PISTOIA_ Ecco cosa scrive oggi Giuliano Ciampolini, militante di base del movimento per la ripubblicizzazione dei servizi idrici
A due anni dalla stupenda vittoria del referendum del 12/13 giugno 2011, mi sembra evidente come la luce del sole che, per attuare pienamente l'esito dei referendum del 12/13 giugno 2011, è indispensabile "conquistare una nuova legislazione nazionale coerente con l’idea della ripubblicizzazione del servizio idrico" (Corrado Oddi), per almeno due ragioni fondamentali:
1) Perché solo così è possibile conquistare una gestione pubblica e democratica in quella metà d'Italia dove nelle Spa a cui è stata affidata la gestione è entrato il capitale privato (con concessioni che scadono tra il 2021 e il 2026): solo una legge nazionale può anticipare queste scadenze tramite un'uscita del capitale privato, riducendo al minimo i costi economici e mettendo a disposizione dei Comuni le risorse finanziarie indispensabili (di cui oggi sono totalmente privi);
2) Solo una legge nazionale può rimediare all'errore della Legge Galli del 1994, che aveva stabilito di far gravare gli investimenti nei servizi idrici completamente sulle tariffe (con la conseguenza di averli fatti crollare a meno della metà di quanto è indispensabile in Italia): in questo settore sono indispensabili circa 2 miliardi di euro annui di investimenti, indispensabili per modernizzare gli acquedotti, le fognature e gli impianti di depurazione e di potabilizzazione.
Solo così l'acqua può rimanere un "bene comune fondamentale" per le attuali e le future generazioni e questo (non essendo giusto e neanche socialmente accettabile triplicare le tariffe) è realizzabile solo tramite la finanza pubblica (e con l'aiuto della Cassa Depositi e Prestiti), realizzabile tramite un'altra politica, che abbia la volontà di ridefinire le priorità nella destinazione della spesa pubblica.
Per quanto riguarda il Comune di Pistoia, mi sento onestamente di ribadire che il nuovo Sindaco Samuele Bertinelli (fino ad oggi e fino a prova contraria) si è impegnato seriamente e coerentemente (per quanto poteva e può fare) nel difficile percorso per riconquistare una gestione pubblica e democratica nei servizi idrici e aggiungo che andrebbe preso ad esempio da tutti i Sindaci eletti dal Pd (compreso Matteo Renzi, che finora ha difeso il profitto negli investimenti per acqua e servizi idrici, coerentemente con il suo voto per il "no" nel secondo quesito referendario che proponeva l'abrograzione del profitto, mentre il Sì ottenne il 95% di consensi).
Giuliano Ciampolini
Giuliano Ciampolini |
2) Solo una legge nazionale può rimediare all'errore della Legge Galli del 1994, che aveva stabilito di far gravare gli investimenti nei servizi idrici completamente sulle tariffe (con la conseguenza di averli fatti crollare a meno della metà di quanto è indispensabile in Italia): in questo settore sono indispensabili circa 2 miliardi di euro annui di investimenti, indispensabili per modernizzare gli acquedotti, le fognature e gli impianti di depurazione e di potabilizzazione.
Solo così l'acqua può rimanere un "bene comune fondamentale" per le attuali e le future generazioni e questo (non essendo giusto e neanche socialmente accettabile triplicare le tariffe) è realizzabile solo tramite la finanza pubblica (e con l'aiuto della Cassa Depositi e Prestiti), realizzabile tramite un'altra politica, che abbia la volontà di ridefinire le priorità nella destinazione della spesa pubblica.
Per quanto riguarda il Comune di Pistoia, mi sento onestamente di ribadire che il nuovo Sindaco Samuele Bertinelli (fino ad oggi e fino a prova contraria) si è impegnato seriamente e coerentemente (per quanto poteva e può fare) nel difficile percorso per riconquistare una gestione pubblica e democratica nei servizi idrici e aggiungo che andrebbe preso ad esempio da tutti i Sindaci eletti dal Pd (compreso Matteo Renzi, che finora ha difeso il profitto negli investimenti per acqua e servizi idrici, coerentemente con il suo voto per il "no" nel secondo quesito referendario che proponeva l'abrograzione del profitto, mentre il Sì ottenne il 95% di consensi).
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