domenica 8 settembre 2013

"Benedetta, modello di persona dolce e disponibile, forte e combattiva". L'Istituto Comprensivo "B. da Montemagno" ricorda la professoressa Romano. L'ultima lettera agli studenti: "Quello che mi preme è che riusciate a diventare non solo bravi studenti ma sopratutto persone vere".


QUARRATA_ In prossimità dell’inizio del nuovo anno scolastico i docenti dell’Istituto Comprensivo Bonaccorso da Montemagno di Quarrata attraverso il sito della scuola hanno voluto tributare il proprio “omaggio” alla professoressa Benedetta Romano, morta il 23 agosto scorso dopo una lunga malattia:
“Tutti gli insegnanti della Bonaccorso da Montemagno ricordano con affetto la cara collega e amica professoressa Benedetta Romano, che ci ha lasciato il 23 Agosto scorso, dopo aver affrontato con coraggio e speranza una lunga malattia, confortata anche da una grande fede. Malgrado il dolore che resta in noi, ci riteniamo fortunati di averla conosciuta e di aver condiviso con lei un percorso non solo professionale ma anche umano.


Benedetta rimarrà sempre nei nostri cuori come modello di persona dolce e disponibile ma allo stesso tempo forte e combattiva. 
Ci piace ricordarla nella funzione di insegnante, professione che svolgeva con entusiasmo e senso di responsabilità, con la lettera che ha scritto ai suoi alunni". 

Cari ragazzi,

finalmente mi faccio sentire. I motivi di questa mia lunga latitanza sono sostanzialmente due: il primo di carattere pratico, ossia la cura che sto ancora facendo e che mi fa alternare momenti buoni ad altri in cui sono praticamente inattiva; l'altro di carattere psicologico, emotivo: quando penso a voi mi viene un groppo alla gola che ho sempre avuto paura si potesse trasformare in patetica emozione alla vostra presenza. Comunque, mi dovete credere se vi dico che non è passato giorno senza che io pensassi alla scuola e che sono sempre stata informata dei vostri progressi, delle vostre birichinate, della vostra vita di classe.
Qualcuno di voi (i più coraggiosi!) mi ha scritto, e mi ha fatto molto piacere, ma capisco anche gli altri: del resto, che cosa dire ad una prof. che da tanto non si fa sentire e della quale si ricordano forse più le brontolate che i complimenti? In questi giorni, ho riguardato le relazioni su di voi della prima e della seconda media: ne è stata fatta di strada, ed ora ci siamo, alla resa dei conti!
So che tutti gli insegnanti si sono impegnati al meglio per farvi arrivare preparati, ma certo sta a voi fare questo ultimo sforzo per potervi inserire con la massima dignità nella scuola superiore.
Però, quello che mi preme, è che riusciate a diventare non solo bravi studenti, ma soprattutto vere persone.
Visto che sono pur sempre ancora un'insegnante, lasciatemi chiudere questa mail con una citazione letteraria, (“Se…” di Rudyard Kipling) che mi sembra molto adatta per potervi augurare un buon "viaggio" nella vostra vita da "grandi".

Con tanto, ma proprio tanto affetto

Benedetta R.

7 giugno 2013
 
 


Se… (Lettera al figlio, 1910)




Con questa lettera, datata 1910, Rudyard Kipling cercò di insegnare al figlio a distinguere fra il bene e il male






Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!
 
 
 
 
 
Rudyard Kipling

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