venerdì 14 giugno 2013

"Il Mito, la Luce, il Volo". A Quarrata tre installazioni in sequenza di Giuseppe Iozzelli. Nella "Notte Bianca Culturale" apre la mostra antologica.



QUARRATA_Una nuova interessante iniziativa promossa con il patrocinio del Comune di Quarrata è quella che riguarda Giuseppe Iozzelli, l'autore dell'opera in vetro resina "Primo Animante" che accoglie i cittadini e i visitatori nell'area antistante il mobilificio Peruzzi lungo viale Montalbano. 

L'evento avrà un preambolo all'interno delle iniziative della "Notte Bianca Culturale" in programma sabato 22 giugno.In particolare in quella sera (dalle 18 alle 24) presso il salone espositivo "Giancarlo Zampini" (Polo Tecnologico) rimarrà aperta la mostra antologica.

Dal giorno successivo - domenica 23 giugno fino al 7 luglio rimarranno esposte in tre luoghi distinti del territorio comunale altrettante installazioni in sequenza : "Orfeo e Euridice: una possibile trasformazione del mito"; "Luce per la città" e "Esistenze in volo".
 
Alle 17 di domenica 23 giugno, al Polo Tecnologico in Piazza Agenore Fabbri verrà presentata ufficialmente la mostra antologica di Giuseppe Iozzelli/iogiromIl Mito, la Luce, il Volo”.
Il lavoro di Iozzelli tesse un dialogo con l’opera di Agenore FabbriIl mito di Orfeo”, esposta all’interno della piazza coperta del Polo “Libero Grassi”, che poi si spiega nei luoghi della città che l’artista ha individuato come spazi d’espressione.
In questa occasione il Polo Tecnologico è l’inizio del percorso che condurrà fino al parco di Villa La Magia. Le installazioni presentate in questo evento, da leggere in sequenza, sono “Orfeo e Euridice: una possibile evoluzione del mito”, per le vie del centro cittadino “Luce per la città” e “Esistenze in Volo” nel parco della Villa Medicea

Orari di apertura della mostra (aperta fino al 7 luglio):
-Sabato 22 giugno ore 18-24
- Domenica 23 giugno dalle 16 alle 20 e dalle 21 alle 23
- Da lunedì al venerdì dalle 21 alle 23
- Sabato dalle ore 10 alle ore 12, dalle ore 18 alle ore 20, dalle ore 21 alle ore 23
- Domenica dalle ore 18 alle ore 20, dalle ore 21 alle ore 23
Per visitare la mostra fuori orario chiamare nei giorni feriali dalle 10 alle 16 il numero 0573.774500

L’artista illustrerà le installazioni con delle performance che si terranno alle ore 18 di martedì 25 giugno, giovedì 27 giugno, sabato 29 giugno, lunedì 1 luglio, mercoledì 3 luglio, venerdì 5 luglio, domenica 7 luglio.
 
Il numero dei partecipanti è limitato, è necessario prenotare chiamando nei giorni feriali dalle 10 alle 16 il numero 0573.774500.

 
E' lo stesso Giuseppe Iozzelli,  autore delle installazioni che ci scrive ed in anteprima ci spiega il senso delle sue tre installazioni pensate per l'iniziativa a Quarrata.


Il Mito, la Luce, il Volo. 3 installazioni in sequenza

di Giuseppe Iozzelli

Il grande bassorilievo di Agenore Fabbri “Orfeo ed Euridice”, creato per la Triennale di Milano del 1951, fu presentato insieme ad una scultura raffigurante un altro Orfeo, di Carmelo Cappello, posta proprio davanti a quello spazio vuoto e nero che rappresenta l’oltretomba o, come a me pare, la sua porta d’accesso.
Questo spazio, attorno al quale si svolge tutta la narrazione, è al centro dell’opera di Fabbri, come se ne racchiudesse il segreto e il messaggio. Ed e’ al centro anche della prima installazione che da quella ha tratto ispirazione e con la quale prova a dialogare, proponendo una possibile evoluzione del mito che vi viene narrato.
Ma a guardar bene è proprio quell’opera che, per prima, sembra chiedere un dialogo, che vuole introdurre qualcosa di altro e aprirsi all’esterno. E ancor più palesemente il luogo, la Piazza Coperta, vuole dialogare con lo spazio esterno: con la piazza scoperta e con tutta la città.
Nell’”Orfeo ed Euridice” di Fabbri mi sembra di percepire anche qualcosa che ha a che fare con i visceri, e la città dell’Ade sembra evocare una sezione delle viscere della città, aperte eppure nascoste, di questa piccola città che ha grandi polmoni ed un’anima sublime altrove, alla Magia ………e queste installazioni potrebbero essere lo spunto per un dialogo fra le viscere e l’anima della città.



