sabato 13 aprile 2013

Sulla questione del sovraffollamento dei carceri (anche di Pistoia) presentata dall'on. Caterina Bini (Pd) una interrogazione a risposta scritta al Ministro della Giustizia.

 
      
PISTOIA_ I recenti dati del Ministero della giustizia evidenziano una grave situazione di sovraffollamento carcerario di cui da tempo soffre il sistema: in Italia sono presenti 206 istituti carcerari, con 66.685 detenuti rispetto ad una capienza regolamentare di 46.795 unità. Tale situazione pone due ordini di problemi: da un lato la necessità di restituire al sistema penale il fine rieducativo, obiettivo sempre meno raggiungibile nelle condizioni attuali, non solo a causa del sovraffollamento ma di una serie di questioni connesse all'organizzazione complessiva; dall'altro dare risposta alla sentenza della Corte europea per i diritti dell'uomo contro l'Italia per le violazioni connesse al regime carcerario.

In seguito al sopralluogo effettuato il giorno di Pasqua insieme agli esponenti del Partito Radicale Marco Pannella, Rita Bernardini e Matteo Angioli, la deputata Caterina Bini (Pd) ha inoltre presentato un'interrogazione, per chiedere come il Ministero intenda muoversi rispetto alla situazione di Pistoia e di tanti altri carceri in tutt’Italia, che si trovano nella stessa situazione, e quali siano i dati e le informazioni in possesso del Ministero, relative al monitoraggio della situazione carceraria italiane ed, in particolare, pistoiese.
 
"A tale riguardo  - ha dichiarato l'on. Caterina Bini - ho sottoscritto una proposta, che ha come obiettivo quello di calibrare la pena rispetto alla gravità dei reati, rimuovendo ad esempio l'accesso ai benefici in favore dei condannati per delitti di matrice mafiosa o terroristica e favorendo il completamento dei programmi di recupero socio riabilitativo e misure alternative terapeutiche, per quanto riguarda i condannati affetti da problemi di tossicodipendenza, per citare solo alcuni esempi".
"Si tratta - ha concluso - di affrontare il problema per renderlo più rispondente alla richiesta di giustizia, inasprendo le pene o limitando i benefici laddove necessario, e riducendo la necessità di permanenza nei carceri in caso di condanne lievi, attraverso percorsi alternativi."

Ecco di seguito il testo dell'interrogazione:



INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
AL Ministro della Giustizia
 
Per sapere, premesso che:

il 31 marzo 2013, giorno di Pasqua, la prima firmataria del presente atto ha visitato il carcere di Pistoia accompagnata dagli esponenti del Partito Radicale Marco Pannella, Rita Bernardini e Matteo Angioli: la visita è stata guidata dal direttore Tazio Bianchi e dal vice-comandante Giuseppe Catullo;

