lunedì 23 dicembre 2013

"Non abbiamo niente a che vedere con i licenziamenti alla Radicifil: il comitato Bottegone-Badia Agliana "sorpreso" dell'accostamento titolo-foto


PISTOIA_ Come ricevuto volentieri pubblichiamo:

Il Comitato Bottegone-Badia-Agliana è dispiaciuto nell’apprendere della chiusura della Ditta Radicifil e del conseguente licenziamento dei 70 operai; ma allo stesso tempo si mostra sorpreso, amareggiato e indignato nel vedere accostare, sulla locandina de Il Tirreno, la foto di un membro del comitato stesso accanto al titolo “A CASA PER NATALE 70 OPERAI DELLA RADICI”.
Il Comitato non ha niente a che vedere con il licenziamento di nessuno dei circa 140 lavoratori della Radicifil, vicenda che ha avuto inizio nel 2009, ben prima che si cominciasse a parlare della centrale Repower.
Crediamo che sulla locandina sarebbe stato più opportuno e corretto mettere immagini dei veri responsabili del licenziamenti o foto delle lotte che i lavoratori, a suo tempo, portarono giustamente avanti.

Il Comitato con i licenziamenti non c’entra niente.

 COMITATO BOTTEGONE-BADIA-AGLIANA

Fonte: Comunicato Stampa- Comitato Bottegone-Badia-Agliana

 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Se invece di una centrale elettrica a metano avessero convertito la Radicifil in una bella fabbrica di fertilizzanti o diserbanti allora sarebbero stati tutti contenti e i lavoratori tutti riassunti.

Anonimo ha detto...

Direi che è vero, viste tutte le scuse che hanno inventato, a partire dall'alterazione del microclima che avrebbe danneggiato le colture. Ma la promessa di riassumere i lavoratori nei vivai che fine ha fatto? Può essere comunque vero che la colpa non sia solo del comitato, una bella dose di responsabilità l'hanno gli amministratori comunali e provinciali che si sono calati immediatamente le mutande non appena i "coltivatori diretti" hanno alzato la voce. Bravi, continuate. D'altronde lo spessore politico e non è quello che è.

Anonimo ha detto...

COMUNICATO STAMPA

L'Alleanza per i Beni Comuni di Pistoia, che raccoglie al proprio interno numerosi comitati che operano nel territorio pistoiese su tematiche ambientali e sociali, esprime tutta la propria indignazione sulla vergognosa operazione di disinformazione con cui la locandina de "Il Tirreno" di Pistoia ha accostato la lotta contro la centrale termoelettrica a metano della Repower ai licenziamenti della ex-Radicifil. Quello della Repower era un progetto inutile dal punto di vista energetico e pericoloso da quello ambientale e idrogeologico e non avrebbe sicuramente risolto il problema occupazionale dei 137 lavoratori della ex-Radicifil, visto che i nuovi posti di lavoro sarebbero ammontati a poche unità, in gran parte occupati da tecnici e maestranze specializzate provenienti da altre regioni. Pensiamo altresì che la responsabilità della cattiva informazione de "Il Tirreno" sia anche il frutto del comunicato che CGIL-CISL-UIL hanno trasmesso alla stampa in concomitanza dell'annunciato licenziamento dei lavoratori ex-Radicifil, nel quale si continua a dare la colpa della mancata costruzione della centrale alla Provincia e al Comune di Pistoia troppo sensibili alle richieste dei cittadini.
Come Alleanza per i Beni Comuni, nell'esprimere tutta la nostra solidarietà ai lavoratori licenziati, pensiamo che per dare risposte ai problemi occupazionali non si debba procedere continuando a devastare l'ambiente e il territorio, ma che il futuro economico ed energetico della Toscana e della nostra provincia passi attraverso l'efficienza e il risparmio energetico e "uno sviluppo industriale, ambientalmente e socialmente sostenibile" così come affermato a suo tempo dal Sindaco Bertinelli e dalla Presidente della Provincia Fratoni.
Pistoia, 23 dicembre 2013

Alleanza per i Beni Comuni Pistoia

Anonimo ha detto...

La crisi, in parte, è meritata. Si buttano al vento occasioni di lavoro come questa. Mai una spinta verso un minimo cambiamento: abbiamo vivai, credete li avremo per sempre? O forse era meglio valutare l'ingresso nel tessuto economico di una realtà come Repower? Bravi, ottimo risultato,