PISTOIA – Costruire un ponte che metta in contatto giovani in cerca di lavoro con artigiani in cerca di futuro per le loro “botteghe”. Aiutare una nuova cultura del lavoro capace di riconoscere protagonismo sia alla passione dei giovani che all’esperienza degli artigiani. Puntare sulla forza dei mestieri antichi che in un mondo sempre più omologato possono fornire, a nuove forme di imprenditoria giovanile, quella differenza capace di produrre non solo cultura ma anche reddito.
Servirà anche a questo “La casa dei mestieri”, associazione in effetti particolare, se non altro per i soggetti che in qualità di soci fondatori ne hanno firmato, questa mattina nell’antico Seminario vescovile di Pistoia, lo statuto: le due associazioni pistoiesi di rappresentanza del mondo artigianale (CNA e Confartigianato) unite con la diocesi di Pistoia.
In concreto il progetto intende proporre percorsi formativi, non solo teorici ma soprattutto pratici, idonei a far apprendere un mestiere manuale in modo da favorire l’occupazione delle persone, in prevalenza giovani, attraverso tutte le forme possibili di lavoro (dipendente, autonomo, imprenditoriale).
Si mira dunque a rendere la formazione professionale una attività davvero collegata con le esigenze reali di chi cerca lavoro ma anche con i bisogni effettivi delle aziende che, a loro volta, cercano competenze specifiche e magari non le trovano. Particolare attenzione sarà dedicata anche al recupero di mestieri antichi, troppo spesso oggi a rischio di effettivo futuro.
“Nella dottrina sociale della Chiesa come d’altronde nella Costituzione della Repubblica italiana – sottolinea mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia – il lavoro si concilia con la dignità della persona: anche attraverso il progetto Policoro, la Chiesa di Pistoia cerca di fare la sua parte, senza sostituirsi ad altri soggetti tecnicamente competenti, per suscitare possibilità di lavoro. Casa dei mestieri si inserisce in questo cammino e come Chiesa siamo molto interessati perché il progetto riesca”.
Il presidente di Confartigianato Pistoia, Simone Balli, sottolinea una dimensione particolare. “Nell’ottica di recuperare gli antichi mestieri e ottenere una ricaduta positiva in termini sociali, economici e occupazionali la Casa si propone di agire in una logica formativa diversa dal passato, basata sul saper fare. Il percorso formativo – precisa - sarà centrato sulla persona, sui bisogni e sulle attitudini, con un apprendimento esperienziale fondato sull’azienda e un’aula ridotta ai minimi termini. La presenza della Diocesi e il legame con Policoro garantiscono un particolare valore aggiunto”.
E Aldo Piantini, presidente provinciale di CNA aggiunge che “affrontare efficacemente la grave crisi occupazionale, quale conseguenza della crisi economica che stiamo vivendo, significa dare opportunità concrete a coloro che hanno perso il lavoro o che non lo hanno ancora trovato. Noi siamo convinti – prosegue - che sia necessario valorizzare e rendere dignità al lavoro manuale, favorire l’imprenditorialità e l’impiego nel mondo del lavoro dipendente. Imparare un vero mestiere, utile e ricercato dal sistema economico locale, è ciò che intendiamo fare con la Casa dei Mestieri”.
Nelle fasi preparatorie, il progetto è stato confrontato anche con l’amministrazione provinciale di Pistoia (in particolare con l’assessorato che si occupa di formazione professionale). L’iniziativa vuole essere coniugata a una dimensione di estrema concretezza: la Casa rileverà in modo sistematico, anche in stretto rapporto con i Centri per l’Impiego e con le Agenzie per il lavoro, le esigenze delle imprese pistoiesi relative al fabbisogno di manodopera da impiegare in azienda. Sarà poi verificata la disponibilità delle imprese a mettere a disposizione attrezzature e laboratori necessari alla formazione pratica mentre per la formazione teorica si attiveranno le agenzie formative di CNA e Confartigianato.
(Diocesi Pistoia – CNA Pistoia – Confartigianato Pistoia)
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