la situazione del carcere risulta in leggero miglioramento se si fa riferimento a precedenti atti di sindacato presentati nella scorsa legislatura dalla delegazione radicale all’interno del Gruppo
parlamentare del Partito Democratico, i “progressi” sono dovuti in primo luogo alla diminuzione della popolazione detenuta (- 38 unità), e all’impegno del nuovo direttore che ha preso in mano la gestione dell’istituto da alcuni mesi e dal recente insediamento del Provveditore regionale, Carmelo Cantone;
ciononostante le condizioni di detenzione permangono tuttora in un quadro di assoluta irregolarità: i detenuti presenti – tutti “comuni” - sono infatti 119 a fronte di una capienza regolamentare di 74 posti; i detenuti in attesa di primo giudizio sono 48, gli appellanti 16 e i ricorrenti in Cassazione 3;
11 i detenuti che godono della semilibertà; i detenuti stranieri, in tutto 67, risultano così divisi per nazionalità: 36 albanesi, 9 marocchini, 7 rumeni, 4 tunisini, 3 della Repubblica Domenicana, 1 statunitense, 1 senegalese, 1 nigeriano, 1 serbo, 1 egiziano e 1 bulgaro; 1 Jugoslavo; 1 della Bosnia
Erzegovina;
permane la carenza di agenti di polizia penitenziaria: a fronte di una pianta organica che ne prevede 78, gli agenti assegnati sono 58 ma gli effettivamente in servizio sono in tutto 48; lo psicologo ex articolo 80 che ha preso servizio recentemente ha un incarico per poche ore settimanali ed è oggettivamente impossibile che possa farsi carico della popolazione detenuta, in particolare dei nuovi giunti; gli educatori continuano ad essere solamente 2;
la politica delle “celle aperte”, in precedenza applicata solo alla piccola sezione riservata ai collaboratori di giustizia, ora riguarda tutto l’istituto, sebbene applicata alternativamente fra mattina e pomeriggio nelle diverse sezioni; restano ferme le quattro ore d’aria; nei giorni festivi le celle rimangono chiuse tutto il giorno, tranne le ore d’aria che i detenuti possono trascorrere nei cosiddetti “passeggi”;
solo 18 sono i detenuti che lavorano: 17 alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria e 1 dipendente da ditte esterne; fra gli “eventi critici” si registrano 20 atti di autolesionismo nel 2012 e 4 nell’anno corrente; l’attività scolastica si limita alle scuole elementari e medie; ad avviso del nuovo direttore, i fondi destinati alle “mercedi” dovrebbero necessariamente aumentare perché “i detenuti, se lavorano, cambiano in meglio”; il dott. Tazio Bianchi definisce molto positivi i rapporti instaurati con il Comune e la Provincia; in particolare, quest’ultima, ha finanziato corsi per imbianchino che impegneranno una parte dei detenuti per i prossimi due anni;
quanto ai lavori di ristrutturazione e manutenzione straordinaria, sono in corso:
- Il rifacimento a norma dell’infermeria, che dovrebbe essere consegnata tra tre o al massimo quattro mesi;
- Il rifacimento del muro di cinta, che sarà completato fra un mese;
- La ristrutturazione delle cucine, quasi ultimata;
sono stati ultimati, invece, i lavori riguardanti i locali da adibire alla costituzione della banca dati del DNA;
 
l’istituto richiederebbe seri interventi di adeguamento a quanto previsto dall’ordinamento penitenziario: le celle andrebbero ristrutturate prevedendo le docce all’interno e finestre più ampie sì da consentire una maggiore circolazione dell’aria e luminosità dei locali; inoltre, in aggiunta alla palestra già funzionante, occorrerebbe allestire un campo sportivo, vista la giovane età media della popolazione detenuta; tutti i passeggi andrebbero rifatti a norma essendo fatiscenti e, a dir poco, squallidi;

le carenze registrate in precedenza sulle dotazioni di prodotti per l’igiene personale e dei detersivi per pulire le celle sono drasticamente diminuite grazie ad interventi esterni sollecitati dal direttore che ha anche risolto il problema dei prezzi del sopravvitto: ora i detenuti, per ogni prodotto, possono scegliere fra 4 opzioni di marche diverse, da quella relativamente più cara alla più economica;

