest’ottica emerge la
necessità di dare ampio sostegno all’associazionismo, anche mettendo a
disposizione gli spazi pubblici, al fine di sostenere ogni forma di attivita’
di socializzazione che rappresenta uno dei modi di superare il rischio
dell’individualismo e della solitudine , rischio presente nel nostro territorio
a seguito dei mutamenti sociali .
6-promuovere una maggior presenza sul territorio della
polizia municipale per la prevenzione dei comportamenti illeciti. Utilizzare le
competenze della polizia municipale per attività di sensibilizzazione e
formazione alla legalità all’interno delle scuole con specifici progetti
formativi.
Invertire la tendenza di ridurre l’organico del corpo di
polizia e valutare la possibilità di impiegare gli addetti sempre meno in
attività amministrative e sempre più di presidio del territorio , con piani di
utilizzo e fattibilità concordati .
7- Attivare in collaborazione con la Provincia,
scuola, Usl , percorsi di prevenzione dell’uso dell’alcol per i minori di 16
anni. Nonostante la somministrazione dell’alcol sia vietata ai minori in questa
fascia di età, come previsto dal codice penale, il fenomeno ha raggiunto
dimensioni significative da non sottovalutare. Aumentare misure di prevenzione
con accordi mirati, se possibili, con gli esercenti, puntando alla
consapevolezza delle responsabilità e coinvolgere famiglie, insegnanti, educatori
ed operatori dei centri socio-educativi . Cio’ consente di tutelare la salute e
la sicurezza delle ragazze e dei
ragazzi, responsabilizzando in tal modo tutto il contesto sociale di
appartenenza.
8- promuovere azioni atte a tutelare la sicurezza dei
giovani da fenomeni quali la dipendenza e il bullismo. Quest’ultimo molto spesso sottovalutato, da
insegnanti, famiglia e contesto relazionale di appartenenza, se non arginato
tempestivamente, nel tempo e’ destinato a diventare devianza e a rischio di
comportamenti finalizzati alla micro -criminalita’, con conseguenze rilevanti
per chi esercita il bullismo e chi lo subisce. Tali azioni devono mirare al
rispetto dell’altro e alla costruzione di soggetti consapevoli .Promuovere ogni
attivita’ in accordo con i soggetti competenti di sicurezza stradale.
9- incentivare, migliorare ed integrare percorsi di contrasto e prevenzione della
violenza nei confronti delle donne, che rappresenta un fenomeno sempre piu’ diffuso
sul territorio nazionale , che sbocca in
gravi atti di violenza, fino ad arrivare spesso
alla soppressione della vita della donna.
Questa è, per usare le parole di KOFI ANNAN, “La violazione
dei diritti umani piu’ vergognosa“ in quanto “non conosce confini, né
geografia, cultura o ricchezza “.
In tal senso oltre ad azioni di
disseminazione culturale, di diffusione di una visione che sia rispettosa dei
generi, anche presso la popolazione straniera , al fine di far conoscere i principi del nostro
ordinamento in materia, sono necessari meccanismi strutturati di
collaborazione tra i diversi soggetti
coinvolti: forze dell’ordine, servizi ospedalieri, centri
antiviolenza, associazioni….., sia nella fase dell’emergenza, sia
successivamente. La politica puo' fare
questo e molto di piu' , voglio cutare
parole di chi si è speso tanto per gli
altri: A ciascuno è affidato il compito di vegliare sulla solitudine
dell’altro.- don Giovanni Bosco – Nel sostegno e nella presenza della politica
si possono abbattere quei muri che alzandosi fra gli uomini ne impediscono
relazioni umane importanti e costruttive per il proprio benessere e quello
della comunità in cui si vive.
Quarrata 8 febbraio
2013
GRUPPO MISTO
GRUPPO MISTO
Anna Ciervo
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