lunedì 12 dicembre 2011

"L'acqua non appartiene a chi la può comprare. E nemmeno ai sindaci. L'acqua è di tutti". Lettera aperta ai sindaci dell'Ato 3 Medio Valdarno


QUARRATA-PISTOIA_ Come ricevuto volentieri pubblichiamo la lettera aperta ai sindaci dell'Ato 3 Medio Valdarno di cui fanno parte anche i Comuni di Quarrata, Pistoia, Agliana, Montale, Sambuca Pistoiese e Serravalle Pistoiese.
Il testo è stato diramato oggi.


Lettera Aperta Ai Sindaci del Consorzio dell’AATO 3 Medio Valdarno

COMUNI di:

(FI) SAN GODENZO, LONDA, SAN PIERO A SIEVE, BARBERINO VAL D'ELSA, VAGLIA, DICOMANO,

INCISA IN VAL D'ARNO, RUFINA, PELAGO, TAVARNELLE VAL DI PESA, SCARPERIA, VICCHIO,

RIGNANO SULL'ARNO, BARBERINO DI MUGELLO, GREVE IN CHIANTI, IMPRUNETA, REGGELLO,

CALENZANO, FIGLINE VALDARNO, SAN CASCIANO IN VAL DI PESA, BORGO SAN LORENZO , SIGNA,

LASTRA A SIGNA, PONTASSIEVE, BAGNO A RIPOLI, CAMPI BISENZIO, SESTO FIORENTINO,

SCANDICCI, FIRENZE

(AR) CASTELFRANCO DI SOPRA, LORO CIUFFENNA, PIAN DI SCO, CAVRIGLIA, TERRANUOVA

BRACCIOLINI, SAN GIOVANNI VALDARNO, MONTEVARCHI

(PO) PRATO, CANTAGALLO, CARMIGNANO, MONTEMURLO, POGGIO A CAIANO, VAIANO, VERNIO

(PT) PISTOIA, AGLIANA, MONTALE, QUARRATA, SAMBUCA PISTOIESE, SERRAVALLE PISTOIESE


«Speriamo che vinca il senso comune. Il senso comune c’insegna che l’acqua, come l’aria, non appartiene a chi la può comprare: l’acqua è di chi ha sete.» (Eduardo Galeano)

E’ con questa speranza che ci rivolgiamo direttamente alle rappresentanze istituzionali convocate nell’Assemblea dell’ATO 3 il cui compito, in primo luogo, è quello di rispettare la volontà di oltre 1.700.000 cittadine/i toscani che hanno votato il 12 e 13 giugno.
Perché tradire quella richiesta inequivoca di democrazia per l’acqua significa tradire gli interessi della collettività che rappresentate e colpire la democrazia.
Significa rinnegare quel senso comune che è diventato maggioranza in tutto il paese e che ha affermato chiaramente che i mercati e i profitti devono essere estromessi dalla gestione dell’acqua.
La responsabilità di eventuali scelte in violazione palese del mandato popolare e in totale disprezzo delle più elementari regole democratiche ricadrà pesantemente su chi, chiamato ad esprimersi in nome della comunità, deciderà di rinnegare il bene comune di tutti per difendere interessi di privati nella gestione della cosa pubblica senza neanche interpellare i consigli comunali eletti dai cittadini. (e specialmente sui sindaci che essendo a fine mandato prenderanno decisioni che avranno ripercussioni ancora tra 15 anni e questo).

Prolungare la concessione al Gestore di ulteriori 5 anni e deliberare un piano tariffario che mantiene la remunerazione del capitale già abrogata e immediatamente applicabile su parere della Corte Costituzionale, rappresenta la scelta politica di violare la Costituzione ignorando che oggi l’unico mandato che i Sindaci hanno il compito di tradurre è l’affermazione che non è più lecito fare profitti sull’acqua.

Il referendum ha chiesto la ripubblicizzazione del Gestore e questa scadenza non può e non deve essere prorogata.

Assistiamo invece all’intenzione pericolosa di approvare provvedimenti che oltre a dare un ulteriore contributo alla privatizzazione, violano non solo l’esito referendario ma anche quelle stesse delibere dei molti consigli comunali che hanno inserito nel proprio statuto l’acqua come bene privo di rilevanza economica.

