domenica 7 ottobre 2012

Sinistra Ecologia Libertà chiede una svolta nel sistema di gestione dei rifiuti nell'Ato "Toscana Centro" e in tutta la Toscana. No al potenziamento dell'inceneritore di Montale. Chiesta alle provincie di Pistoia-Prato e Firenze e alla Regione l'apertura di un tavolo politico di confronto



 

PISTOIA_Nei giorni scorsi la federazione pistoiese di SeL (Sinistra Ecologia Libertà) ha tenuto una conferenza stampa sul sistema di gestione dei rifiuti nell’Ato “Toscana Centro”.
 
Ecco di seguito il comunicato diramato:

Il fallimento dell’attuale sistema di gestione toscano dei rifiuti è del tutto evidente: emerge dal fatto che la Toscana si colloca al 10° posto per RD e al primo nella produzione procapite dei rifiuti (per una pessima abitudine di non separare i diversi flussi di produzione dei rifiuti e per la totale assenza di un’offerta pubblica di un servizio differenziato trasparente per gli speciali delle utenze non domestiche).

Proponiamo alle Province di Firenze, Prato e Pistoia di non perdere altro tempo e di recepire una politica moderna sui rifiuti proposta anche in molte Osservazioni presentate entro il 6 maggio 2012 (da varie Associazioni e anche da SEL/IDV/FDS) al Piano Interprovinciale Rifiuti (PIR) dell'Ato “Toscana Centro”. Il P.I.R. va cambiato perché:

· la previsione impiantistica destinata alla quintuplicazione dell'incenerimento (dalle attuali 60.000 tonnellate annue a 280.000 T/a nel 2015) è del tutto sbagliata, perché si basa su una previsione esagerata di rifiuti solidi urbani (RSU): se, come dicono di voler fare, viene generalizzata la raccolta differenziata porta a porta (RD PaP) su almeno un milione di residenti nell'area metropolitana da Firenze a Pistoia, la quantità dei RSU è destinata a scendere da 1 milione di tonnellate annue e meno di 800.000 tonnellate annue (innumerevoli esperienze consolidate, in Toscana e in tutta Italia, dimostrano che dove è stato realizzato il sistema di raccolta PaP la quantità dei RSU per abitante non supera mai i 500 Kg annui);

· quintuplicare l'impiantistica destinata all'incenerimento avrebbe come conseguenza certa una quintuplicazione (per la parte derivante dall'incenerimento dei rifiuti) dell'emissione di polveri sottili (inferiori a 2,5 Pm) che vagano nell'aria in tutta la vallata da Firenze a Serravalle P.se (in un'area metropolitana dove la qualità dell'aria è già pessima, proporsi di peggiorarla avrebbe conseguenze negative sulla salute di un milione e mezzo di persone);


L'inceneritore di Montale
· quintuplicare l'impiantistica destinata all'incenerimento richiede risorse finanziarie che superano i 200 milioni di euro (ottenibili dal sistema creditizio solo garantendo un aumento ventennale delle attuali tariffe sui RSU, che sono già tra le più alte d'Italia) e toglierebbe risorse finanziarie indispensabili a realizzare una moderna politica sui rifiuti, tramite la generalizzazione della RD PaP e tramite gli impianti logistici e industriali indispensabili per l'effettivo riciclo, tramite il libero mercato, di “materie seconde” di qualità.

E’ necessario che le Province di Firenze, Prato e Pistoia non perdano altro tempo e portino in approvazione definitiva, nei Consigli Provinciali, un PIR che consenta di iniziare subito il percorso di transizione dal vecchio al nuovo sistema: lungo questo percorso le tecnologie tradizionali per lo smaltimento (discariche ed inceneritori) saranno destinate ad assumere un ruolo secondario e sempre più marginale e acquisteranno centralità le buone pratiche operative, le azioni di separazione e differenziazione, di recupero e riciclo e di conseguenza crescerà e si consoliderà un’impiantistica di valorizzazione delle materie prime/seconde recuperate e una adeguata filiera industriale connessa con il mondo scientifico della ricerca e dell’innovazione, per poter aprire nuove opportunità e possibilità di riciclo e riutilizzo della materia recuperata.

SEL dice NO alla realizzazione di nuovi inceneritori e al potenziamento di quello di Montale (assurdo anche sul piano strettamente economico) semplicemente perché, con una moderna politica di gestione dei rifiuti, nel prossimo futuro non ne avremo bisogno.

Mettere a sistema la raccolta differenziata “porta a porta” entro il 2015, consentirebbe anche di creare oltre mille posti di lavoro, con investimenti inferiori rispetto a quelli previsti nel PIR (e conseguente beneficio anche per le tariffe): questo obiettivo è del tutto realistico e fattibile ci vuole solo la necessaria volontà politica per realizzarlo.

Continuare a prevedere nel PIR sistemi di raccolta integrati misti è un errore grave, alla luce delle tante esperienze: fin tanto che rimane anche un solo cassonetto in strada questo funzionerà da catalizzatore di rifiuti urbani e speciali. Il passaggio alla RD PaP può anche seguire un processo graduale, progettato per aree geografiche omogenee, ma quando si passa alla RD PaP questa deve essere integrale per tutte le tipologie di rifiuto e senza più alcuna possibilità di conferimento in forma anonima in cassonetti stradali. Inoltre, la messa a sistema delle RD domiciliari consentirà, in tempi ragionevolmente brevi, il passaggio alla tariffazione puntuale che rappresenta un traguardo di equità e giustizia nei confronti dei cittadini.
 
 
 

Per queste ragioni SEL (che ha presentato Osservazioni al PIR insieme a IDV e FDS) chiede ai Presidenti delle Province di Firenze, Prato e Pistoia e alla Regione Toscana di aprire con urgenza un tavolo politico di confronto e confidiamo che non prevalgano atteggiamenti di chiusura, perché in tal caso dovranno essere i Consiglieri Provinciali del Pd (senza che ci sia stata neanche una verifica democratica negli organismi dirigenti eletti dal Congresso del Pd nelle tre Province e in Toscana) ad assumersi la grave responsabilità di continuare ad investire ingenti risorse economiche per tenere in piedi un vecchio sistema, costoso, superato ed inefficace, con gravissime conseguenze (per diversi decenni) sulla salute delle persone, sulle tariffe pagate dai cittadini e sulla distruzione di materie/prime seconde che sono sempre più necessarie ad un'economia sostenibile.
 
Fonte: Comunicato Stampa

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