QUARRATA-PRATO_ Da quattro anni in Italia convinto a lasciare la sua terra – la Bielorussia - dalla società marchigiana Corridonia vive a Quarrata, Ilia Koshevoy, 22 anni, vincitore oggi del “68° Gran Premio della Liberazione”.
E’ il primo bielorusso nella storia a vincere la classica del 25 aprile che si è corsa a Roma sul circuito delle Terme di Caracalla.
Koshevoy corre per la società toscana Big Hunter Seanese. Pur non essendo alla vigilia tra i favoriti il corridore “nostrano” ha battuto il compagno di fuga - l’australiano Adam Phelan centrando la vittoria più importante della sua carriera. Nato a Minsk il 20 marzo 1991 il corridore che risiede a Quarrata ha conquistato non solo la prima vittoria da Under 23 in Italia ma sicuramente un successo che può aprirgli orizzonti nuovi. Passista scalatore, Koshevoy è alto 1,82 m e pesa 63 chilogrammi.
”Sono molto contento – queste le prime parole di Koshevoy – perché il Liberazione è una corsa importante: chi lo vince poi diventa una bravo professionista, questo è anche il mio obiettivo. Non è stato facile vincere: ho corso al coperto per metà gara, poi sono riuscito a stare nelle prime posizioni. Il direttore sportivo mi aveva detto che era una corsa adatta a me e lo sapevo anch’io: stavo bene. Questa vittoria dà fiducia e morale alla squadra e anche a me: vengo da un paese dove alle corse partono in 40-50; qui si parte in 150 e per me non è stato facile inserirmi. Mio papà e mia mamma erano entrambi corridori: non potevo non praticare anch’io il ciclismo”.
”Sono molto contento – queste le prime parole di Koshevoy – perché il Liberazione è una corsa importante: chi lo vince poi diventa una bravo professionista, questo è anche il mio obiettivo. Non è stato facile vincere: ho corso al coperto per metà gara, poi sono riuscito a stare nelle prime posizioni. Il direttore sportivo mi aveva detto che era una corsa adatta a me e lo sapevo anch’io: stavo bene. Questa vittoria dà fiducia e morale alla squadra e anche a me: vengo da un paese dove alle corse partono in 40-50; qui si parte in 150 e per me non è stato facile inserirmi. Mio papà e mia mamma erano entrambi corridori: non potevo non praticare anch’io il ciclismo”.
a.b.
La foto è tratta dal sito www.cicloweb.it
1 commento:
Da queste parti "fa buca". E speriamo che continui a fare buca.
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