PISTOIA_ Come ricevuto volentieri pubblichiamo:
In questi giorni, in Commissione urbanistica del Comune di Pistoia si sta istruendo la pratica relativa alla variante numero 5 al Regolamento Urbanistico, grazie alla quale sarà resa possibile la predisposizione di un centro di raccolta rifiuti e cantiere operativo in zona Seiarcole, vicino al centro commerciale Panorama ed a quartieri residenziali di recente costruzione.
Premetto che il M5S ha nel suo DNA la volontà di ampliare al massimo grado la raccolta differenziata, coerentemente con la certezza che i rifiuti non siano in realtà da considerarsi tali, bensì spesso materie prime da riutilizzare. Di conseguenza, nemmeno per un attimo critichiamo l'idea di fondo che sottende al progetto in questione.Detto questo, solleviamo seri dubbi, invece, circa la scelta del sito ove allestire il cantiere, anche in ragione della nostra netta contrarietà a nuova cementificazione, soprattutto su terreni ancora vergini e se portata a compimento senza prima aver analizzato a fondo tutte le possibilità. Dubbi nel merito e sul metodo.
Quanto al merito, ci riserviamo di esprimere la nostra posizione definitiva dopo aver perfettamente studiato le carte – che non è cosa da poco –, ma già da adesso facciamo alcune considerazioni preliminari:
- riteniamo che l'individuazione del sito sia seguita ad un analisi frettolosa e poco approfondita della totalità degli spazi a disposizione. Infatti, solo cinque altri luoghi possibili sul territorio sono stati presi in considerazione ed i parametri scelti per i confronti sono stati, a nostro avviso, pochi e scarsamente significativi per come sono stati definiti. Per fare solo un esempio, nell'analizzare la distanza dagli edifici dalle proprietà papabili non si è considerata una distanza minima, ma solo la differenza tra le distanze (x è più vicino di y);
- crediamo che sarebbe dovuto uno sforzo maggiore e condiviso per individuare un'area già compromessa, possibilmente all'interno della zona industriale di S. Agostino. Per esempio, non abbiamo ancora capito il motivo per cui non viene utilizzata l'area dei “Cantieri comunali”, nella quale già c'è una costruzione utilizzata da Publiambiente;
- pensiamo sia da valutare ulteriormente l'ipotesi di una (parziale) riconversione dell'area del Dano, scartata per motivi legati a tempi e costi della necessaria bonifica.
- riteniamo che l'individuazione del sito sia seguita ad un analisi frettolosa e poco approfondita della totalità degli spazi a disposizione. Infatti, solo cinque altri luoghi possibili sul territorio sono stati presi in considerazione ed i parametri scelti per i confronti sono stati, a nostro avviso, pochi e scarsamente significativi per come sono stati definiti. Per fare solo un esempio, nell'analizzare la distanza dagli edifici dalle proprietà papabili non si è considerata una distanza minima, ma solo la differenza tra le distanze (x è più vicino di y);
- crediamo che sarebbe dovuto uno sforzo maggiore e condiviso per individuare un'area già compromessa, possibilmente all'interno della zona industriale di S. Agostino. Per esempio, non abbiamo ancora capito il motivo per cui non viene utilizzata l'area dei “Cantieri comunali”, nella quale già c'è una costruzione utilizzata da Publiambiente;
- pensiamo sia da valutare ulteriormente l'ipotesi di una (parziale) riconversione dell'area del Dano, scartata per motivi legati a tempi e costi della necessaria bonifica.
Circa il metodo, siamo più critici già da adesso.
Tanto in campagna elettorale quanto successivamente, il Sindaco ha sbandierato a più riprese la volontà di ricorrere in maniera coerente e completa agli istituti di partecipazione popolare, ivi compresi i percorsi di condivisione con i cittadini sulle scelte importanti per il nostro territorio. Nei fatti, in questo caso non c'è stata alcuna condivisione ed alcun percorso partecipativo, ma i cittadini sono stati meramente informati su decisioni già prese.
Alcuni giovedì fa ho assistito ad un'assemblea pubblica, tenuta in locali del quartiere delle Fornaci, nella quale tecnici ed assessori si sono affannati per spiegare il motivo di tale scelta ed evidenziare i vantaggi previsti, non solo per tutta la comunità (comprensibili), ma anche per i cittadini che vivono nelle immediate vicinanze (molto dubbi). Non c'è stata la minima apertura al dialogo, non la richiesta di esprimere pareri o ipotizzare soluzioni alternative. Tutto è già stato deciso. Particolarmente sgradevole ed infelice è stata l'affermazione della dottoressa Elisa Spilotros (dirigente del servizio assetto del territorio ed edilizia privata), che pure personalmente stimo e ritengo persona seria e competente, la quale ha affermato che i cittadini che dovessero opporsi alla sistemazione del centro di raccolta rifiuti e cantiere operativo nel sito prescelto sarebbero responsabili dell'aumento delle tariffe nelle bollette (nb: anche dei pistoiesi che non vivono nella zona, dunque) causato da eventuali multe che l'Europa ci infliggerebbe se non riuscissimo a raggiungere le percentuali di differenziata richieste da qui a qualche anno. Questo non va bene. Non possiamo far ricadere sui cittadini le colpe di un'amministrazione che per anni è stata inerte ed incapace di risolvere i problemi, anche quelli più urgenti e fondamentali per il territorio. E' forse colpa dei cittadini delle Fornaci o delle Seiarcole se l'amministrazione si è svegliata tardi e solo adesso decide di chiudere la stalla? Non suona forse come un ricatto il colpevolizzare alcuni cittadini che altro non vogliono che difendere il loro territorio da operazioni a loro avviso sbagliate o, per lo meno, partecipare attivamente alle decisioni?
L'impressione che ho avuto è quella di tentare di mettere cittadini contro cittadini, per dividere ed imperare. E' solo un'impressione – sicuramente non sarà questa l'intenzione dei nostri amministratori -, ma evidentemente non sono stato l'unico ad averla avuta. Infatti, i partecipanti all'assemblea hanno reagito a questa uscita e – più in generale – hanno palesato rabbia e delusione nei confronti di questa modalità di lavoro.
Intendiamoci. Siamo in una democrazia rappresentativa, per cui gli eletti hanno il diritto/dovere di fare delle scelte e di operare per il bene comune. Che lo facciano in silenzio, allora, come hanno sempre fatto senza l'ombra di alcuna vergogna, senza però utilizzare la retorica della partecipazione, senza far credere ai cittadini di contare qualcosa. Che lo dicano con chiarezza: “siamo stati eletti e facciamo quello che riteniamo giusto”. Sarebbe legittimo, anche se antipatico.
Ma, per favore, smettiamo di prenderci per i fondelli, perché non tutti sono fessi.
Mi permetto, infine, di ricordare l'appuntamento di martedì 29 ottobre, ore 21,15 presso il circolo di Pontenuovo. Il M5S di Pistoia organizza un'assemblea aperta ai cittadini sui problemi del territorio. Senza dubbio affronteremo anche la questione in oggetto.
Ma, per favore, smettiamo di prenderci per i fondelli, perché non tutti sono fessi.
Mi permetto, infine, di ricordare l'appuntamento di martedì 29 ottobre, ore 21,15 presso il circolo di Pontenuovo. Il M5S di Pistoia organizza un'assemblea aperta ai cittadini sui problemi del territorio. Senza dubbio affronteremo anche la questione in oggetto.
Giacomo Del Bino(portavoce M5S Pistoia)
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