PISTOIA-PRATO-FIRENZE_ Per lunedì 17 dicembre alle ore 15,30 sono
stati convocati contemporaneamente i Consigli Provinciali di Firenze, Pistoia e
Prato, per l’approvazione del Piano interprovinciale per la gestione dei
rifiuti (PIR) dell’ATO Toscana Centro.
Nei confronti di questo Piano, le forze politiche: Sinistra Ecologia Libertà,
Rifondazione Comunista e Italia dei Valori della Toscana presentarono,
unitariamente alle associazioni Italia Nostra e Medicina Democratica, il 6
maggio 2012, Osservazioni critiche che sono state ignorate:
“Siamo contrari a
questo piano. Diciamo al PD di rinviare l’approvazione e di aprire un tavolo di
confronto serio e costruttivo, se prevarrà la chiusura, noi non saremo corresponsabili
di questo danno economico e ambientale nei confronti dei cittadini.
Abbiamo detto e scritto che non è per noi accettabile un Piano che si basa su dati sbagliati per quanto riguarda la produzione dei rifiuti, indicandone una sovrastima, alla quale si aggiunge la previsione di un aumento (mentre i dati dell’Agenzia Regionale Recupero Risorse evidenziano una diminuzione, con un andamento tendenziale che certo, complice la crisi economica, proseguirà su questo trend); un piano che dichiara esplicitamente di non rispettare le normative europee e nazionali – prevedendo di raggiungere il 65% di RD al 2015, mentre le suddette norme fissano tale obbiettivo al 31 dicembre 2012.
Un piano che, sulla scorta di tale analisi e indicazioni sbagliate, quantifica investimenti per 300 milioni di euro destinati a QUINTUPLICARE la potenzialità impiantistica destinata all'incenerimento, dalle attuali 60.000 tonnellate a 280.000 tonnellate entro il 2015 per raggiungere poi, addirittura, 350.000 ton. nel 2018.
Questa scelta pregiudicherà il futuro della gestione dei rifiuti per i prossimi 30 anni e avrà conseguenze pesanti – con impatti ambientali e sulla salute - per milione e mezzo di residenti nell'area metropolitana da Firenze a Pistoia.
Questo Piano prevede una produzione esagerata dei rifiuti e una produzione procapite che supera i 670Kg/ab/anno che non trova riscontro in nessuna altra regione italiana.
Si ignorano completamente le innumerevoli esperienze consolidate presenti in questo paese e anche nella nostra Regione, che dimostrano inequivocabilmente che la generalizzazione delle R.D. domiciliari hanno l’effetto benefico di ridurre considerevolmente la produzione dei rifiuti.
Di questo non c’è traccia nel Piano, eppure, queste esperienze ci forniscono dati reali, consultabili e pubblici, che dimostrano che in tutte le realtà, anche di area vasta dove è stato attuato il passaggio al moderno sistema di raccolta differenziata domiciliare, questo ha prodotto una drastica riduzione della produzione procapite dei rifiuti che è scesa a 400kg per abitante con punte massime di 471 kg.
L’unico modo per ridurre la produzione dei rifiuti è quello di mettere a sistema la raccolta differenziata “porta a porta” su tutto il territorio dell’ATO Toscana Centro, creando in questo modo oltre mille posti di lavoro con investimenti di gran lunga inferiori rispetto a quelli previsti nel Piano.
Questo obiettivo è del tutto realistico e fattibile: ci vuole solo la volontà politica per realizzarlo.
Riteniamo inoltre inaccettabile spostare arbitrariamente nel tempo, come se niente fosse, l’obiettivo del 65% di RD. Un ambito interprovinciale, nella sua pianificazione, non può ignorare completamente fondamentali riferimenti normativi.
Questo Piano è ancora prigioniero della vecchia cultura novecentesca, è la proiezione peggiorativa al prossimo futuro della situazione esistente.
Noi chiediamo una moratoria e diciamo NO alla realizzazione di nuovi inceneritori semplicemente perché, con una nuova moderna politica di gestione dei rifiuti, nel prossimo futuro, non ne avremo più bisogno.
Chiediamo un Piano che metta al primo posto, nella scala delle priorità, non l’incenerimento, ma (come chiede l’Europa e anche la Legge italiana che ha recepito le direttive europee), la prevenzione e la riduzione e su questo scenario dimensiona il suo sistema impiantistico.
E’ necessario iniziare subito il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema e, lungo questo percorso, le tecnologie tradizionali per lo smaltimento (discariche ed inceneritori) saranno destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre più marginale e acquisteranno centralità le buone pratiche operative, le azioni di separazione e differenziazione, di recupero e riciclaggio e di conseguenza crescerà e si consoliderà un’impiantistica di valorizzazione delle materie prime seconde recuperate e una adeguata filiera industriale del riciclaggio strettamente legata e connessa con il mondo scientifico della ricerca e dell’innovazione.
Un sistema virtuoso e moderno che rappresenta anche una risposta concreta alla crisi, perché mettendo a regime le raccolte differenziate “porta a porta” e incentivando e potenziando la filiera industriale del riciclaggio si creeranno in tutta la regione diverse migliaia di posti di lavoro e nuova ricchezza sociale.
