PISTOIA_ Un gruppo di Giovani Democratici della provincia di Pistoia hanno preso posizione a sostegno della candidatura di Gianni Cuperlo a segretario nazionale del Pd. Ecco di seguito il comunicato inviatoci:
La notte sta per finire e noi siamo l'Alba
Affinché il PD sia utile all'Italia e quindi possa risolvere i problemi del nostro Paese, la questione del suo ruolo e della sua organizzazione è dirimente.
Un Partito Democratico che funziona, che sta sui territori, accanto ai cittadini e dunque aperto alla società è quello che vogliamo: perché un Partito forte non può e non deve esaurirsi nella leadership, dal momento che da solo nessuno può farcela. È il momento di costruire un Partito vero, non un comitato elettorale permanente: il PD deve diventare un soggetto politico con dei valori forti e riconoscibili, non uno “spazio senz'anima”.
Si tratta, perciò, di scegliere un segretario che sia in grado di rifondare il Partito e di sciogliere il nodo del rapporto tra rappresentanza e partecipazione. Le proposte contenute nel documento di Cuperlo, come discussione aperta e consultazione periodica sui vari temi, un Partito radicato sui vari luoghi di lavoro e di studio, che coinvolga gli iscritti promuovendone la formazione e che rilanci il ruolo dei circoli, vanno esattamente in questa direzione. È ovvio, quindi, che il Partito che decideremo di essere, influenzerà il progetto di cambiamento che abbiamo per questo Paese.
Ovviamente, non possiamo e non vogliamo eludere il fatto che in questo momento sia necessario un rinnovamento radicale. Rinnovare però non significa soltanto “cambiare facce”: si rinnova qualcosa, infatti, tramite analisi critiche e profonde dei problemi della nostra società, tramite l’implementazione di nuove idee e grazie ad una partecipazione attiva e non superficiale. Rinnovare significa anche coniugare il vecchio al nuovo, significa non vergognarsi della propria storia e del proprio patrimonio culturale, essendo comunque consci dei propri errori. Il Partito deve divenire, quindi, un vero e proprio motore del cambiamento, andando oltre ai personalismi, e deve guidato da un segretario che se ne occupi a tempo pieno e non lo veda come un passaggio necessario ed utile alla propria "scalata al potere".
Il cambiamento in sé è un concetto neutro, sta dunque a noi riempirlo con quei principi che renderebbero più giusto il nostro Paese. Infatti, parole antiche come “eguaglianza”, “equità”, “giustizia sociale” e “dignità”, oggi devono tornare al centro dell'azione politica della Sinistra: si tratta di dare finalmente voce a chi, fino a questo momento, non ne ha avuta. D’altronde, citando lo stesso Cuperlo, “noi non siamo il volto buono della destra, noi siamo la Sinistra”.
Non accettiamo però di essere definiti la Sinistra conservatrice. Può essere forse definito da conservatori rifiutarsi di vedere i diritti come privilegi e pensare che questione sociale e democratica coincidano? O pensare che la spesa pubblica non vada ridotta, ma riqualificata, evitando gli sprechi e le inefficienze? O ritenere primario per la crescita economica, culturale e sociale del nostro Paese investire su scuola, università e ricerca? O ancora, aggredire l'evasione fiscale e intervenire sulle “pensioni d'oro”? O desiderare una legge chiara sul fine vita ed una che estenda diritti e doveri alla coppie gay e che ne tuteli i figli?
La volontà di sostanziare questi principi, non può esaurirsi, a parer nostro, solo all'interno dei confini nazionali, ma deve estendersi all'intera Unione Europea: vogliamo un partito europeista che senta proprie le istanze del Partito Socialista Europeo e che veda gli Stati Uniti di Europa come il proprio orizzonte ideale e politico.
Forse in tutto questo siamo in controtendenza, ma il nostro è un anticonformismo in sintonia con il bene comune.
Si tratta, perciò, di scegliere un segretario che sia in grado di rifondare il Partito e di sciogliere il nodo del rapporto tra rappresentanza e partecipazione. Le proposte contenute nel documento di Cuperlo, come discussione aperta e consultazione periodica sui vari temi, un Partito radicato sui vari luoghi di lavoro e di studio, che coinvolga gli iscritti promuovendone la formazione e che rilanci il ruolo dei circoli, vanno esattamente in questa direzione. È ovvio, quindi, che il Partito che decideremo di essere, influenzerà il progetto di cambiamento che abbiamo per questo Paese.
Ovviamente, non possiamo e non vogliamo eludere il fatto che in questo momento sia necessario un rinnovamento radicale. Rinnovare però non significa soltanto “cambiare facce”: si rinnova qualcosa, infatti, tramite analisi critiche e profonde dei problemi della nostra società, tramite l’implementazione di nuove idee e grazie ad una partecipazione attiva e non superficiale. Rinnovare significa anche coniugare il vecchio al nuovo, significa non vergognarsi della propria storia e del proprio patrimonio culturale, essendo comunque consci dei propri errori. Il Partito deve divenire, quindi, un vero e proprio motore del cambiamento, andando oltre ai personalismi, e deve guidato da un segretario che se ne occupi a tempo pieno e non lo veda come un passaggio necessario ed utile alla propria "scalata al potere".
Il cambiamento in sé è un concetto neutro, sta dunque a noi riempirlo con quei principi che renderebbero più giusto il nostro Paese. Infatti, parole antiche come “eguaglianza”, “equità”, “giustizia sociale” e “dignità”, oggi devono tornare al centro dell'azione politica della Sinistra: si tratta di dare finalmente voce a chi, fino a questo momento, non ne ha avuta. D’altronde, citando lo stesso Cuperlo, “noi non siamo il volto buono della destra, noi siamo la Sinistra”.
Non accettiamo però di essere definiti la Sinistra conservatrice. Può essere forse definito da conservatori rifiutarsi di vedere i diritti come privilegi e pensare che questione sociale e democratica coincidano? O pensare che la spesa pubblica non vada ridotta, ma riqualificata, evitando gli sprechi e le inefficienze? O ritenere primario per la crescita economica, culturale e sociale del nostro Paese investire su scuola, università e ricerca? O ancora, aggredire l'evasione fiscale e intervenire sulle “pensioni d'oro”? O desiderare una legge chiara sul fine vita ed una che estenda diritti e doveri alla coppie gay e che ne tuteli i figli?
La volontà di sostanziare questi principi, non può esaurirsi, a parer nostro, solo all'interno dei confini nazionali, ma deve estendersi all'intera Unione Europea: vogliamo un partito europeista che senta proprie le istanze del Partito Socialista Europeo e che veda gli Stati Uniti di Europa come il proprio orizzonte ideale e politico.
Forse in tutto questo siamo in controtendenza, ma il nostro è un anticonformismo in sintonia con il bene comune.
Patrizio Balli, PD Pistoia
Marco Catola, PD Pescia
Gabriele Femia, PD Pistoia
Valeria Nanni, PD Pescia
Valentina Noligni, PD Agliana
Benedetta Papa, PD Buggiano
Agnese Pippolini, PD Montale
Valentina Sbanchi, PD Pistoia
Federica Scirè, PD Montale
Fonte: Comunicato Stampa
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