sabato 15 dicembre 2012

Resistere contro le ingiustizie, esistere per stili nuovi. Presentato il Dossier 2012 della Caritas diocesana su povertà e risorse.


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PISTOIA– “Possiamo essere creta che viene male sette volte, ma saremo rimessi sul tornio otto volte”. Parte citando Geremia, profeta del Vecchio Testamento, il dossier 2012 di Caritas pistoiese su “povertà e risorse”.
Un Geremia che lancia un forte messaggio di fiducia nel Signore (“Dio non ci butta mai via: ci rimette sul tornio, ci riprende, ci lavora ancora con la pressione delle sue dita, con il calore del palmo della sua mano”): un Geremia che ricorda a tutti, anche ai più deboli e ai più fragili, che “non siamo mai inutili, mai da buttare per il Signore”.
 E’ dunque un messaggio di resistenza e di speranza quello sottinteso nell’ormai tradizionale appuntamento di fine anno con Caritas diocesana che questa mattina, in Aula Magna del Seminario, ha convocato “umili e potenti” per raccontare una Pistoia che soffre, ma anche una Pistoia che – sottolinea Marcello Suppressa, direttore di Caritas – non vuole piangersi addosso e intende comunque rimboccarsi le maniche per allargare il varco nei segni di speranza”. Laddove per Pistoia non si intende solo la città capoluogo, ma l’intero territorio di una diocesi che inizia all’Abetone e si estende fino al Montalbano di Vinci.

Quattro i capitoli del dossier, curato da Stefano Simoni e Giovanni Cerri e realizzato in stretta collaborazione con l’equipe di Caritas diocesana: Sara Lupi, Francesca Meoni, Rita Ragno oltre che il direttore Suppressa e il vicedirettore don Paolo Tofani. Un dossier quest’anno intitolato “rEsistiamo”, con un significativo gioco di maiuscole che rende bene la duplice natura di questo lavoro: non solo un grido di “resistenza” contro le ingiustizie che determinano le povertà, ma anche un appello alla “esistenza” e alla voglia di non arrendersi per lottare in favore della dignità di ogni essere umano partendo proprio dai più fragili.
Il capitolo più corposo (quello con i numeri) ne precede uno dedicato alla narrazione di 4 storie, racconti di esistenze vere (due donne e due uomini, due italiani e due stranieri) che a Pistoia si sono incrociate negli spazi di Caritas diocesana e che la struttura di Caritas ha preso a emblema di tutte le altre. Segue un capitolo con riflessioni e proposte. Conclude un contributo dall’ufficio diocesano per la Pastorale con la famiglia
La presentazione, avvenuta alla presenza del vescovo Mansueto Bianchi, è stata caratterizzata dalla presenza di padre Adriano Sella, un religioso che coordina una “rete” particolare che unisce molte diocesi italiane, fra cui la stessa Pistoia, nel comune denominatore dei “nuovi stili di vita”. Un concetto, questo, che piace molto in Caritas Pistoia e rimanda a questioni su cui sia il vescovo che padre Sella si sono soffermati: il ruolo della pubblicità, la scoperta di una sobrietà da intendere non come obbligo derivante dalle difficoltà economiche ma come auto-consapevolezza rispetto alla centralità di valori alternativi, gli indebitamenti derivanti (ad esempio con il gioco d’azzardo e con videopoker o slotmachine) da stili di vita sconclusionati, la incapacità nel gestire in modo sost enibile e intelligente le risorse economiche, il ruolo di certi programmi televisivi nel veicolare bisogni che portano a moderne forme di schiavitù, la debolezza delle controproposte educative, le incapacità delle famiglie.
E a proposito di scelte, Caritas diocesana quest’anno – nella presentazione del rapporto – ne ha volute intraprendere alcune di natura evidentemente simbolica: poche le copie stampate su carta, anche come contributo alla sostenibilità ambientale, ma molte le chiavette USB distribuite con il testo in digitale; per le confezioni dei dossier  ci si è affidati a “Integra”, una cooperativa sociale promossa dal “Pozzo di Giacobbe” con donne immigrate e italiane. E la presentazione, cui sono state invitate persone in difficoltà ogni giorno ospitate nei Centri Caritas, si è conclusa con un pranzo – aperto a tutti – con la mensa di Caritas che, per un giorno, ha chiuso i battenti e si è trasferita in via Puccini.
 