la delegazione ha visitato tutti i reparti detentivi e parlato, oltre che con il direttore e il vicecomandante, anche con i detenuti; nonostante la diminuzione delle presenze, la delegazione ha potuto vedere celle piccolissime di appena sei metri quadrati abitate da tre detenuti sistemati in letti a castello a tre piani; questo tipo di celle sono particolarmente invivibili per la mancanza totale di spazio, di aria e di luce, mentre i cosiddetti “camerotti” del piano superiore danno al detenuto maggiori possibilità di movimento e sono più luminose: le più grandi ospitano al massimo 9 detenuti e quelle di medie dimensioni ne ospitano al massimo 6, seppure anche qui a volte sistemati in letti a castello a tre piani ;
una buona percentuale dei detenuti incontrati si trovava nel carcere di Pistoia per scontare vecchi residui pena di pochi giorni o di pochi mesi, incarcerazioni intervenute nel momento in cui i soggetti avevano ormai intrapreso un sano percorso di reinserimento sociale attraverso il lavoro o la permanenza presso una comunità di recupero; in diversi hanno sottolineato la difficoltà ad incontrare gli educatori; anche nell’occasione di questa visita i detenuti hanno lamentato i non ottimali rapporti con la magistratura di sorveglianza che, secondo quanto confermato anche dal direttore, non visita le celle per verificare le condizioni di detenzione;
abbiamo potuto verificare la presenza di un’alta percentuale di detenuti affetti da patologie anche molto gravi: sieropositivi al test Hiv: un detenuto, sette positivi all’epatite C, diciannove con problemi di tossicodipendenza ( in terapia metadonica soltanto 3): - in terapia psicotropa è stata riscontrata la presenza di ben cinquantadue detenuti, inoltre molti sono risultati positivi al test Mantoux, quindi hanno avuto solo un contatto con il bacillo tubercolare, e soltanto due attualmente seguono la profilassi antibiotica (durata 6 mesi) derivata dalla positività al test Quantiferon TB Gold che segnala anche l 'infezione tubercolare latente;
il comma 1 dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede che «Il magistrato di sorveglianza, il provveditore regionale e il direttore dell'istituto, devono offrire la possibilità a tutti i detenuti e gli internati di entrare direttamente in contatto con loro. Ciò deve avvenire con periodici colloqui individuali, che devono essere particolarmente frequenti per il direttore. I predetti visitano con frequenza i locali dove si trovano i detenuti e gli internati, agevolando anche in tal modo la possibilità che questi si rivolgano individualmente ad essi per i necessari colloqui ovvero per presentare eventuali istanze o reclami orali»;
risulta all’interrogante che le visite del magistrato di sorveglianza siano state estremamente ridotte; anche nel carcere di Pistoia non esiste il regolamento interno di istituto previsto dall’art. 36 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000, né una sintesi scritta dei diritti e dei doveri dei detenuti:
 
- se sia a conoscenza dei fatti rappresentati in premessa, e quali interventi urgenti intenda mettere in atto per fronteggiare quella che si presenta come un’emergenza nella maggior parte degli istituti penitenziari italiani, e cioè un evidente sovraffollamento, che eccede di parecchio le dimensioni regolamentari, nel carcere di Pistoia, nonché per incrementare la pianta organica degli agenti penitenziari ivi impiegati, le attività formative per far rientrare il numero dei ristretti nel carcere di Pistoia alle dimensioni regolamentari, il monte ore di lavoro dello psicologo in servizio e per adeguare alle esigenze dell’istituto il numero degli educatori presenti.

Se esista un monitoraggio in merito alla costituzione delle banche dati del DNA a livello nazionale, con particolare riguardo alla spesa complessiva effettuata o da effettuare e se, a seguito dell'approvazione della legge di ratifica del trattato di Prum sia stata approvata e diramata una regolamentazione organica e standard operativi chiari che indichino criteri etici in grado di garantire il rispetto dei concorrenti diritti di riservatezza, libertà e pubblica sicurezza.

Se siano disponibili dati su quante e quali siano, ad oggi, in Italia, le carceri sprovviste del regolamento di Istituto previsto dall’art. 36 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000, e se intenda intervenire affinché le case circondariali e di reclusione ne siano dotate immediatamente in modo che i detenuti conoscano le regole interne di comportamento e i diritti che li riguardano, nonché quali siano i che tempi previsti perché venga messa a disposizione dei detenuti la “Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati”, prevista dal decreto del Presidente della Repubblica del 5 giugno 2012, n. 136, entrata in vigore il 29 agosto 2012 e non ancora reperibile negli istituti penitenziari, tutto ciò nell’attesa che si vari, finalmente, una riforma che garantisca l’incremento e l’applicazione di forme alternative di esecuzione della pena, soprattutto per chi deve scontare un breve residuo di pena relativamente a fatti di reato commessi in epoca molto risalente nel tempo.



ON. BINI

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