mercoledì 19 giugno 2013

"Alla ricerca del lavoro perduto. Idee sul lavoro che cambia". Una interessante iniziativa del centro Espaces "Giorgio La Pira" a Pistoia.


       PISTOIA_ Il Centro Espaces “G. La Pira” (che fa parte del progetto Espaces promosso dall’ordine domenicano in Europa e il cui scopo è quello di contribuire alla costruzione dell’Europa con particolare attenzione agli aspetti spirituali e del dialogo tra religioni e società), in collaborazione con il Circolo ACLI “Fabio Giaconi” e PoieinLab – Ricerca sociale, organizza due giornate di approfondimento su “Alla ricerca del lavoro perduto. Idee sul lavoro che cambia”.

Franca Alacevich
     Venerdì 21 giugno alle ore 17 presso la Sala del Convento di San Domenico a Pistoia si svolgerà la conferenza: “Rimettere al centro il lavoro. Rimettere al centro i giovani”. Incontro con Franca Alacevich (Professore ordinario di Sociologia dei processi economici e del lavoro, Università di Firenze). Introduce: Renzo InnocentiSabato 22 giugno ore 9.30-12.30 sempre presso il Convento di San Domenico è in programma un seminario su “Spunti e appunti per una riflessione sul lavoro che cambia".  Modera: Giovanni Paci. Interverranno: Filippo Buccarelli (Università di Firenze) “Come cambia il lavoro: i risultati del lavoro di ricerca”; Sebastiano Nerozzi (Università di Palermo) “Flessibilità, crescita e occupazione: che cosa non ha funzionato?”; Giovanni Capecchi (Università per Stranieri di Perugia) “Ritorno al lavoro: la narrativa italiana tra deindustralizzazione e precariato (2002-2012)”; Antonio Miniutti (Giornalista, Firenze) “Mutamenti del lavoro e contesto europeo e internazionale”; Carlo Stilli (Centro Studi Confindustria Pistoia) “La crisi e le imprese manifatturiere: l’impatto sul territorio pistoiese”; Alessandro Cortesi (Centro Espaces) “Lavoro e orizzonti di senso”. 
     Info: Segreteria Centro Espaces e-mail: info@domenicanipistoia.it – tel. 0573 30.77.83.
 
      Ecco una introduzione all’iniziativa:
      
L’attuale crisi economica si sta manifestando come crisi che attraversa diversi ambiti del vivere comune e che pone interrogativi sul futuro del lavoro e del modo di intendere l’esperienza lavorativa in una società mondiale sempre più interrelata. La crisi sta manifestando i limiti di un sistema non solo economico ma di pensiero che ha segnato gli ultimi decenni.
Il processo di finanziarizzazione dell’economia e le disuguaglianze e le ingiustizie che questo sta producendo a livello mondiale aprono a una considerazione riguardo alle possibili alternative a questo modello in grado di rimettere al centro la questione del lavoro. In modo particolare la crisi pone una occasione propizia: quella di fermarsi e di interrogarsi, di riflettere e confrontarsi insieme. Si tratta di pensare alla plausibilità e alla possibilità di nuovi modelli di vita economica, di nuovi stili di vita e di cambiamenti significativi nell’ambito delle politiche del lavoro.
Tante domande si aprono: lo sviluppo e la crescita economica che abbiamo conosciuto, con alti e bassi, a partire dal secondo dopoguerra, hanno perseguito orizzonti di benessere materiale che si sono progressivamente divaricati dalle esigenze di rafforzamento dei legami sociali e di quei beni relazionali che sono il tessuto fondamentale anche per poter vivere con serenità l’esperienza lavorativa. Quali cambiamenti sono possibili, a livello strutturale, nel modo di pensare il lavoro e la coesione sociale in società segnate dalla disoccupazione e dallo scoraggiamento soprattutto di sempre più ampi settori del mondo giovanile e femminile? Ci sono spazi diversi per intendere il lavoro sia come mezzo di produzione del benessere economico ma anche come esperienza di riconoscimento della dignità delle persone e di relazionalità sociale? Si può pensare al lavoro come il terreno principale di sperimentazione di nuovi modelli di relazione sociale anche alternativi alle tradizionali forme di contrapposizione ancorate nella storia del novecento?
Nel contesto della globalizzazione c’è una difficoltà specifica che riguarda i soggetti che dovrebbero guidare e regolamentare i cambiamenti. In particolare, l’attuale momento di impasse dell’Unione Europea e la generale crisi delle classi politiche, e delle classi dirigenti in genere, più preoccupate della conservazione di quelli che appaiono sempre più come privilegi che non di questioni rilevanti per l’insieme della popolazione, aprono forti interrogativi. Se da una parte vi sono certamente responsabilità e inadeguatezze individuali da denunciare è altresì chiaro che ogni riflessione non può prescindere da una critica intelligente a livello di sistema, anche, se non soprattutto, partendo dalla dimensione culturale del fenomeno. Come cambia la cultura del lavoro è un ulteriore spunto di riflessione.
Questi interrogativi sono stati considerati nel corso dell’anno appena trascorso in una serie di incontri promossi dal Centro Espaces “G. La Pira” insieme alle ACLI di Pistoia. E’ nostro desiderio ora riprenderli offrendo alla realtà locale un’occasione per discutere sulla situazione attuale, cercando di cogliere le sfide e di leggere criticamente i processi in atto. Il metodo è quello dell’incontro tra esperienze e sensibilità diverse, senza prevenzioni di tipo ideologico o di appartenenza, con lo spirito della riflessione appassionata e competente, senza abdicare alla necessità di un impegno sociale forte che, su questo tema, vede coinvolte soprattutto le fasce meno tutelate come i giovani, gli immigrati, chi perde l’occupazione in età avanzata, coloro cioè che più di altri oggi si trovano a soffrire per la mancanza di lavoro e di futuro.
     Centro Espaces “G. La Pira”
 

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