PISTOIA_ Domani, sabato 5 gennaio, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18,
sarà possibile firmare a sostegno delle liste di “Fare per fermare il declino”,
nella sede del comitato elettorale, in corso Gramsci 42, a Pistoia.
Possono
sottoscrivere tutte le persone maggiorenni, residenti in un comune della
provincia di Pistoia, munite di un documento di identità.
Nell’occasione i
cittadini potranno visitare la sede del comitato pistoiese, conoscere alcuni
dei candidati locali oltre a ricevere ogni informazione sul programma del
movimento e sulla prossima campagna elettorale.
L’iniziativa di domani è solo
la prima di una serie che 'Fare per fermare il declino' organizzerà a Pistoia e
nella sua provincia e delle quali daremo debitamente conto.
Ad oggi “Fermare
il declino” si presenta da sola alla sfida elettorale, con il proprio candidato
premier Oscar Giannino, ma non per scelta: non siamo nati per dar vita
all’ennesimo partitino stile Prima Repubblica. Il fatto è che i tentativi di
veder accolte le nostre istanze programmatiche all’interno di schieramenti più
vasti non hanno prodotto alcun risultato. Tenteremo ancora di essere ascoltati
ma non faremo alleanze a qualunque costo, prescindendo dalla necessità di un
forte ricambio di contenuti, persone e metodi. Solo così potremo provare a
cambiare la politica, fermare il declino, tornare a crescere.
Istanze,
proposte e soluzioni assenti nella parodia del riproposto regime berlusconiano,
nel vecchio e stantio usato sicuro dello pseudo-egalitarismo bersaniano e nella
neonata tecno-Dc di Monti, che dopo tanto rumore ha partorito un centrino.
Meglio Fare... Per Fermare il Declino anche a Pistoia.
LE PROPOSTE
10 interventi per la
crescita
1 Ridurre l'ammontare del debito
pubblico. E' possibile scendere rapidamente sotto la soglia simbolica del 100%
del PIL anche attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da
immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.
2 Ridurre la spesa pubblica di almeno 6
punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni. La spending review deve
costituire il primo passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire
dai costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese (inclusi
gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le grandi voci di
spesa, quali sanità e istruzione, introducendo meccanismi competitivi
all’interno di quei settori. Riformare il sistema pensionistico per garantire
vera equità inter—e intra—generazionale.
3 Ridurre la pressione fiscale
complessiva di almeno 5 punti in 5 anni, dando la priorità alla riduzione delle
imposte sul reddito da lavoro e d'impresa. Semplificare il sistema tributario e
combattere l'evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle
imposte.
4 Liberalizzare rapidamente i settori
ancora non pienamente concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti,
energia, poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi gli
assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con modalità e
obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori. Inserire nella
Costituzione il principio della concorrenza come metodo di funzionamento del
sistema economico, contro privilegi e monopoli d'ogni sorta. Privatizzare la
RAI, abolire canone e tetto pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su
cui il settore si regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici,
incluso quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.
5 Sostenere i livelli di reddito di chi
momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o
le imprese inefficienti. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione
dell'impresa in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione
e di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca di un
nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì la cultura della
dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve essere governato dalle stesse norme
che sovrintendono al lavoro privato introducendo maggiore flessibilità sia del
rapporto di lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.
6 Adottare immediatamente una
legislazione organica sui conflitti d'interesse. Imporre effettiva trasparenza
e pubblica verificabilità dei redditi, patrimoni e interessi economici di tutti
i funzionari pubblici e di tutte le cariche elettive. Instaurare meccanismi
premianti per chi denuncia reati di corruzione. Vanno allontanati dalla
gestione di enti pubblici e di imprese quotate gli amministratori che hanno
subito condanne penali per reati economici o corruttivi.
7 Far funzionare la giustizia. Riformare
il codice di procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei
percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti di
carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare forme di
specializzazione che siano in grado di far crescere l'efficienza e la
prevedibilità delle decisioni. Difendere l'indipendenza di tutta la magistratura,
sia inquirente che giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti
disciplinari a carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali
generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la certezza
della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.
8 Liberare le potenzialità di crescita,
lavoro e creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal
mercato del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e
politico. Non esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo
obiettivo; occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare
la discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di
assicurazione contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove
imprese, permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore
dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema educativo.
9 Ridare alla scuola e all'università il
ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove
generazioni. Non si tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse
per spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere benzina
nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla funzionare bene.
Questo significa spendere meglio e più efficacemente le risorse già
disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza
fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti
devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo.Va
abolito il valore legale del titolo di studio.
10 Introdurre il vero federalismo con
l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo. Un
federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti
locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli
amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio
rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute.
Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società
partecipate da enti pubblici con l'obbligo della loro pubblicazione sui
rispettivi siti Internet. La stessa "questione meridionale" va
affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica
di sussidi seguita nell'ultimo mezzo secolo.
I promotori:
Michele Boldrin, Paola Bruno, Sandro
Brusco, Alessandro De Nicola, Silvia Enrico, Oscar Giannino, Andrea Moro, Carlo
Stagnaro, Luigi Zingales.
Fonte: Ufficio Stampa- Comitato elettorale "Fermare il declino" Pistoia
Nessun commento:
Posta un commento