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PISTOIA–
“Possiamo essere creta che viene male
sette volte, ma saremo rimessi sul tornio otto volte”. Parte citando Geremia, profeta del Vecchio
Testamento, il dossier 2012 di Caritas pistoiese su “povertà e risorse”.
Un
Geremia che lancia un forte messaggio di fiducia nel Signore (“Dio non ci butta mai via: ci rimette sul
tornio, ci riprende, ci lavora ancora con la pressione delle sue dita, con il
calore del palmo della sua mano”): un Geremia che ricorda a tutti, anche ai
più deboli e ai più fragili, che “non
siamo mai inutili, mai da buttare per il Signore”.
Quattro
i capitoli del dossier, curato da Stefano
Simoni e Giovanni Cerri e
realizzato in stretta collaborazione con l’equipe di Caritas diocesana: Sara Lupi, Francesca Meoni, Rita Ragno oltre
che il direttore Suppressa e il vicedirettore don Paolo Tofani. Un dossier quest’anno intitolato “rEsistiamo”,
con un significativo gioco di maiuscole che rende bene la duplice natura di
questo lavoro: non solo un grido di “resistenza”
contro le ingiustizie che determinano le povertà, ma anche un appello alla “esistenza” e alla voglia di non
arrendersi per lottare in favore della dignità di ogni essere umano partendo
proprio dai più fragili.
Il
capitolo più corposo (quello con i numeri) ne precede uno dedicato alla
narrazione di 4 storie, racconti di esistenze vere (due donne e due uomini, due
italiani e due stranieri) che a Pistoia si sono incrociate negli spazi di
Caritas diocesana e che la struttura di Caritas ha preso a emblema di tutte le
altre. Segue un capitolo con riflessioni e proposte. Conclude un contributo
dall’ufficio diocesano per la Pastorale con la famiglia
La
presentazione, avvenuta alla presenza del vescovo Mansueto Bianchi, è stata caratterizzata dalla presenza di padre Adriano Sella, un religioso che
coordina una “rete” particolare che unisce molte diocesi italiane, fra cui la
stessa Pistoia, nel comune denominatore dei “nuovi stili di vita”. Un concetto,
questo, che piace molto in Caritas Pistoia e rimanda a questioni su cui sia il
vescovo che padre Sella si sono soffermati: il ruolo della pubblicità, la
scoperta di una sobrietà da intendere non come obbligo derivante dalle
difficoltà economiche ma come auto-consapevolezza rispetto alla centralità di
valori alternativi, gli indebitamenti derivanti (ad esempio con il gioco
d’azzardo e con videopoker o slotmachine) da stili di vita sconclusionati, la
incapacità nel gestire in modo sost enibile e intelligente le risorse
economiche, il ruolo di certi programmi televisivi nel veicolare bisogni che
portano a moderne forme di schiavitù, la debolezza delle controproposte
educative, le incapacità delle famiglie.
E a proposito di scelte, Caritas
diocesana quest’anno – nella presentazione del rapporto – ne ha volute
intraprendere alcune di natura evidentemente simbolica: poche le copie stampate
su carta, anche come contributo alla sostenibilità ambientale, ma molte le
chiavette USB distribuite con il testo in digitale; per le confezioni dei
dossier ci si è affidati a “Integra”,
una cooperativa sociale promossa dal “Pozzo di Giacobbe” con donne immigrate e
italiane. E la presentazione, cui sono state invitate persone in difficoltà
ogni giorno ospitate nei Centri Caritas, si è conclusa con un pranzo – aperto a
tutti – con la mensa di Caritas che, per un giorno, ha chiuso i battenti e si è
trasferita in via Puccini.
1.700
PERSONE ACCOLTE NEL 2011, MA NEL PRIMO SEMESTRE 2012 GIA’ RAGGIUNTA “QUOTA”
1.434
Per la precisione sono 1.734 le
persone ascoltate nel 2011 nei 7 Centri di ascolto della rete Mirod (Messa In
Rete Osservatori Diocesani) presenti in diocesi di Pistoia: Pistoia (due),
Agliana, Quarrata, Poggio a Caiano, Carmignano, Oste. Un dato stabile rispetto
ai due anni precedenti, ma con un incremento del 38,2% rispetto a 2008. Fino a
tre anni fa gli italiani erano poco meno di un quarto del totale delle persone
accolte: adesso sfiorano il 44%.
L’età media delle persone accolte è in
costante, sensibile, aumento: per gli italiani si situa a 49 anni (erano 41 nel
2004) e per gli stranieri a 39 anni (33 nel 2004). Le persone accolte hanno
dichiarato, complessivamente, di avere a carico 2.415 figli. Sommando dunque le
persone ascoltate con l’eventuale coniuge/convivente e i figli coabitanti si
raggiunge un totale di 4.839 persone (“Una stima certamente per difetto
rispetto al numero complessivo delle persone in realtà coinvolte”). Non poco
considerando che il territorio di riferimento è abitato da circa 160 mila
persone.
I dati si soffermano poi su tre
aspetti: mancanza o inadeguatezza dell’alloggio; disoccupazione (questa
colpisce il 63,9% della persone); provenienze degli stranieri (al primo posto
il Marocco, con il 29,8%, un dato in crescita sugli anni precedenti). Al primo
posto, fra le problematiche poste dalle persone agli sportelli Caritas, la
povertà di risorse materiali (43,8%); seguono, il lavoro (22% sommando
disoccupazione, sottoccupazione e sfruttamento), la famiglia (11,8%), la casa
(6%), la salute (4,9%), le dipendenze da sostanze e gioco (2%).Più del 55%
delle richieste esplicitamente fatte
alla Caritas riguarda beni e servizi materiali: un dato, questo, in
crescita sensibile (l’anno scorso si era sul 47%).
