martedì 23 aprile 2013

Nascosti in canonica da ore i presunti responsabili dell'omicidio di don Mario Del Becaro sono stati incastrati dalle microspie e dall'esame del Dna su due mozziconi di sigaretta. La ricostruzione dell'omicidio. Il ringraziamento del sindaco Marco Mazzanti alle forze dell' ordine.


PISTOIA-QUARRATA_ Nella conferenza stampa di questo pomeriggio gli inquirenti hanno ricostruito minuziosamente le diverse fasi che hanno portato all’omicidio di don Mario Del Becaro, parroco per 26 anni a Catena e Tizzana. Nella vasta operazione all’alba di stamani su disposizione della Procura di Pistoia i Carabinieri della Compagnia di Pistoia in collaborazione con i colleghi del comando provinciale di Prato hanno arrestato i fratelli Bledar e Gazmor Haxillari, rispettivamente di 29 e 35 anni, residenti in via Fermi a Prato e in Albania, e Kraja Fation, 26 anni, di Montemurlo (tratto in arresto in Albania dove si era rifugiato). Le tre ordinanze di custodia cautelare sono per omicidio volontario.

I presunti responsabili dell’omicidio del sacerdote 63 enne quarratino sono stati incastrati sia dalle microspie messe all’interno della canonica di Tizzana (a seguito della denuncia per ripetutI episodi di minacce e tentata estorsione presentata qualche giorno prima dallo stesso don Del Becaro) che dall’esame del Dna rilevato su due mozziconi di sigaretta e su un brandello di guanto in lattice impigliato in alcune strisce di tessuto utilizzato per legare il sacerdote. Dall’esame del profilo genetico da parte del Ris era emersa la “responsabilità” dei due fratelli albanesi.

Ecco la ricostruzione fatta in conferenza stampa:

Bledar Haxillari suona il campanello della canonica dando false generalità. E' il pomeriggio del 28 dicembre. Si fa aprire dal parroco di Tizzana con una scusa. Racconta di essere un amico di Lover Hening, il connazionale in carcere proprio per le accuse di estorsione fatte dal prete. Dice che intende dare all'uomo delle spiegazioni mentre in realtà cerca di entrare in confidenza, di vedere cosa c'è da rubare nella casa.

Due degli arrestati (Foto tratta da "Il Tirreno" on line)

Spezzoni del colloquio vengono registrate dalle microspie ancora in funzione per la precedente indagine sull'estorsione.
Il giorno successivo il ventiseienne torna da don Mario e approfittando di un momento di distrazione fa entrare i due complici, il fratello Gazmor Haxillari (già una condanna a 18 anni per tentato omicidio e rapina) e l'amico Fation Kraja.
Si nascondono al piano superiore in una delle varie camere dell'edificio mentre Bledar convince il parroco ad uscire con lui per farsi accompagnare alla fermata dell'autobus. Qualcosa va storto e don Mario rientra troppo presto: i due rimangono ostaggio del primo piano della casa. Nascosti. In canonica arriva un ospite a cena. E solo quando il parroco si commiata dall'amico sale al primo piano. I due vengono scoperti. Scoppia il panico. Don Mario viene picchiato e legato con spropositata violenza. Intanto viene aperta la cassaforte, presi un po' di soldi (poche centinaia di euro), e i due scappano con l'auto del prete che poi sarà ritrovata a Prato, in via del Purgatorio una decina di giorni dopo nelle vicinanze di un parco pubblico. La targa era stata fotografata poco dopo il delitto da un autovelox posto nel comune di Poggio a Caiano. Don Mario è ancora vivo ma morirà soffocato.

Mi complimento per la brillante operazione svolta dall’Arma dei Carabinieri – ha commentato oggi il Sindaco di Quarrata Marco Mazzanti. – Le forze preposte a garantire la sicurezza dei nostri cittadini hanno svolto in questi mesi un intenso lavoro che li ha portati ad individuare i presunti colpevoli dell’uccisione di Don Mario, delitto che lo scorso dicembre ha sconvolto l’intera comunità quarratina. Si attendono ora i passi successivi, confidando che la Giustizia farà il proprio corso. Ringrazio in particolare il Luogotenente Salvatore Maricchiolo e gli altri Carabinieri della Stazione di Quarrata, per l’impegno profuso quotidianamente a tutela dei nostri cittadini”.
 
A.B.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho parole, mi viene soltanto da piangere. E pensare che due dei tre malviventi sono sempre rimasti a Prato, con l'auto e tutto, ancora così vicini a noi...
Se ripenso ai giorni seguenti questa tragedia, vedo solo "inferno", paura e sgomento, provata da me come da tanti altri compaesani; che amarezza sapere che sarebbe anche potuta andare diversamente.
Riposa in pace Don Mario, dopo quasi quattro mesi la tua parrocchia (e tanti tanti altri) non ti ha mai dimenticato.

B.M.

Francesco ha detto...

Gente come questa (indipendentemente dalla nazionalità) dovrebbe rimanere in galera a vita: delitti così efferati devono essere puniti con estrema severità.