(foto di Luca Castellani) |
QUARRATA-PISTOIA_
La comunità quarratina ha dato l’estremo saluto al parroco ucciso durante una
feroce aggressione nella canonica di Tizzana. Un pomeriggio di lutto, di grande
commozione nella chiesa di Catena, piccola per contenere le migliaia di persone
che si sono stretti attorno ai parenti di don Mario Del Becaro, parroco da 26
anni di Tizzana e Catena.
Alla funzione
celebrata dal vescovo di Pistoia monsignor Mansueto Bianchi hanno preso parte
gran parte del clero pistoiese, autorità civili e militari tra cui il sindaco
di Quarrata Marco Mazzanti (con il gonfalone del Comune), il presidente della
Provincia di Pistoia Federica Fratoni, assessori e consiglieri comunali di
Quarrata, il prefetto di Pistoia, rappresentanti della questura di Pistoia, il
colonnello dei Carabinieri e molti altri. Ampia la rappresentanza delle
associazioni di volontariato e soprattutto della stampa locale e nazionale.
“Mentre ancora
viviamo il Natale, esso improvvisamente si tinge di rosso. Dal Natale bianco al Natale rosso: è l’esperienza traumatica che ha vissuto questa parrocchia
e, con essa, la diocesi di Pistoia” .
Questo l’attacco della omelia, una breve
omelia, tenuta da mons. Mansueto
Bianchi.
“Difficile e
ancora prematuro – ha aggiunto il vescovo di Pistoia – trovare una chiave di lettura che spieghi in modo
adeguato ciò che è accaduto fra noi: questo, del resto, è il compito che spetta
all’autorità investigativa e che noi attendiamo con grande fiducia e rispetto”.
“Ci resta nelle
mani e nel cuore la vita di un uomo, di un prete, che è stata violentemente
spenta”. Così mons. Bianchi, che ha
parlato in una chiesa affollata di fedeli e accanto a decine di sacerdoti
concelebranti e ha ricordato come “ci rimane il tracciato di una esistenza,
fatta di luci e di ombre, di canto e di gemito, come quella di ciascuno di noi,
che oggi sta davanti alla misericordia di Dio”.
Per il vescovo di Pistoia, la vicenda di don
Mario evidenza innanzitutto “il bisogno che abbiamo noi preti di essere
fortemente radicati nella persona del Signore Gesù e del suo Vangelo” ma anche
“la necessità di radicarci nella vita del nostro popolo, della comunità
cristiana, della chiesa”.
“Il bisogno dei preti – ha aggiunto – è
che di “crescere nella fraternità e nella intensità delle relazioni, in modo da
facilitare la reciproca convivenza, la comprensione, l’incoraggiamento, l’aiuto
fraterno. E’ questo clima che aiuta a prevenire o a evolvere in modo positivo
le crisi di stanchezza, di delusione, di solitudine, di demotivazione che
inevitabilmente si affacciano nella vita di un prete, come nella vita di ogni
persona”.
Mons. Bianchi
ha aggiunto un elemento sui rapporti fra comunità cristiana e parroci: la
necessità di “restare vicino alla vita e alla persona del proprio sacerdote:
non fargli mancare l’affetto, la stima, la collaborazione, l’accoglienza”.
Una
dimensione, questa, che può consentire anche “la correzione di errori e
difetti, il suggerimento, il consiglio, la critica senza che questo diventi un
crocifiggere la persona al proprio limite o al proprio errore”.
Una preghiera
finale per don Mario (“Molte cose
sono state dette e scritte in questi giorni su di lui, altre ancora se ne
diranno e scriveranno”) e per il suo “povero corpo martoriato” chiuso in una
bara nella piccola chiesa di Catena (“Possa, don Mario, incontrare non l’occhio
severo del giudice, ma il volto buono del Padre che asciuga ogni lacrima, sana
ogni ferita, perdona ogni colpa”).
E una
considerazione per gli assassini, verso cui non mancano “orrore e sdegno
davanti a un delitto feroce, senza pietà e senza umanità”.
Con una preghiera anche per loro (“Alla luce
del Vangelo è anche per queste persone che noi intendiamo pregare, perché
sappiamo che nell’aridità di ogni deserto c’è sempre una breve oasi a partire
dalla quale è possibile il ritorno alla dignità di una vita”).
Poco prima
della benedizione finale è intervenuto a nome della città di Quarrata il
sindaco che nel ribadire la partecipazione al grave lutto che ha colpito le due
frazioni e la Curia ha ribadito che “Quarrata non è questa”. “Rifiuto questo
atto e come tutti chiedo che venga fatta
giustizia”. La salma di don Mario Del Becaro ha lasciato la chiesa e l’attigua
piazza tra gli applausi dei fedeli e la commozione di tutti. Verrà seppellita
nel cimitero della Misericordia di Prato.
Andrea Balli
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