Installazione 1. Orfeo ed Euridice : una possibile evoluzione del mito
Contesto 1: Inizio del percorso. Il MONDO adagiato su le tenebre e circondato dalla luce. Un mondo di teste-individui che guardano in tutte le direzioni ma che, come le pietre, restano immobili.


Opera 1: ORFEO si distacca dal mondo mosso da un desiderio incontenibile . L’oggetto del suo desiderio ha perduto la vita. Orfeo non intende fare altrettanto per ricongiungervisi. Orfeo è desiderio e vita. E’ il portatore della vita, unico suo strumento, che penetra anche il regno delle tenebre.

Opera 2: EURIDICE, in attesa della vita, pronta ad accogliere, aspetta sospesa sulla porta dell’Ade.
Contesto 2: Lo SPAZIO NERO dell’opera di Fabbri, inteso come limite fra la vita e la morte, è parte integrante dell’ installazione, il punto di volta del percorso.
 

Opera. 3: EURIDICE, pregna di vita vera, vola via dal regno della morte verso la luce.
Solo apparentemente segue Orfeo che, donandole il seme della vita, le ha mostrato la strada per liberarsi. Si potrebbe immaginare che Euridice canti: “ Voltati Orfeo, guardami tutta, compiaciti della meraviglia che hai fatto di me, non so dove arriverò, so solo che non tornerò indietro, mai!” E’ terra fertile che viene fecondata e vedremo germogliare.

Opera 4: ORFEO ha realizzato la sua missione. Non si volta anche se potrebbe farlo, ora, senza conseguenze per nessuno. Euridice ormai è il passato. Il desiderio è sublimato. E’ immerso nella luce rappresentata dall’aureola che introduce l’ installazione successiva.


Installazione 2. Luce per la città

Un cerchio bianco, fuori, verso il quale sono orientati Orfeo ed Euridice. Segno essenziale della Luce nell’accezione più ampia: materiale, spirituale ed esistenziale. Così incommensurabile che qualsiasi rappresentazione sarebbe molto meno dell’ombra di una particella di polvere nei confronti del sole.
Non si sono inseriti altri elementi nella piazza, come se quel cerchio ne fosse l’aureola. E’ il punto centrale e il livello più elevato dell’intera sequenza. E’ la meta sublime di chi vola, il fine dell’esistenza. E l’inizio di esistenze nuove, altre.
La luce bianca si rifrange, si spande sulla città e manifesta i suoi colori, dal violetto al rosso. Le figure alate spruzzate a terra, su un piano decisamente diverso dalla luce di cui sono emanazioni, sono incorporee: è la luce nella sua pienezza che genera le forme, i corpi, le esistenze.
Dopo il cerchio rosso due esseri, che finalmente hanno un corpo, celebrano la riflessione della luce sul mondo e annunciano un nuovo ciclo di esistenze. Nel primo i colori sono ancora separati, nel secondo si ricompongono nel bianco introducendo l’ultima installazione

Installazione 3. Esistenze in volo

Un nuovo mondo. Nuove esistenze, ciascuna con aspetti diversi, ma appartenenti tutte ad una unica famiglia. E’ un volo fra gli alberi, imprescindibile dalla natura da rispettare e preservare per non compromettere irreparabilmente la possibilità di volare.

Il percorso era iniziato da un mondo statico con l’uomo-orfeo che comincia col distaccarsi da esso, pur attanagliato dalle sue bramosie. Traendo ispirazione dalle remote radici del mito è, all’ inizio, un percorso essenzialmente interiore che ha come primo passo il distacco. A questo segue un percorso esterno sul e nel mondo: un percorso cosmico-universale e in parallelo il nostro percorso collettivo che non può prescindere dal percorso e dal contributo individuale: perché tutto il mondo possa evolvere, per volare……… la meta è libera e aperta e l’interpretazione anche.

 
 
a.b.

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