venerdì 3 gennaio 2014

Il Pdl risponde a Giovannelli (Pd). "La legge Scalfarotto sull'omofobia e transfobia è superflua, inopportuna e incostituzionale. Crea delle categorie protette di persone da tutelare e considera l'identità sessuale come una costruzione culturale mutevole".


PISTOIA_ A proposito delle esternazioni di Giovanelli sulla manifestazione de La Manif Pour Touts svoltasi a Pistoia il 21 dicembre riceviamo un intervento congiunto a firma di Elena Bardelli (consigliere comunale Pdl di Serravalle Pistoiese) e di Patrizio La Pietra . (Capogruppo PdL Consiglio Provinciale - Pistoia).

Partiamo proprio dall'art.2 del “Patto internazionale relativo ai Diritti civili e politici” e dall'art.3 della nostra Costituzione, citati da Giovannelli nel suo intervento, per ribadire che rigettiamo e condanniamo ogni forma di violenza e discriminazione, fermamente convinti che tutti gli uomini siano uguali, con pari dignità, dotati di diritti inalienabili che lo Stato deve tutelare.
Di conseguenza condanniamo le offese e le aggressioni fisiche alle persone omosessuali non in nome del loro orientamento sessuale, per altro difficilmente definibile e determinabile (visto che non corrisponde al dato biologico), ma in quanto persone, e quindi in nome della inviolabilità della dignità umana e del valore non negoziabile della vita personale.
Il ddl sull’omofobia e transfobia in discussione al Senato è però superfluo, inopportuno e incostituzionale. Non solo pareri di incostituzionalità sono stati sollevati dalla Prima Commissione Affari Costituzionali chiamata ad esprimere la valutazione di conformità alla Costituzione, ma occorre mettere in evidenza come la tutela contro le violenze sugli omosessuali è già ben attuabile nel nostro ordinamento giuridico attraverso l’aggravante dei motivi abietti e futili e del profittare delle condizioni di debolezza della vittima (art. 61 del Codice Penale). Il “ddl Scalfarotto”, estensione della Legge Mancino-Reale, prevedendo la sanzione con pene fino a 4 anni di reclusione per chiunque si discosti dalla cultura omosessualista, non fa altro però che procurare al rovescio quello che si vuole combattere, ossia la discriminazione delle persone omosessuali, in quanto va a creare delle "categorie protette" di persone da tutelare in maniera speciale mediante una legge ad hoc che introduce l'aggravante di omofobia, minando così proprio il principio di uguaglianza contenuto nell'art.2 del “Patto internazionale relativo ai Diritti civili e politici” e nell'art.3 della nostra Costituzione, che Giovannelli si preoccupa tanto di far rispettare.

Elena Bardelli
A cosa servirebbe tale provvedimento, dunque? Solo a introdurre il reato di omofobia, che di fatto è un reato di opinione, poiché, non essendo determinabile l'orientamento sessuale non corrispondente al sesso biologico di una persona, aprirebbe ampi margini di discrezionalità e abuso di giudizio in sede giurisprudenziale.
Servirebbe solo a imbavagliare le coscienze e a limitare la libertà di pensiero ed espressione, considerato che chi pubblicamente afferma, richiamandosi alla dottrina cattolica, che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati oppure si dichiara contrario alle unioni e adozioni gay rischia sanzioni fino a 4 anni di reclusione. "Il necessario passo avanti in nome della civiltà", di cui parla Giovannelli non è altro, come lo stesso Scalfarotto ha ammesso senza reticenze (per chi avesse ancora dubbi), l'antefatto legislativo obbligato per arrivare ai “matrimoni” e alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, che dà inizio così al processo di sgretolamento della nostra società, il cui pilastro e motore sono da sempre costituiti dalla famiglia fondata sul matrimonio naturale tra uomo e donna.
Purtroppo stiamo assistendo, nel silenzio più assoluto e scandaloso dei mezzi di comunicazione sociale e di quasi tutto il mondo politico, e di conseguenza nell'ignoranza pressoché assoluta della cittadinanza riguardo a questa proposta di legge, al progressivo predominio dell’ideologia gender, una teoria culturale relativizzante che, vanificando l'oggettiva diversità di maschile e femminile, considera l’identità sessuale non più come dato di natura stabile e biologicamente determinato, bensì come una costruzione culturale mutevole ("il genere"), condizionata dal ruolo sociale e dipendente dalla sensibilità del soggetto.
In nome di tale teoria, che cerca oggi un supporto normativo, verrebbero quindi accusati di omofobia tutti coloro che, esprimendo un libero pensiero, intendono difendere la famiglia naturale e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà.

Elena Bardelli (Consigliere Comunale PdL- Serravalle Pistoiese)
Patrizio La Pietra (Capogruppo PdL Consiglio Provinciale - Pistoia)

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