1.700 PERSONE ACCOLTE NEL 2011, MA NEL PRIMO SEMESTRE 2012 GIA’ RAGGIUNTA “QUOTA” 1.434 
 
Per la precisione sono 1.734 le persone ascoltate nel 2011 nei 7 Centri di ascolto della rete Mirod (Messa In Rete Osservatori Diocesani) presenti in diocesi di Pistoia: Pistoia (due), Agliana, Quarrata, Poggio a Caiano, Carmignano, Oste. Un dato stabile rispetto ai due anni precedenti, ma con un incremento del 38,2% rispetto a 2008. Fino a tre anni fa gli italiani erano poco meno di un quarto del totale delle persone accolte: adesso sfiorano il 44%.
L’età media delle persone accolte è in costante, sensibile, aumento: per gli italiani si situa a 49 anni (erano 41 nel 2004) e per gli stranieri a 39 anni (33 nel 2004). Le persone accolte hanno dichiarato, complessivamente, di avere a carico 2.415 figli. Sommando dunque le persone ascoltate con l’eventuale coniuge/convivente e i figli coabitanti si raggiunge un totale di 4.839 persone (“Una stima certamente per difetto rispetto al numero complessivo delle persone in realtà coinvolte”). Non poco considerando che il territorio di riferimento è abitato da circa 160 mila persone.
 
I dati si soffermano poi su tre aspetti: mancanza o inadeguatezza dell’alloggio; disoccupazione (questa colpisce il 63,9% della persone); provenienze degli stranieri (al primo posto il Marocco, con il 29,8%, un dato in crescita sugli anni precedenti). Al primo posto, fra le problematiche poste dalle persone agli sportelli Caritas, la povertà di risorse materiali (43,8%); seguono, il lavoro (22% sommando disoccupazione, sottoccupazione e sfruttamento), la famiglia (11,8%), la casa (6%), la salute (4,9%), le dipendenze da sostanze e gioco (2%).Più del 55% delle richieste esplicitamente fatte  alla Caritas riguarda beni e servizi materiali: un dato, questo, in crescita sensibile (l’anno scorso si era sul 47%).
In netto calo le domande di lavoro anche in conseguenza del fatto – scrive il rapporto – che i Centri Caritas riescono raramente, in questi anni di crisi, a poter garantire un supporto adeguato nella ricerca di occupazione. Cresce la rilevanza percentuale delle richieste di sussidi economici (dal 10,2% del 2009 al 18,9% del 2011).
 
Una sezione nel capitolo sui dati riguarda anche i primi semestri: se nei primi sei mesi del 2008 furono ascoltate 760 persone (salite a 1.055 e a 1.256 nei primi semestri dei due anni successivi per stabilizzarsi, un anno dopo, a quota 1.254), da gennaio a giugno dell’anno in corso il grafico ha ripreso a salire raggiungendo una quota (1.434) decisamente rilevante, un aumento del 14,4%. Ben 1.072 sono le persone ascoltate nei centri di Pistoia città (le restanti 177 e 185 si sono presentate, rispettivamente, nei Centri del Montalbano e in quelli di Agliana/Oste).
Da notare – e il Dossier lo sottolinea – che i dati effettivi sulla povertà a disposizione della Chiesa pistoiese salirebbero “a cifre ben maggiori” di quelle presentate nel dossier se si tenesse conto del fatto che aree importanti, in diocesi, come Montale, Serravalle, Casalguidi e l’intera Montagna non fanno ancora parte delle rete diocesana: oltretutto, nella stessa città, solo alcune parrocchie partecipano alla rilevazione dei dati.
 
