domenica 5 maggio 2013

Una agenda di speranza per la Toscana. Conclusa a Pistoia la tre giorni dei Cattolici toscani. "No alle speculazioni finanziarie, sì all'economia reale. Nuovi stili di vita. No al razzismo, si ad una politica da rianimare".


PISTOIA – “Per tornare a essere significativi nella vita sociale e politica è necessario che i cattolici osino di più nel loro opere quotidiano, elaborando proposte, assumendo impegni e responsabilità chiare e coerenti, misurandosi con i problemi reali, riscoprendo la fatica del confronto”. Così Giuseppe Betori, cardinale di Firenze e presidente della Conferenza Episcopale Toscana, concludendo questa mattina a Pistoia la tre giorni sociale dei cattolici toscani (oltre 400 fra delegati, da tutte le 18 diocesi, e responsabili di associazioni e movimenti). Una tre giorni – ha proseguito Betori – che consegna alla Chiesa e alla società toscana una “agenda di speranza” precisando subito che con questo concetto “non si intende un programma politico ma porre all’attenzione tematiche essenziali per l’intera comunità regionale”.

Le foto sono tratte dal sito Toscana Oggi
E’ stato così ricco di suggestioni il confronto sviluppato, ieri, nei cinque gruppi di lavoro (oltre 180 interventi con un ampio ventaglio di proposte concrete: dalla riduzione delle spese militari alla cancellazione del reato di clandestinità, dai corsi per educare all’uso critico del web alle cooperative per rilevare le aziende in crisi …) che – ha detto padre Antonio Airò, delegato toscano per i Problemi Sociali e il Lavoro – adesso il tutto sarà esaminato ed elaborato, in tempi brevi, nella forma di un documento conclusivo.
Qualche pagina nell’agenda che i cattolici toscani vogliono offrire alla comunità si comincia già ad intravedere: forte attenzione sulle tematiche del lavoro e sull’obbligo di passare “dalla finanza alla persona, dalla rendita al profitto, dalla speculazione all’economia reale”; ruolo della famiglia; forte richiesta di maggiore formazione (“anche usando le nuove tecnologie”) sulle tematiche della dottrina sociale; ripensamento nel rapporto scuola/lavoro anche per arginare la fuga dei cervelli; insistenza su “stili di vita meno legati a modelli consumistici e più indirizzati a forme di gratuità e socialità”.

Una particolare attenzione, in un tessuto sociale “anche intriso di paura dell’altro”, per le migrazioni (“Purtroppo non mancano segnali della cultura del rifiuto, al punto che taluni gruppi esprimono posizioni razziste”).
Ma è stato il valore dell’impegno politico a costituire il filo conduttore nella tre giorni.
Sono emerse forti esigenze – ha sottolineato Airò – di accompagnare i giovani in politica prima che i partiti li incorporino nel sistema”. E’ stato ribadito l’obbligo di “superare la radicata convinzione che l’impegno politico costituisca un mezzo di impiego piuttosto che un servizio”. 
Alle parrocchie è stato chiesto di “sostenere con la preghiera” i politici e ai partiti è stata ricordata la necessità di riformarsi attraverso “democraticità interna e trasparenza”.
Alle istituzioni (“La Toscana soffre di un eccesso di burocrazia”) viene chiesto di puntare sulla “semplificazione amministrativa”.
 Una sintesi efficace è venuta da Sara, giovane delegata della diocesi di Firenze, quando ha richiamato l’importanza di “tornare a dire bene della politica”.
Ospitati per tre giorni nella “cattedrale laica” (un enorme capannone nell’area “ex Breda” di Pistoia dove generazioni di operai hanno costruito treni e locomotive), i delegati si sono spostati nella Cattedrale intitolata a San Zeno (all’ultimo momento, causa inclemenza tempo, è stato messo in piedi un transfert con bus di linea Copit). Qui i vescovi toscani hanno concelebrato la Messa.
Ripetuto il ringraziamento per come Pistoia (tramite il suo ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e il Lavoro, guidato da Selma Ferrali e da Edoardo Baroncelli) ha accolto gli ospiti e organizzato la tre giorni. E mons. Bianchi è stato intervistato, sull’evento, da Radio Vaticana. Il vescovo ha insistito sui tempi rapidi per la nuova legge elettorale regionale in modo da “ridare effettiva voce all’elettorato senza che tutto sia surrogato dai centri di potere dei partiti”.

Fonte: Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Pistoia

 

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