QUARRATA_ Nell’area naturale protetta di interesse locale La Querciola come
previsto dalle “norme di protezione”del regolamento di gestione così come per l’anpil
del “Bosco di Villa La Magia" è consentita l’attività venatoria.
Fanno eccezione
l’interno dell’oasi faunistica La Laghina (area pubblica) da una parte e alcune
zone (stabilite dalle planimetrie) dall’altra.
Resta il fatto che ad eccezione della laghina nella restante area della
Querciola (soprattutto nei laghi privati presenti) è consentita la caccia “secondo quanto
disposto dalla normativa in materia che regola l’attività faunistica venatoria”.
Nelle “norme” approvate dal Comune si precisa inoltre che gli appostamenti
esistenti “alla data di approvazione delle norme” non soggiacciono ai limiti di
distanza previsti dalle leggi vigenti in materia di caccia.
Nell’’area protetta
del bosco di Villa La Magia è possibile effettuare gare cinofile nella zona A,
caccia di appostamento nella zona B e la “caccia nei modi e forme previste
dalla normativa vigente in materia” nella zona C.
Proprio perché è consentita la caccia il Comune di Quarrata nel 2007 aveva
aderito ad un progetto del Dipartimento di scienze ambientali dell’Università
di Siena insieme alla provincia di Pistoia e alla Regione Toscana consentendo
con un proprio contributo ad una attività di studio sulla presenza di piombo
nell’area pistoiese del Padule di Fucecchio, successivamente estesa alla parte
fiorentina grazie ad un finanziamento della Provincia di Firenze.
Le cartucce
sparate e non raccolte conterrebbero
infatti la presenza di piombo.
Numerose
ricerche hanno dimostrato infatti come il munizionamento da caccia rappresenti
una fonte non trascurabile di inquinamento da piombo, in grado di avvelenare
gli uccelli selvatici, contaminare il terreno e determinare un rischio
sanitario per l’uomo.
Tale studio "Indagine
sulla presenza di piombo nel Padule di Fucecchio" è stato curato da
Stefania Ancora e Nicola Bianchi, del Dipartimento di scienze ambientali
dell'università di Siena e i risultati- sono stati resi noti all’interno del rapporto “Il piombo nelle
munizioni da caccia: problematiche e possibili soluzioni”presentato dall’Istituto
superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) a cura di
Alessandro Andreotti e Fabrizio Borghesi.
Nel rapporto – nell’apposito box di approfondimento
a pag 42- emerge una forte
contaminazione di piombo proprio nel Padule di Fucecchio che per analogie ha
molti elementi in comune con l’anpil della Querciola di Quarrata.
Per visionare l'intero rapporto cliccare sul seguente link:
Ecco i risultati a cui sono giunti i due studiosi:
“ Il Padule di Fucecchio,
nella bassa Valdinievole, tra le provincie di Pistoia e Firenze, si estende su
1.800 ettari ed è quindi la più grande palude interna italiana e un biotopo di
eccezionale valore. Ancora e Bianchi spiegano che «per la tutela delle
emergenze naturalistiche, storiche ed ambientali del Padule, le Province di
Pistoia e Firenze hanno creato, a partire dal 1996, due Riserve Naturali per
un'estensione totale di circa 230 ha, ove la caccia non è consentita. Nella
restante superficie, l'attività venatoria è praticata da sempre in modo
intensivo, con una densità fra le più alte nel nostro Paese (1.400 cacciatori -
Bartolini, 2007). Inoltre nel territorio del Padule è presente un impianto dove
si svolge attività di tiro al piattello».
I ricercatori senesi spiegano
che «l'attenzione è stata rivolta soprattutto ai sedimenti, che costituiscono
il principale comparto di accumulo dei pallini; in particolare, sono stati
misurati la densità dei pallini e la concentrazione totale di piombo. Inoltre
sono stati determinati i livelli di piombo in vari organi e tessuti prelevati
da organismi animali e vegetali presenti nell'area indagata e ritenuti buoni
bioindicatori. Complessivamente sono stati considerati circa 300 campioni di
sedimento, 30 esemplari di pesci, 40 esemplari di Gambero rosso della Louisiana
Procambarus clarckii, 20 campioni di escrementi di Nutria Myocastor coypus e 15
campioni di cannuccia».