Il dossier prosegue contando non solo il numero delle persone accolte ma anche quello delle visite che quelle persone hanno, in realtà, effettuato: il dato che qui balza evidente è il sostanziale raddoppio delle visite registrate nei primi sei mesi degli ultimi due anni: erano 5.814 nel primo semestre 2011, sono balzate a 11.378 l’anno successivo. Questo significa che ciascuno fra le persone accolte dai Centri Caritas, se nel 2008 si limitava a 2,4 visite che erano già salite a 4,1 l’anno successivo, nel primo semestre di quest’anno ha toccato quota 7,9 (erano 4,6 lo stesso periodo dell’anno precedente): in pratica quasi 8 visite, in media, in un solo semestre, oltre una al mese. “Cifre notevoli, commentano in Caritas. Così come notevole il dato sull’incremento degli italiani: dal 27% del primo semestre 2008 si è saliti al 44,8 del primo semestre 2012 (“L’impoverimento della persona, in particolare italiana e in modo speciale della famiglia nel suo complesso, risulta in costante crescita”).
 
Un dato, ancora informale e diffuso da Caritas fuori dossier: allo scorso 10 dicembre le persone ascoltate nei 7 Centri monitorati erano già quasi 1.970. E’ dato per  sicuro che alla fine di questo 2012 si arriverà a superare “quota” 2.000 con una stima, compresi i familiari, che passerà le 6 mila persone. Mai, in passato, sono state raggiunte cifre simili.
QUATTRO STORIE DI FRAGILITA’ (E DI SPERANZA)
I nomi sono di fantasia, ma i racconti corrispondono a vicende reali: le narrazioni sono state raccolte durante la scorsa estate attraverso interviste realizzate dall’Osservatorio diocesano povertà e risorse. Il dossier le riporta in sei sezioni: storia della famiglia, cause del disagio, situazione odierna del disagio; rete di relazioni; reti di assistenza; progetti futuri.
Gilda, viene da un paese delle valli sopra Pescia, ha 31 anni. E’ stata abbandonata dal compagno, vive in affitto ed è disoccupata. Spera di ripartire: sogna un ristorante vegetariano.
Klevian, è  un muratore e carpentiere abanese, ha 35 anni. E’ spostato, ha una figlia di 4 anni e sta aspettando un altro figlio.. La sua “discesa” è cominciata con un aborto spontaneo di sua moglie. Vive in centro, a Pistoia e rischia lo sfratto.
Latifa è marocchina, ha 50 anni e vive sola dal 2004. Dopo la separazione dal marito è rimasta sola con tre figli, uno dei quali down. Vorrebbe lavorare ma non trova nessun lavoro.
Silvestro è di Firenze, è nato nel 1942 da una famiglia della media borghesia che gestiva un bar nel centro a Firenze. Vive un forte disagio a causa di investimenti sbagliati. E’ sotto sfratto. Vive con la moglie diabetica. Ha una pensione da 530 euro. Dice che gli basterebbe un lavoro da 500 euro, ma a 70 anni nessuno glielo offre.
 
PERSONE CHE MAI AVREBBERO PENSATO DI ANDARE IN CARITAS
Il dossier 2012 è completato con riflessioni su marginalità e carcere, disagio mentale e immigrazione. In tutte le Caritas parrocchiali – si scrive – si riscontra non solo “aumenti di presenze ma soprattutto l’arrivo di persone che non si sarebbero mai immaginate di trovarsi in situazione di emergenza … I bisogni basilare (cibo e vestiario) sono spesso i più riscontrati e questo porta i volontari a lavorare nella continua emergenza, a scapito dell’animazione e della sensibilizzazione in parrocchia, rischiando quindi di cadere ancora nell’assistenzialismo”.
E la considerazione successiva (“La crisi che viviamo è materiale ma è anche una crisi di valori: le persone sono sempre più attaccate a valori superficiali e questo rende difficile un progetto di promozione umana nella comunità cristiana”) sembra l’assist perfetto per quel lavoro educativo sui “nuovi stili di vita” che Caritas, anche a Pistoia, vuole intraprendere.
 
Mauro Banchini
 
Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia
 

 

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