sabato 18 maggio 2013

Verso la chiusura della linea 1 e 3 del Termovalorizzatore di Montale? La "Quadrifoglio" di Firenze da lunedì non conferirà più rifiuti al Cis. Per i tre comuni della Piana un danno da 20 mila euro al giorno.


MONTALE-QUARRATA-AGLIANA_ Da lunedì prossimo - secondo indiscrezioni che attendono una conferma ufficiale-la Società Quadrifoglio-Servizi Ambientali Area fiorentina che gestisce l’appalto di igiene urbana di 36 Comuni della provincia di Firenze non conferirà più i propri rifiuti al termovalorizzatore di via Tobagi a Montale.

La drastica decisione sarebbe da leggersi come “risposta” o meglio come “ritorsione” alla decisione dei Comuni di Agliana- Quarrata e Montale di mantenere la proprietà dell’impianto del Cis di Montale poi ratificata con voto unanime dall’assemblea dell’ATO rifiuti Toscana Centro, con la conseguente decisione di mantenere un rapporto col gestore subentrante attraverso una convenzione.
L’interruzione da parte della società Quadrifoglio del conferimento di rifiuti sull’impianto di Montale determinerebbe la conseguente “chiusura” della linea 1 e 3 e un danno economico di 20 mila euro al giorno.
"L´impianto di termovalorizzazione di Montale ha come finalità lo smaltimento dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali assimilati agli urbani prodotti entro il bacino di raccolta costituito dai Comuni di Agliana, Quarrata e Montale. Lo stesso è un impianto di "Piano" in quanto inserito nel Piano interprovinciale per la gestione degli RSU e assimilati dell´ex Ato n. 5, ora ricompresso nell´ATO Toscana Centro, insieme agli impianti termici di Case Passerini (Sesto Fiorentino), Rufina e Greve in Chianti.
L´impianto recupera, mediante la combustione, l´energia contenuta nei rifiuti, trasformandola in elettricità per la rete di distribuzione. Utilizza tecnologie d´avanguardia, evoluzione di quelle già sperimentate nei paesi d´Europa più avanzati e garantisce livelli di emissione ampiamente inferiori a quelli prescritti dalle leggi italiane ed europee". E' quanto si legge sul sito del Cis Spa.

Prima della recente ristrutturazione l´impianto era costituito da n. 2 linee di depurazione fumi, a servizio di 3 forni di incenerimento: la prima linea per il forno n. 1, la seconda linea per i forni 2 e 3, l´uno funzionante in alternativa all´altro. Due linee di recupero produzione di energia elettrica, collaudate ed entrate in funzione nel 1993, servite da un´unica ciminiera. L´impianto aveva una potenzialità di 120 t/g ed una potenzialità di produzione di energia elettrica di 0,8 MW.
 
a.b.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Che mafia che ci deve essere sempre stata in questa faccenda...Ma se gli amministratori dell'Impianto avessero fatto il loro sacro santo dovere di vigilanza(per ciò che eran pagati e per la figura giuridica che rivestivano.) sin dall'inizio invece di accaparrarsi fior di centinaia di miglioni..e basta.. 1 sarebbe stato meglio invece di fregarsene altamente per anni..gli metterei ma in galera a vita.." avvelenatori autorizzati dal potere politico" il Grazie più grande và ai cittadini che si sono battuti aspramente in tutti questi anni (farei anco i nomi ma lasciamo fà..parlo dei Dirigenti che si son succeduti dall'inizio) bisognerebbe etichettarli non solo come delinquenti..ma direi assassini !
E pensare che in Europa fanno a gara per comprare i n.s. rifuti..pagadoli..per di più mahhhhh..

Luciano Barsotti (da Facebook)

Anonimo ha detto...

Ora non molliamo!! L'inceneritore deve rimanere sotto gestione dei tre Comuni proprietari. Questi sono ricatti e basta. Ora Sindaci e Consiglieri Comunali e' il momenti di tirare fuori gli attributi !!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

mi raccomando, continuiamo ancora a farci del male.
Siamo arrivati all'apoteosi della incapacità politica locale, sospinta da una emotività che fa leva più sulla paura che su dati reali (vedi articoli di stampa con i dati dell'ASL) e gioca da sempre una partita più grande delle proprie visioni? Nelle partite dei servizi pubblici locali (acqua, gas, energia, rifiuti, trasporti) c'è necessità anche di capacità imprenditoriale, competenza gestionale e naturalmente giocare politicamente la partita con respiro sovra-comunale invece che accodarsi alla sindrome da "nimby" (non certo nel mio giardino).
Passato il periodo oscurantista (era bene che si sapesse il meno possibile), oscillando fra un vorrei ma non posso, non voglio e subisco senza una ragionevole riflessione su quello che è, siamo arrivati al punto che saranno altri, e con altre logiche - sicuramente diverse da quelle dei politici locali loro malgrado - a decidere se il "gioiellino", orgoglio dei 3 Comuni, dopo aver fatto importanti e pesanti investimenti sulle spalle dei propri cittadini amministrati e tasse-paganti, chiuderà.
Bene... siccome i rifiuti li produciamo tutti, nessuno escluso, mettiamoci di buona lena. O smettiamo di farli (rifiuti zero davvero), o dobbiamo concretamente pensare al loro diverso smaltimento, fuori da pregiudizi e furori ideologici. Che tutto fanno, meno che il bene dell'ambiente che sta a cuore a tutti. Non solo ai comitati e ai cosiddetti "ambientalisti".
RF