In netto calo le domande di lavoro
anche in conseguenza del fatto – scrive il rapporto – che i Centri Caritas
riescono raramente, in questi anni di crisi, a poter garantire un supporto
adeguato nella ricerca di occupazione. Cresce la rilevanza percentuale delle
richieste di sussidi economici (dal 10,2% del 2009 al 18,9% del 2011).
Una sezione nel capitolo sui dati
riguarda anche i primi semestri: se nei primi sei mesi del 2008 furono
ascoltate 760 persone (salite a 1.055 e a 1.256 nei primi semestri dei due anni
successivi per stabilizzarsi, un anno dopo, a quota 1.254), da gennaio a giugno
dell’anno in corso il grafico ha ripreso a salire raggiungendo una quota (1.434)
decisamente rilevante, un aumento del 14,4%. Ben 1.072 sono le persone
ascoltate nei centri di Pistoia città (le restanti 177 e 185 si sono
presentate, rispettivamente, nei Centri del Montalbano e in quelli di
Agliana/Oste).
Da notare – e il Dossier lo sottolinea
– che i dati effettivi sulla povertà a disposizione della Chiesa pistoiese
salirebbero “a cifre ben maggiori” di quelle presentate nel dossier se si
tenesse conto del fatto che aree importanti, in diocesi, come Montale,
Serravalle, Casalguidi e l’intera Montagna non fanno ancora parte delle rete
diocesana: oltretutto, nella stessa città, solo alcune parrocchie partecipano
alla rilevazione dei dati.
Il dossier prosegue contando non solo
il numero delle persone accolte ma anche quello delle visite che quelle persone
hanno, in realtà, effettuato: il dato che qui balza evidente è il sostanziale
raddoppio delle visite registrate nei primi sei mesi degli ultimi due anni:
erano 5.814 nel primo semestre 2011, sono balzate a 11.378 l’anno successivo.
Questo significa che ciascuno fra le persone accolte dai Centri Caritas, se nel
2008 si limitava a 2,4 visite che erano già salite a 4,1 l’anno successivo, nel
primo semestre di quest’anno ha toccato quota 7,9 (erano 4,6 lo stesso periodo
dell’anno precedente): in pratica quasi 8 visite, in media, in un solo
semestre, oltre una al mese. “Cifre notevoli, commentano in Caritas. Così come
notevole il dato sull’incremento degli italiani: dal 27% del primo semestre
2008 si è saliti al 44,8 del primo semestre 2012 (“L’impoverimento della
persona, in particolare italiana e in modo speciale della famiglia nel suo
complesso, risulta in costante crescita”).
Un dato, ancora informale e diffuso da
Caritas fuori dossier: allo scorso 10 dicembre le persone ascoltate nei 7 Centri
monitorati erano già quasi 1.970. E’ dato per
sicuro che alla fine di questo 2012 si arriverà a superare “quota” 2.000
con una stima, compresi i familiari, che passerà le 6 mila persone. Mai, in
passato, sono state raggiunte cifre simili.
QUATTRO STORIE DI FRAGILITA’ (E DI
SPERANZA)
I
nomi sono di fantasia, ma i racconti corrispondono a vicende reali: le
narrazioni sono state raccolte durante la scorsa estate attraverso interviste
realizzate dall’Osservatorio diocesano povertà e risorse. Il dossier le riporta
in sei sezioni: storia della famiglia, cause del disagio, situazione odierna
del disagio; rete di relazioni; reti di assistenza; progetti futuri.
Gilda, viene da un paese delle valli sopra
Pescia, ha 31 anni. E’ stata abbandonata dal compagno, vive in affitto ed è
disoccupata. Spera di ripartire: sogna un ristorante vegetariano.
Klevian, è
un muratore e carpentiere abanese, ha 35 anni. E’ spostato, ha una
figlia di 4 anni e sta aspettando un altro figlio.. La sua “discesa” è
cominciata con un aborto spontaneo di sua moglie. Vive in centro, a Pistoia e
rischia lo sfratto.
Latifa è marocchina, ha 50 anni e vive sola
dal 2004. Dopo la separazione dal marito è rimasta sola con tre figli, uno dei
quali down. Vorrebbe lavorare ma non trova nessun lavoro.
Silvestro è di Firenze, è nato nel 1942 da una
famiglia della media borghesia che gestiva un bar nel centro a Firenze. Vive un
forte disagio a causa di investimenti sbagliati. E’ sotto sfratto. Vive con la
moglie diabetica. Ha una pensione da 530 euro. Dice che gli basterebbe un
lavoro da 500 euro, ma a 70 anni nessuno glielo offre.
PERSONE
CHE MAI AVREBBERO PENSATO DI ANDARE IN CARITAS
Il dossier 2012 è completato con
riflessioni su marginalità e carcere, disagio mentale e immigrazione. In tutte
le Caritas parrocchiali – si scrive – si riscontra non solo “aumenti di
presenze ma soprattutto l’arrivo di persone che non si sarebbero mai immaginate
di trovarsi in situazione di emergenza … I bisogni basilare (cibo e vestiario)
sono spesso i più riscontrati e questo porta i volontari a lavorare nella
continua emergenza, a scapito dell’animazione e della sensibilizzazione in
parrocchia, rischiando quindi di cadere ancora nell’assistenzialismo”.
E la considerazione successiva (“La
crisi che viviamo è materiale ma è anche una crisi di valori: le persone sono
sempre più attaccate a valori superficiali e questo rende difficile un progetto
di promozione umana nella comunità cristiana”) sembra l’assist perfetto per
quel lavoro educativo sui “nuovi stili di vita” che Caritas, anche a Pistoia,
vuole intraprendere.
Mauro Banchini
Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia
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