Oltre alla dubbia conformità giuridica dell'operazione, che cambiando così un elemento essenziale di una concessione avvenuta tramite gara d'appalto internazionale e dunque i rischi di dovere pagare in futuro un risarcimento, l’eventuale prolungamento della concessione favorisce esplicitamente l’attuale socio privato il cui operato è stato sconfessato altrettanto esplicitamente dai cittadini del nostro territorio d’ambito.

E’ urgente e necessario, al contrario, un atto di coerenza, capace di rovesciare la demagogia
insensata di Cispel Toscana che, approfittando della crisi, cerca di continuare a garantire agli operatori di mercato quegli affari altamente remunerati che il servizio idrico produce.
Le linee guide che Cispel chiede a governo, regione ed enti locali di attuare con urgenza non contemplano i cittadini e le comunità, unici proprietari del bene acqua, né tantomeno le volontà che questi hanno espresso il 12 e 13 giugno.

La protervia espressa dalle dichiarazioni della presidenza di Cispel che invocano misure urgenti per difendere mercati e gestori dal voto referendario non lascia dubbi. Quel referendum, dice De Girolamo, ostacola “lo svolgimento di una normale attività di mercato”. Diventa così chiarissimo come le riforme indispensabili evocate da Cispel non intendano certo tutelare la risorsa, offrire la garanzia del diritto e dell’acceso all’acqua alle persone o difendere l’acqua come bene comune. Al contrario, sappiamo bene che quelle azioni di sostegno all’economia per il comparto dei servizi pubblici locali che Cispel chiede e che “permetteranno alla Toscana di proseguire nella sua linea di apertura al mercato, di liberalizzazioni e di sviluppo della competitività” che prevedono la messa a gara dei servizi pubblici locali per “dare certezza ai mercati” e invocano l’Agenzia di vigilanza sulle risorse idriche per scongiurare gli effetti del 2° quesito referendario, non rispondono alla volontà di tutelare né i cittadini né il servizio, bensì a quella di garantire il profitto d’impresa e la speculazione sui beni comuni.

Sappiamo altrettanto bene che da tempo Cispel invoca il contributo della finanza pubblica regionale a garanzia di quel sistema che socializza i costi e privatizza i guadagni e che vede coinvolte, oltre che le multinazionali d’oltralpe, quelle stesse banche che con una mano votano bilanci nei consigli di amministrazione mentre con l’altra ricattano gli amministratori pubblici sui finanziamenti erogati.

Quel manifesto conflitto di interessi che Cispel intende perpetrare e difendere, deve essere spezzato da chi ha l’obbligo di rappresentare la comunità dei cittadini, sempre più colpiti su reddito, salari e diritti e non può né deve rappresentare invece interessi privati di lobby economiche che vogliono appropriarsi di ciò che appartiene a tutti noi.

Lo scorso 26 Novembre il popolo dell’acqua ha lanciato la sua prossima campagna. Sarà “obbedienza civile” in tutti i territori per ottenere direttamente tramite l'autoriduzione della bollette ciò che con il referendum tutte e tutti abbiamo deciso: la fine dei profitti sull’acqua, il pagamento delle tariffe così come determinato dal voto del popolo italiano. Contemporaneamente, partirà una mobilitazione diffusa per chiedere ad ogni ente locale di procedere alla ripubblicizzazione del servizio idrico e alla sua gestione partecipativa.

E’ necessario scegliere da che parete stare. Così come è stato fatto a Parigi e Napoli. Perché l’acqua non appartiene a chi la può comprare. E nemmeno ai sindaci. L’acqua è di tutti.
Per questo vi riterremo responsabili di un eventuale tradimento del mandato referendario.

Coordinamento di Firenze del Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua h2ofirenze@gmail.com

Circolo Lavoratori Publiacqua per l’Acqua Pubblica clap.publiacqua@acquabenecomunetoscana.it

Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua ATO 3 segreteria@acquabenecomunetoscana.i

Comitato Pistoiese per l’Acqua Bene Comune rosanna.crocini@gmail.com

Comitato Acqua Bene Comune Prato acquabenecomuneprato@alice.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mercoledì Presidio All'ATO3 ore 9 davanti all'Hotel Baglioni Firenze.

Rosanna Crocini (da Facebook)