I sedimenti sono stati
campionati utilizzando una benna leggera di 15x15 cm. per prelevare lo strato
più superficiale del sedimento indisturbato, indicativamente i primi 5-10 cm,
facilmente accessibile all'avifauna. Poi, con un Gps portatile, sono state
rilevate le coordinate geografiche per la georeferenziazione del punto di
campionamento Il materiale è stato quindi sottoposto ad una prima procedura di
omogeneizzazione e successivamente suddiviso in due sub-campioni: «Uno per le
determinazioni analitiche, l'altro la determinazione della frequenza dei
pallini, tramite vagliatura in umido (sotto un flusso di acqua), con setacci in
acciaio inox con maglia di 2 mm e 1 mm».
Una fase dello studio |
Nel box del rapporto Ispra si legge che «i risultati ottenuti indicano una forte contaminazione, sia in termini di densità di pallini, sia di livelli di piombo. Nei sedimenti si calcola vi siano in media 38 pallini/m2, mentre nei punti di massimo accumulo si supera la densità di 300 pallini/m2. Assieme alla massiccia presenza di pallini, è stata evidenziata una consistente presenza del piombo in tutti i sedimenti: le concentrazioni misurate, pari in media a oltre 110 mg/kg p.s., ma con punte massime che si avvicinano a 300 mg/kg p.s., mostrano come i sedimenti del Padule di Fucecchio superino abbondantemente i livelli naturali riportati in letteratura per la crosta terrestre ed eccedono i valori di 30 mg/kg p.s. stabiliti come standard di qualità dei sedimenti nei corpi idrici marino costieri e di transizione (Allegato 1 del Decreto Legislativo n.152 del 3 aprile 2006, aggiornato con il D.M. "Ambiente" n. 56 del 14 aprile 2009)».
Sono state elaborate cartografie che «descrivono una contaminazione ampiamente diffusa, con livelli maggiori di piombo nel settore centrale dove sono presenti la maggior parte dei chiari in cui veniva e/o viene praticata l'attività venatoria. I livelli appaiono relativamente più contenuti avvicinandosi al settore nord e al settore orientale in prossimità del canale "del Terzo". Sebbene le concentrazioni di piombo e le frequenze di rinvenimento dei pallini siano lievemente più contenute nelle Riserve Naturali rispetto alle aree di caccia, la contaminazione risulta ampiamente diffusa su tutta l'area indagata, a dimostrazione che la contaminazione permane a lungo anche dopo l'introduzione del divieto di caccia».
Ancora e Bianchi concludono: «Con questo studio effettuato è stata prodotta una sorta di fotografia dello stato di contaminazione da piombo per il periodo 2007-2008. Questa base di informazioni, realizzata in concomitanza con l'emanazione di nuove norme che di fatto vietano l'utilizzo di munizionamento a pallini di piombo all'interno nelle Zps (Decreto n. 184/07 del ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare), costituisce una base di dati utile a fini comparativi per poter monitorare nel lungo periodo l'evolversi del fenomeno di contaminazione e l'efficacia del provvedimento stesso. Una quantificazione della presenza di pallini e dei livelli di piombo, come quella realizzata per il Padule di Fucecchio, fornisce un valido contributo per la valutazione dell'ordine di grandezza del fenomeno della contaminazione da piombo nelle aree umide la cui entità e gravità restano sottostimate o in parte ignorate».
Secondo il rapporto «nelle zone umide dell'Unione Europea, ad esempio, è stato calcolato che ogni anno vengano sparate 2.400-3.000t di piombo, delle quali 420 in Francia e 148 in Italia (Guitar e Mateo, 2006). Sempre nel caso di ambienti acquatici, sono disponibili dati sulla contaminazione ambientale di singoli siti - espressi in numero di pallini per unità di superficie - che permettono di ottenere una stima del piombo immesso nell'ambiente.
Dal momento che per la caccia agli uccelli acquatici generalmente si utilizzano pallini di peso medio pari a 0,13 g (con variazioni da 0,09 a 0,17 g), si può ricavare il quantitativo di piombo disperso per ettaro».
Secondo il rapporto «nelle zone umide dell'Unione Europea, ad esempio, è stato calcolato che ogni anno vengano sparate 2.400-3.000t di piombo, delle quali 420 in Francia e 148 in Italia (Guitar e Mateo, 2006). Sempre nel caso di ambienti acquatici, sono disponibili dati sulla contaminazione ambientale di singoli siti - espressi in numero di pallini per unità di superficie - che permettono di ottenere una stima del piombo immesso nell'ambiente.
Dal momento che per la caccia agli uccelli acquatici generalmente si utilizzano pallini di peso medio pari a 0,13 g (con variazioni da 0,09 a 0,17 g), si può ricavare il quantitativo di piombo disperso per ettaro».
Andrea Balli
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