Invitiamo i cittadini, le associazioni ambientaliste e i comitati popolari ad essere presenti ai Consigli Provinciali di Firenze, Prato e Pistoia, lunedì 17 dicembre alle ore 15,30.
Abbiamo detto e scritto che non è per noi accettabile un Piano che si basa su dati sbagliati per quanto riguarda la produzione dei rifiuti, indicandone una sovrastima, alla quale si aggiunge la previsione di un aumento (mentre i dati dell’Agenzia Regionale Recupero Risorse evidenziano una diminuzione, con un andamento tendenziale che certo, complice la crisi economica, proseguirà su questo trend); un piano che dichiara esplicitamente di non rispettare le normative europee e nazionali – prevedendo di raggiungere il 65% di RD al 2015, mentre le suddette norme fissano tale obbiettivo al 31 dicembre 2012.
Un piano che, sulla scorta di tale analisi e indicazioni sbagliate, quantifica investimenti per 300 milioni di euro destinati a QUINTUPLICARE la potenzialità impiantistica destinata all'incenerimento, dalle attuali 60.000 tonnellate a 280.000 tonnellate entro il 2015 per raggiungere poi, addirittura, 350.000 ton. nel 2018.
Questa scelta pregiudicherà il futuro della gestione dei rifiuti per i prossimi 30 anni e avrà conseguenze pesanti – con impatti ambientali e sulla salute - per milione e mezzo di residenti nell'area metropolitana da Firenze a Pistoia.
Questo Piano prevede una produzione esagerata dei rifiuti e una produzione procapite che supera i 670Kg/ab/anno che non trova riscontro in nessuna altra regione italiana.
Si ignorano completamente le innumerevoli esperienze consolidate presenti in questo paese e anche nella nostra Regione, che dimostrano inequivocabilmente che la generalizzazione delle R.D. domiciliari hanno l’effetto benefico di ridurre considerevolmente la produzione dei rifiuti.
Di questo non c’è traccia nel Piano, eppure, queste esperienze ci forniscono dati reali, consultabili e pubblici, che dimostrano che in tutte le realtà, anche di area vasta dove è stato attuato il passaggio al moderno sistema di raccolta differenziata domiciliare, questo ha prodotto una drastica riduzione della produzione procapite dei rifiuti che è scesa a 400kg per abitante con punte massime di 471 kg.
L’unico modo per ridurre la produzione dei rifiuti è quello di mettere a sistema la raccolta differenziata “porta a porta” su tutto il territorio dell’ATO Toscana Centro, creando in questo modo oltre mille posti di lavoro con investimenti di gran lunga inferiori rispetto a quelli previsti nel Piano.
Questo obiettivo è del tutto realistico e fattibile: ci vuole solo la volontà politica per realizzarlo.
Riteniamo inoltre inaccettabile spostare arbitrariamente nel tempo, come se niente fosse, l’obiettivo del 65% di RD. Un ambito interprovinciale, nella sua pianificazione, non può ignorare completamente fondamentali riferimenti normativi.
Questo Piano è ancora prigioniero della vecchia cultura novecentesca, è la proiezione peggiorativa al prossimo futuro della situazione esistente.
Noi chiediamo una moratoria e diciamo NO alla realizzazione di nuovi inceneritori semplicemente perché, con una nuova moderna politica di gestione dei rifiuti, nel prossimo futuro, non ne avremo più bisogno.
Chiediamo un Piano che metta al primo posto, nella scala delle priorità, non l’incenerimento, ma (come chiede l’Europa e anche la Legge italiana che ha recepito le direttive europee), la prevenzione e la riduzione e su questo scenario dimensiona il suo sistema impiantistico.
E’ necessario iniziare subito il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema e, lungo questo percorso, le tecnologie tradizionali per lo smaltimento (discariche ed inceneritori) saranno destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre più marginale e acquisteranno centralità le buone pratiche operative, le azioni di separazione e differenziazione, di recupero e riciclaggio e di conseguenza crescerà e si consoliderà un’impiantistica di valorizzazione delle materie prime seconde recuperate e una adeguata filiera industriale del riciclaggio strettamente legata e connessa con il mondo scientifico della ricerca e dell’innovazione.
Un sistema virtuoso e moderno che rappresenta anche una risposta concreta alla crisi, perché mettendo a regime le raccolte differenziate “porta a porta” e incentivando e potenziando la filiera industriale del riciclaggio si creeranno in tutta la regione diverse migliaia di posti di lavoro e nuova ricchezza sociale.
Invitiamo i cittadini, le associazioni ambientaliste e i comitati popolari ad essere presenti ai Consigli Provinciali di Firenze, Prato e Pistoia, lunedì 17 dicembre alle ore 15,30.
Sinistra Ecologia e Libertà – Toscana
Partito della Rifondazione Comunista – Toscana
Italia dei Valori – Provinciale di Firenze
Medicina Democratica – Toscana
Italia Nostra - Toscana
Partito della Rifondazione Comunista – Toscana
Italia dei Valori – Provinciale di Firenze
Medicina Democratica – Toscana
Italia Nostra - Toscana
Fonte: Comunicato stampa Sinistra
Ecologia Libertà e Rifondazione Comunista della Toscana
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