venerdì 22 febbraio 2013

"La Chiesa è e può a viva voce rappresentare ed esprimere la sua indipendenza e la sua libertà di agire o reagire al di là di tutto o di tutti, in autonomia di giudizio". Anna Ciervo (Gruppo Misto) interviene sulla "Lettera pastorale" della senatrice Urbani Spadoni (Pdl) e sulla risposta di don Formenton.



 
QUARRATA_ Anna Ciervo (Gruppo Misto a Quarrata) ci scrive a proposito della “Lettera pastorale” della senatrice Ada Urbani Spadoni (Pdl) rivolta a tutti i preti dell’Umbria e della risposta di don Gianfranco Formenton, prete di Sant'Angelo in Mercole, una piccola frazione di Spoleto, pubblicata su Spoletocity e poi attraverso Giovanni Bachelet (deputato uscente del Pd) anche su Facebook.
La senatrice si era rivolta ai sacerdoti “in quanto pastori", sollevando strumentalmente solo alcuni dei temi etici che sono oggetto della riflessione cristiana con la chiara richiesta di un sostegno politico dei preti stessi e delle comunità cristiane.
Il caso generato dalla risposta di don Formenton è finito poi anche sull'Huffington Post, il quotidiano on line diretto da Lucia Annunziata.

“Leggendo e navigando in qua e la', mi sono imbattuta in questo articolo , se cosi si puo' chiamare . Ho letto e mi son chiesta se non fosse il caso di condividere con altri questa che io ritengo una sorta di dialettica epistolare tra rappresentante della politica ed un pastore della chiesa.

Spesso quest'ultima, la chiesa, tirata per la giacca in affari e questioni politche da qualche tempo a questa parte, come di promotrice di una parte politica piuttosto che di un'altra.
Una sorte di sponsor di un certo schieramento e del suo rappresentante politico, appunto, Silvio Berlusconi, tanto per esser chiari..

Ritengo che questa sia la dimostrazione che la chiesa e', e puo' a viva voce, rappresentare ed esprimere la sua indipendenza e la sua liberta' di agire o reagire aldila' di tutto o di tutti, in autonomia di giudizio. 
Ad essa infatti sono da amputare responsabilita' cosi importanti per la formazione etica-moraleculturale delle persone in genere e non solo dei cattolici ,a cui si rivolge, che davvero non possiamo permetterci di pensare chepossa appoggiare o sostenere chi palesamente e' in conflitto con le sue scelte di vita,con i principi elementari dell'etica e della morale, senza parlare di quelli cattolici in particolare.

Chi pensava che i preti stavano o stanno tutti da una parte questa volta possono ricredersi leggendo la risposta di questo parroco di Spoleto. Un parroco libero, lucido, che riesce a fare, in poche parole,un'attenta analisi della nostra societa' e dei comportamenti e dei valori che in essa si sono radicati in questi ultimi anni, cambiando significativamente il volto del nostro paese.
Il parroco riesce con coraggio ad affidare responsabilita' a chi ha veicolato con personali modelli di vita disvalori camuffati da valori predominanti e vincenti. 

Questo intendo sottolineare all'attenzione di chi legge, non come giudizi trancianti contro chicchessia, no, assolutamente.
Piuttosto come non sia mai da sottovalutare la responsabilità di chi governa il paese, non solo dal punto di vista politico- economico e del benessere sociale ad esso connesso, soprattutto di precise responsabilita' etiche, morali e culturali che vanno ad incidere profondamente nella costruzione dell'individuo.
Mai perdere di vista questo aspetto. 

Anna Ciervo


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